Preda e Ventura liberi: proteste anche a Brindisi di Remo Lugli

Preda e Ventura liberi: proteste anche a Brindisi Preda e Ventura liberi: proteste anche a Brindisi (Segue da pagina 1) che nel 1970, diventato consigliere comunale del msi per la scomparsa dell'ultimo eletto, partecipò a una sola seduta e poi si dimise. Questo precedente politico preoccupa qualcuno. Il presidente Gioia tranquillizza per telefono il vicesindaco Luigi Capone (psi) che gli chiede notizie in proposito: «Carando non si presterà a motivi pretestuosi, è un uomo integerrimo, non accetta assolutamente compromessi, garantisco io. Certo, la speculazione è sempre possibile: se Carando viene a visitarlo oggi che è domenica, giorno in cui di solito non si fa vedere in ospedale, si dirà che l'ha fatto perché è Freda, se non viene si dirà che gli ha concesso altre ventiquattr'ore di tempo». Freda è stato comunque visitato stanotte dal dottor Francesco Russo, assistente del professor Carando. Dice Russo: «Ho constatato che è in atto una colica renale subacuta destra. Gli ho prescritto le cure del caso e gli ho fatto fare i prelievi per la glicemia e l'azotemia, di cui si conoscono già i risultati: sia l'una che l'altra sono nor- mali; si rilevano però degli eritrociti nelle urine, i globuli rossi, e questa presenza ci dà un'indicazione verso la veridicità della colica renale. La malattia, comunque, potrà essere accertata con sicurezza soltanto attraverso una radiografia, che però non si può eseguire se non dopo un paio di giorni dalla cessazione della fase acuta dei dolori». Secondo il dottor Russo passeranno quindi sei o sette giorni prima di poter dire se Freda è veramente malato o no. Stamattina alle sette il procuratore legale ha ricevuto la visita del cappellano don Carella. «L'ho trovato sereno — dice il prete —, mi ha detto che stava un po' meglio. M'è parso una persona molto seria. Più tardi, alle otto, è venuto in cappella, ad assistere alla Messa. E' rimasto compostissimo sino alia fine». La palazzina in cui ha sede l'urologia (Freda è al secondo piano, stanza n.lll, prima classe, circa 50 mila lire al giorno di pensione) è presidiata da un gruppetto di agenti del servizio di sicurezza che bloccano l'ingresso; una gazzella dei carabinieri è dietro l'edificio dove si affaccia il balcone della camera. Verso mezzogiorno Freda, desideroso di fare una passeggiata, scende fino allo scantinato, percorre un corridoio, risale e raggiunge un giardino. Sono con lui Rita Cordone, l'amica che gli è stata molto vicina in questi ultimi tempi, uno dei legali, l'avvocato Bezicheri di Bologna, e un medico dell'ospedale, Lino Dagnello, suo amico. Non appena gli agenti se ne accorgono, lo raggiungono per proteggerlo. Arrivano anche giornalisti e fotografi e Freda accetta a malincuore i flashes. E' in maglietta blu aperta sul collo, pantaloni beige. Si fa sorridente, avvia una chiacchierata. «E* commovente la vostra attenzione nei miei confronti. C'è sempre stata un'incomprensibile ostilità tra me e voi». Rivolgendosi all'amico Dagnello aggiunge scherzosamente: «Sei stato tu a farmi questo scherzetto, me la pagherai». Gli viene ri¬ volta una domanda sulla vicenda di piazza Fontana: «Non rispondo su questioni inerenti il processo: anche una mia dichiarazione ufficiale potrebbe essere travisata; basta vedere i titoli dei giornali di oggi, per capire». Più tardi l'avvocato Bezicheri, davanti alla porta della stanza di Freda, legge ai giornalisti un comunicato del comitato di solidarietà pro-Freda, che lo stesso procuratore legale ha esaminato e fatto proprio. Vi si dice che il «braccio spionistico di questa Repubblica» è ingiustamente l'accusatore di Freda per crimini la cui logica è «ancora una volta nel contrasto politico delle forze che costituiscono il sistema». Il testo termina con l'affermazione che Freda «non intende in alcun modo rinunciare alla propria identità di soldato politico e che non accoglie eventuali provocatorie esortazioni a eludere ogni regola del gioco ». Remo Lugli Franco Freda, al centro, all'ospedale di Brindisi: malato ma non troppo (Telefoto Ap)

Luoghi citati: Bologna, Brindisi