Non vogliamo farci curare in Svizzera

Non vogliamo farci curare in Svizzera I paraplegici contro la Regione Non vogliamo farci curare in Svizzera Uno scontro automobilistico, un incidente sul lavoro, una caduta, talune malattie: sono le cause principali di lesioni vertebrali e midollari che spesso conducono alla paralisi degli arti Inferiori (paraplegia) o di tutti e quattro gli arti (tetraplegia). I casi sono più numerosi di quanto appaia, i colpiti In maggioranza giovani: l'età media è sui 25 anni; i problemi inerenti la cura, la rieducazione motoria e il reinserimento sociale sono enormi ciò che si è fatto p. si fa in Italia per loro irrilevante. Mancano quasi ovunque attrezzature adeguate e personale specializzato, medico e Infermieristico. Nel reparti di ortopedia o neurochirurgia degli rispedali questi pazienti sono mal tollerati, sovente rifiutati. Le leggi sugli invalidi civili, che prevedono interventi ben precisi dello Stato o a livello locale, sono generalmente disattese. Il silenzio su questa realtà «scomoda- è pressoché totale, preoccupante, complice. In Piemonte il problema assume dimensioni maggiori che altrove: l'alto numero di veicoli In circolazione, l'elevata Industrializzazione, l'intensa attività edilizia producono, oltre a progresso e benessere, anche In¬ validi: In una percentuale sulla popolazione non ancora definita, ma comunque troppo alta. In aprile un gruppo di Invalidi aderenti aM'Uicep (Unione italiana contro l'emarginazione • dei paraplegici) occupa in simbolica protesta il Centro di recupero funzionale del Cto, sul colle della Maddalena. L'iniziativa ottiene un primo successo: l'assessore regionale alla Sanità, Enrietti, costituisce una commissione di studio paritetica (funzionari della Regione e malati) per esaminare la questione In tutti i suoi aspetti e organizzare un plano concreto di interventi a breve e a lungo termine. Primo impegno, quantificare II dramma della paraplegia con una Indagine negli ospedali piemontesi provvisti di reparti di ortopedia, fisioterapia o neurochirurgia. Passano alcuni mesi. Venerdì 30 luglio: il presidente dell'Uicep Invia una lettera a Enrietti. Lamenta che «nulla è staio fatto a riguardo delle nostre richieste-, la commissione si è riunita solo due volte, «non ha potere decisionale', dell'indagine non si sa nulla. Lunedì 23 agosto: in assenza di risposte, i quattro invalidi della commissione, Franco Malerba, Mario Viviani, Piergiorgio Maggiorotti, Dino Torta, e- sprimono ai giornalisti la loro delusione per 'l'indifferenza delle autorità nei confronti di un problema che coinvolge almeno cinquecento traumatizzati midollari nel solo Piemonte-. Mercoledì 25 agosto: l'assessore convoca d'urgenza la commissione, perché riferisca sul lavoro svolto. Sono presenti, da una parte, il prof. Morgando, neurologo, il dott. Brean, medico laboratorista, e il dott. De Martino, funzionario regionale; manca il dott. Perlnetti, in ferie. Degli altri è assente Torta. « Non c'è mancanza di volontà politica nei confronti del problema — afferma Enrietti — se mal ci sono carenze tecniche e amministrative ereditate dalle precedenti gestioni e cui ora è complesso sopperire -. Brean spiega che la maggiore difficoltà nasce dal fatto che « non esistono In Italia modelli operativi cui fare riferimento. Occorrerà rivolgersi all'estero e questo richiede tempo-. Quanto alle équlpes polispeciallstlche necessarie per garantire un'assistenza completa al paraplegici, « abbiamo trovato un urologo (specialità su cui l'equipe deve far perno, ndr) disposto a recarsi a Ginevra o a Parigi per specializzarsi ». Enrietti chiarisce di aver predisposto per i medici che andranno a istruirsi all'estero borse di studio e garanzie sul mantenimento del posto di lavoro. Morgando riferisce poi sull'Indagine negli ospedali piemontesi: sui 40 interpellati, finora hanno risposto solo 11. In questi si sono avuti, negli ultimi dieci anni, 1032 ricoveri per traumi vertebro-midollar! e fratture vertebrali. Circa il 10% si è risolto In forme di paraplegia o tetraplegia. Approssimativamente, le cifre concordano con quelle fornite dall'Uicep. Per ovviare alla momentanea assenza di strutture adeguate, Enrietti proporrà inoltre alla giunta regionale di estendere al paraplegici il contributo già concesso per altre gravi malattie: infatti chi si reca in Paesi non appartenenti al Meo per Interventi su neoplasie, neuro e cardiochirurgici, trapianti d'organo riceve un rimborso pari al 50% della spesa documentata, con un limite di 1.500.000. L'impegno assunto dalla Regione è soddisfacente? « Niente affatto — dice Malerba —. Ancora una volta molte belle parole, ma di concreto, di Immediato proprio nulla. Chi di noi ha soldi continuerà come prima a esportarli, ma gli altri, che sono la maggioranza? SI è trovato un urologo che, forse, andrà sei mesi a Parigi. E con questo? Le équlpes devono comprendere anche neurologi, radiologi, fisiatri, ortopedici, psicologi, sessuologo assistenti sociali, fisioterapisti specializzati. E poi, dove lavoreranno? ». Maggiorotti: « Una delle nostre richieste più precise era che un reparto del Cto fosse attrezzato al più presto per I traumatizzati midollari nella fase acuta. Non ci risulta sia stato fatto alcun passo In questa direzione. CI sono di mezzo ostacoli politici, questioni baronali? L'estate che sta per finire quanti paraplegici ha creato ancora? Bisogna che il Cto sia messo ora in grado di accogliere I paraplegici subito dopo l'incidente: poi, visto che non si può fare altrimenti, I casi più gravi dovranno essere trasferiti Immediatamente all'estero ». I medici sono insensibili a questa situazione? Al Cto sono molti quelli che assistono quotidianamente, quasi impotenti, al dramma dei paraplegici. Il dott. Carannante; -Noi stessi abbiamo ripetutamente chiesto l'istituzione dì un settore appositamente attrezzato. In qualche caso particolarmente grave abbiamo dovuto farci prestare i letti antipiaghe da decubito dal reparto grandi ustionati. A ortopedia c'è un Infermiere di turno per oltre 30 malati. Come seguire pazienti delicati come I paraplegici? Comunque, l'attività di un tale reparto, se esìstesse, dovrebbe essere coordinata con quella di centri territoriali per la riabilitazione funzionale dove ci si occupi della fase di recupero, non meno Importante di quella acuta-. 'Come pensare — continua Malerba — a una soluzione che tenga presente solo l'aspetto sanitario? Sul plano sociale la situazione è altrettanto grave. L'Invalido è considerato sotto tutti gli aspetti un "diverso". I provvedimenti proposti dalla Regione, che comunque apprezziamo, sono ridicoli di fronte alla gravità di un problema che non riguarda solo I paraplegici: con i distrofici, gli spastici, gli ammalati di sclerosi a placche, sono migliaia e migliaia in Piemonte gli emarginati: Ancora Maggiorotti: -Viviani, Malerba, io, qualche altro slamo dei privilegiati perché slamo riusciti a ricominciare: lavoriamo, ci muoviamo, frequentiamo gente, viviamo insomma. Ma quanti sono coloro che restano confinati In istituti, segregati In casa dalla famiglia o "parcheggiati" in ospedali come Il Santa Corona di Pietra Ligure?-. La legge 118 del 30 marzo 1971 prevede tutta una serie di interventi a favore degli Invalidi civili. -Ma rimane lettera morta. Le "barriere architettoniche", scale, ascensori stretti, marciapiedi inaglt'li, ci bloccano dovunque, tanto più negli edifici pubblici, dove per legge dovrebbero essere eliminate. E la pensione d'Invalidità? Quanti, con fatica, code e pratiche, riescono a ottenerla? Poi, quando ci riescono...: Franco Malerba ha 28 anni, da dieci è paraplegico In seguito a un Incidente stradale, si muove in carrozzella. Percepiva la pensione d'invalidità, Inizialmente 8000 lire, di recente, dopo gli aumenti, 44.000. Due anni fa, nel suo procedere verso un totale reinserimento, ha commesso un «errore» burocratico: si è sposato. La moglie, maestra d'asilo, guadagna poco più del milione 560 mila lire l'anno fissato come limite dalla legge: assurdamente, se il nucleo familiare dell'invalido lo supera, la pensione viene tolta. Malerba non lo sapeva o non ci ha pensato o, perché no?, ha fatto finta di niente: ora lo Stato rivuole da lui 800.000 lire. E' proprio soltanto un caso-limite? Maurizio Spatola Piergiorgio Maggiorotti Franco Malerba

Luoghi citati: Ginevra, Italia, Parigi, Piemonte, Pietra Ligure, Svizzera