Rieti: aperte due inchieste in manicomio per la malata prostituita dagli infermieri

Rieti: aperte due inchieste in manicomio per la malata prostituita dagli infermieri Rieti: aperte due inchieste in manicomio per la malata prostituita dagli infermieri (Nostro servizio particolare) Rieti, 29 agosto. Sulla vicenda di Simonetta Simoni, 31 anni, la maestra romana affetta da turbe psichiche e sfruttata da due infermieri del manicomio di Rieti, si sono appresi altri particolari. Il direttore sanitario facente funzioni del «San Francesco», dott. Reitano (nei giorni in cui si sarebbero verificate le uscite della «maestra» non era in ospedale perché in licenza) sarà interrogato domani in questura dal capo della «mobile» Francesco Mazzatosta. Intanto la donna, interpellata dagli assessori provinciali Benito Graziani e Dino Giocondia, alla presenza di un medico e di un'assistente sociale, ha confermato il fatto in tutti i suoi dettagli. Simonetta Simoni si è però rifiutata di fornire i nomi dei suoi sfruttatori (per altro già identificati tra i 200 infermieri del manicomio) che l'avevano spinta a prostituirsi lungo le vie della città, spiegando che non se la sentiva di metterli nei guai. Nessuna difficoltà invece ha avuto a precisare in quali luoghi era stata accompagnata, quanti soldi aveva guadagnato con le sue prestazioni e la fine. che avrebbero fatto le somme che le venivano tolte per essere spese, secondo lei, dai due infermieri in cene consumate in un noto ristorante del centro storico. Il caso dell'insegnante è stato discusso ieri mattina in aula consiliare al palazzo della provincia, provocando la nomina di una commissione amministrativa d'inchiesta e sconvolgendo la procura della repubblica, tanto che il capo, dott. Cosmo Macri, ha deciso di svolgere personalmente le indagini. «Che si trattava di una degente particolare — ha spiegato il direttore dell'istituto, Reitano — lo abbiamo capito fin dalle prime visite. Simonetta, ricoverata dal 30 lu¬ glio scorso, appariva a volte dissociata, in senso schizofrenico, ma erano episodi. In realtà la ragazza non è matta. E' ormonalmente squilibrata, è un vulcano sessuale. I fatti che riguardano questo ospedale sono spiacevoli. Se saranno dimostrate responsabilità, come credo ormai inevitabile, oltre a noi e all'amministrazione provinciale provvederà la magistratura a punire i colpevoli». Ricoverata più volte negli scorsi anni in ospedale e case di cura per malattie mentali, Simonetta Simoni il 29 luglio è partita da Roma verso Firenze. In treno ha inghiottito una dose eccessiva di psicofarmaci e nella sosta alla stazione di Orta si è prodotta in una serie di eccentricità, denudandosi tra l'altro nel compartimento tra l'entusiasmo di un gruppo di militari in licenza. Poi, eccitata dai consensi, è scesa e si è tuffata nella vasca di una fontana. II capostazione, non sapendo come fermarla, ha telefonato al 113. Così la ragazza è finita in isolamento coatto al reparto agitati del « San Francesco » a Rieti. Con i sedativi e una serie di sedute diagnostiche si è calmata riprendendo frattanto il suo comportamento normale. Dopo qualche giorno sulla sua cartella clinica è apparso un timbro rosso con la dicitura « Articolo 4 » (ricovero volontario e non coatto), con cui i due infermieri sono riusciti a carpire la buona fede del medico di guardia che ha consentito alla ragazza di uscire. Lo scandalo è scoppiato subito dopo Ferragosto. Un dipendente dell'ospedale, recatosi la sera del 15 in via Casetta, una strada frequentata da prostitute, ha visto l'insegnante mentre adescava un giovane. Il giorno dopo ha informato il direttore sanitario del « San Francesco ». Poi, una lettera dì un consigliere provinciale della de al presidente della giunta di Rieti ha dato il via alle indagini. «•. s.

Persone citate: Benito Graziani, Cosmo Macri, Dino Giocondia, Orta, Reitano, Simonetta Simoni

Luoghi citati: Firenze, Rieti, Roma