"Da un mese le autorità in Regione sanno come combattere la diossina,,
"Da un mese le autorità in Regione sanno come combattere la diossina,,Mentre la pioggia blocca ancora la bonifica, dalla Francia una grave accusa "Da un mese le autorità in Regione sanno come combattere la diossina,, Il 30 luglio alcuni scienziati di Nizza hanno consegnato 5 litri di un preparato che dovrebbe annullare il veleno - Non hanno mai avuto una risposta dall'Italia (Dal nostro inviato speciale) Seveso, 29 agosto. Una gestante di Seveso, venti giorni fa aveva partorito un bambino morto. Oggi i risultati dell'autopsia hanno dimostrato che la diossina non c'entra. Il bimbo era nato ormai privo di vita per una grave anencefalia, ma la malformazione al cervello, che nel feto tende a formarsi sin dai primi mesi di gravidanza, non è stata causata dal veleno dell'Icmesa. A Desio, nel frattempo, si sta studiando la possibilità di creare una seconda commissione medica che autorizzi le gestanti ad abortire. Ma Desio non è l'unico ospedale della zona in grado d'affrontare e risolvere il problema delle donne che non vogliano proseguire la maternità, per paura di partorire bambini malformati. « L'aborto — afferma il professor D'Ambrosio, della Mangiagalli — è un intervento tecnicamente molto facile. Non vedo dunque perché anche gli altri ospedali della Brianza non debbano assumersi la responsabilità d'assistere le donne che ne facciano richiesta ». Com'è noto, dopo le dimissioni dello psichiatra professor Frattola, D'Ambrosio ha dato un ultimatum, per martedì sera agli altri ospedali perché organizzino tutto l'apparato necessario. In caso contrario darà le dimissioni. In attesa della decisione dei rispettivi primari, alla Clinica Mangiagalli non è stato eseguito nessun altro intervento, che, con l'assenza dello psichiatra, sarebbe illegale. Si cerca dunque un sostituto di Frattola: il più probabile dovrebbe essere Marcello Cesa Bianchi, direttore dell'Istituto di psicologia dell'Università Statale di Milano. Ma a Milano si fa anche il nome del professor Lorenzo Cazzullo, presidente della Società italiana di psichiatria. Le donne attendono. Se il problema sanitario, dopo i primi tredici aborti, è caratterizzato dall'immobilismo, non è più brillante la situazione della bonifica dei terreni e delle case. La pioggia ha bloccato ogni esperimento e i tecnici della Givaudan sono addirittura tornati in Svizzera, in attesa che nella provincia di Milano si faccia rivedere il sole. Un'attesa che ovviamente potrebbe prolungarsi per molti mesi. Non basterà infatti uno squarcio di luce solare a distruggere le molecole di diossina sciolte dall'olio, ma per il processo di fotosintesi occorrerebbero almeno sei o sette giorni. Un ricercatore di Nizza ha proposto un mese fa un sistema di decontaminazione: Jacques Contou, un francese di 53 anni, avrebbe ideato infatti una sostanza costituita da olii vegetali idrosolubili in grado di combattere la diossina. Alain Pagni, dirigente della «Urep» di Nizza (Unità di ricerche e studio pilota per la salute dell'ambiente e la protezione della natura), dichiara di aver partecipato il 30 luglio ad una riunione della commissione tecnico-scientifica regionale lombarda e di aver consegnato cinque litri dell'«H.E.6.», il prodotto di Contou. Il direttore dell'Istituto Nazionale della Sanità francese ha chiesto che iniziassero quanto prima le prove sul terreno inquinato, ma ventiquattro ore prima del via, misteriosamente, non se ne sarebbe fatto più nulla. «Non comprendiamo perché — conclude Pagni — passino i giorni e nessuno voglia metterci alla prova. Il governo italiano che cosa ci rimette?». Per protestare anche contro questo immobilismo e richiamare ancora l'attenzione dell'opinione pubblica sulla Brianza, dall'Altopiano di Seveso, ieri ottocento marciatori si sono mossi su un percorso di 18 chilometri sino al parco delle Groane. Sin dagli anni scorsi la marcia era denominata «ecologica». La Brianza ne aveva proprio bisogno. Salvatore Rotondo Seveso. Continuano i controlli attorno all'Icmesa
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