Il ragazzo d'oro dello sci nautico vuole lasciare l'attività: è deluso

Il ragazzo d'oro dello sci nautico vuole lasciare l'attività: è deluso A colloquio con Roby Zucchi, campione di casa nostra Il ragazzo d'oro dello sci nautico vuole lasciare l'attività: è deluso (Dal nostro inviato speciale) Viverone, 22 agosto. Una maglietta gialla, i «ray ban» sul naso, i pantaloni della tuta blu, imitato da un paio di giovanotti, il campione si prepara sul prato. E' ginnastica ma i movimenti sembrano quelli di un ballerino classico. Movimenti delle anche accentuati, piegamenti sulle ginocchia. Un quarto d'ora di riscaldamento prima di scendere in acqua, per la prova delle figure. Roby Zucchi, medaglia d'oro ai campionati mondiali dì sci nautico lo scorso anno a Londra (il titolo però è valido sino al 1977 perché quest'anno ci sono soltanto gli «europei»), ventiquattro volte campione italiano, nove europeo, vincitore dell'unica prova dimostrativa di questa disciplina alle Olimpiadi di Monaco, trionfatore di tutte le maggiori gare internazionali, è uno di quei fenomeni che ogni tanto — non si sa perché — lo sport italiano produce, come Klaus Dibiasì e Gustavo Thoeni, e manda in giro per il mondo. Il ragazzo ha soltanto 25 anni, è nato a Genova ma vive gran parte del suo tempo a Pallanza. eppure il suo nome sembra comparire da tempo indeterminato nelle classifiche dello sci nautico. " Sono vecchio " «E' vero — dice con un sorriso Zucchi — sono "vecchio". A fine stagione lascerò l'attività. Avevo già abbandonato nel 1973 poi mi sono fatto riprendere dalla passione. Ora però ho deciso. Devo continuare gli studi, sono iscritto a legge ma con ritardi abissali, e non posso continuare a perdere tempo. Lo sci nautico mi ha dato tante soddisfazioni ma non potrà darmi da vivere. Il massimo risultato che ho ottenuto sinora, sul piano economico, è quello di avere qualche rimborso spese e di non spendere nulla per le gare e per allenarmi. — Lo sci nautico quindi non offre molte possibilità ai giovani che vigliono sfondare... «E' uno sport bellissimo — risponde Zucchi — ma fine a se stesso. Il "giro" commerciale che comporta però è assai limitato e nessuno ha interesse a spendere molto per fare pubblicità. La gente che lo pratica — agonisticamente parlando, s'intende — non è molta. I costi sono quasi proibitivi. Si parte da un minimo di 24 mila lire all'ora e ci vuole molto tempo a disposizione. L'attrezzatura costa all'incirca 100 mila lire, ma si può spendere anche più di mezzo milione. Naturalmente senza parlare del motoscafo che serve per il traino. Gli atleti che lo praticano in Italia sono un centinaio e nella maggioranza hanno i mezzi economici per farlo. Ma non si può dire che sia uno sport popolare». — Ci sono però dei club che aiutano gli atleti e anche una federazione appoggiata dal Coni... «Questo è vero. Ma cosa volete che faccia la federazione con un bilancio che si ag¬ gira sui 90 milioni in un anno? Non parliamo poi delle società. Io per anni ho gareggiato per lo Sci Club Mergozzo. Ebbene, sono stato quasi costretto ad andarmene. Mi accusavano di rompere troppe corde, di barare sulle ore nell'uso del motoscafo. E non sono l'ultimo arrivato. Non vorrei sembrare immodesto, ma qualche gara l'ho vinta. Sono cose ridicole. Il fatto è che il presidente del club Sondrini ha un figlio che gareggia. Evidentemente gli dava fastidio stare alla mia ombra. Sono cose antipatiche, che non dovrebbero succedere. E invece accadono e sono il sintomo di come è la situazione in generale. Per questo sarà sempre più difficile vincere in campo internazionale». — Perché gli stranieri fanno qualcosa di diverso? «Certo. Per intanto si allenano molto di più di noi. Hanno grosse disponibilità finanziarie, campi di gara e di preparazione e lavorano tutto l'anno, spostandosi al sud quando è il caso per trovare il clima adatto. Tanto per fare qualche esempio citerei il caso di un ragazzino di dodici anni francese, un certo Martin che ha ottenuto 5380 punti nelle figure, inserendosi fra i primi cinque o sei del mondo. In Cecoslovacchia c'è un atleta, Steno, che è maestro dello sport, pagato solo per fare sci nautico. E pare che ora arriveranno anche i sovietici. Per il momento comunque le scuole che vanno per la maggiore sono quella australiana, quella americana e quella venezuelana. Loro, almeno, non hanno problemi per la benzina dei motoscafi...». Uno sfogo abbastanza amaro quello di Roby Zucchi. C'è uno sport dove esiste la possibilità di competere ad alto livello in campo internazionale, ma le difficoltà sono molte. Si può solo fare affidamento su qualche atleta. Come nel caso dì Silvia Terracciano, ventidue anni, una bella ragazza alta e bionda che lo scorso anno è stata seconda ai campionati mondiali nello slalom. «Lo sci nautico — afferma con decisione — è uno sport molto bello. Non è vero che praticarlo costi molto di più che altre discipline. Il fatto è che bisogna allenarsi, essere disposti a fare sacrifici. Io quest'anno punto ai campionati europei che si svolgono all'Idroscalo di Milano a metà settembre. Per tre anni consecutivi sono arrivata seconda o terza. Mi auguro che questa sia la volta buona per vincere. Poi nell'inverno cercherò di andare in tournée nell'America del Sud per imparare qualcosa. Vorrei convincere la mia amica Daniela Duranti a seguirmi». Con il diploma Daniela Duranti è torinese ed ha diciotto anni. Nella passata stagione ha conquistato il titolo europeo juniores di slalom a Bosbaan in Olanda. L'attività sportiva non le impedisce di seguire la scuola con profitto. Quest'anno si è diplomata ragìoniera con un buon punteggio (50/60). L'inizio è stato abbastanza positivo. Sabato la Duranti ha battuto la Terracciano nella prova delle figure. Oggi le due ragazze non sono però scese in gara nelle due ultime prove in programma nei campionati italiani di categoria che si sono svolti sul lago di Viverone. Quasi tutti gli azzurri, anzi, hanno preferito rinunciare per non correre rischi. I successi sono andati al maestro dello Sci Club Viverone, Pietro Fracchia, nella gara a piedi nudi dove ha preceduto il compagno di squadra Elio Consigliere e Carlo Basano del Circolo Nautico di Avigliana. Nella prova di salto successi di Mario Savoini fra i delfini, Sergio Zanardi fra i juniores, , Mino Cazzaniga fra i seniores i di prima categoria e Giancarlo Granalli fra quelli di seconda categoria. Cristiano Chiavegato Silvia Terracciano, 22 anni, fortissiri slalom