Una tecnologia avanzata per svaligiare le banche
Una tecnologia avanzata per svaligiare le banche "Capitolano,, spesso le camere blindate Una tecnologia avanzata per svaligiare le banche Il weekend dei ladri nei sotterranei per raggiungere il tesoro Lavoro e relax con tranquilli pranzi e riposo in sacchi a pelo Lunedì 19 luglio, ore 9. Il cassiere capo della «Société Generale» di Nizza scende alle stanze blindate. Con lui ci sono i suoi due assistenti. Ognuno di essi porta una chiave con la quale aprire una delle tre serrature della grande porta corazzata. Rumori metallici, scatti a ripetizione. Poi il colossale disco d'acciaio si muove silenziosissimo sui cardini ben oliati. Si spalanca e dietro di esso c'è un muro. Muro, mattoni e cemento. I tre cassieri si guardano, un tantino spauriti. Incubo? Poi il «capo» allunga una mano, tocca. E' proprio un muro. Non molto ben rifinito, per la verità, l'intonaco lascia molto a desiderare. Ma, dal momento che venerdì sera non c'era, lo stupore dei tre è abbastanza giustificato. Si va a chiamare il direttore. Arrivo del direttore. Sussiegoso, aria incredula e piena di sufficienza. Giù il capocassiere, sadicamente, ha riaccostato la porta blindata. La socchiude: «Voyez, monsieur le directeur. O'est bien...» Non riesce a finire la frase, lo blocca il gemito strozzato del superiore. Ci vuole un buon quarto d'ora, per riordinare le idee. Poi si decide di abbattere il muro. Picconi e scalpelli. La parete crolla in un polverone rossiccio. Dietro di essa trecento cassette di sicurezza sventrate. Dieci miliardi in mano ai ladri. E' davvero il furto del secolo. Sono entrati dalle fogne, scavando una galleria di otto metri. Hanno bucato il pavimento, introdotto cibarie e sacchi a pelo. Poi, da venerdì sera a domenica notte, hanno bivaccato in tranquillità, «lavorando» con metodo e attenzione. Una dopo l'altra le cassette sono saltate. Ce ne erano mille. Ne hanno sfondate 287. Hanno mangiato e bevuto. Hanno tappezzato le pareti con foto di donne nude. Lavoro e relax, per tre giorni. E la polizia a brancolare nel buio. E i clienti ad aspettare il rimborso, fra sei mesi. A Nizza, certo, s'è toccato il vertice. Il bottino, inusuale, è di quelli che fanno choc. Ma ormai le cassette di sicurezza, nel mondo della «mala», fanno moda. Furto con scasso. Uno va lì con un piccone, scava il giusto, fa saltare un po' di serrature, e se ne va con un pacco di miliardi. Se proprio lo beccano, se la cava con qualche anno di galera: da tre a dieci, dice il codice penale. E, per sistemarsi per tutta la vita, pensa l'uomo «d'oro», vale anche la pena. E i «colpi» nelle cantine miliardarie si ripetono: a Roma, a Milano, i ladri moltiplicano le iniziative, corredando i loro tentativi con idee geniali. Lance termiche, maschere ad ossigeno, chiavi false, tutti i sistemi più moderni vengono impiegati dalla malavita. E quasi sempre con successo. Al Banco di Novara uno dei ladri si fa chiudere dentro la camera blindata (come ci sia arrivato non si sa). Poi, di notte, esce da lì (come l'ha aperta?) passa attraverso altri tre cancelli di sicurezza (dove ha preso le chiavi?), infine fa entrare dalla porta principale della banca i complici con i quali ripercorre a ritroso la stessa strada, svuota venti cassette di sicurezza e se ne va, con i suoi amici e cinque miliardi in contanti. Era febbraio. In marzo, alla banca Popolare di Milano, proprio sotto la sede del giornale «Avvenire», in piazza Duca d'Aosta 8, davanti alla stazione centrale, altro colpo degli uomi¬ ni d'«oro». Abbattono un muro a picconate, il rumore della rotativa del giornale copre il loro fracasso. Entrano in banca, svuotano 350 cassette di sicurezza: anche qui il bottino si conta a miliardi. Aprile: cinque entrano al Monte dei Paschi di Siena, in via Ostiense, a Roma. Hanno lance termiche, tagliano una porta blindata che si riteneva invulnerabile. Lavorano con il volto protetto da maschere ad ossigeno, hanno sigillato le fessure del locale per evitare che il fumo e l'odore filtrino all'esterno e, per respirare, devono usare boccagli da sommozzatori. Ancora aprile: alla Banca dell'Agricoltura, sempre a Roma. Per i banditi è una vera «tre giorni». Stanno nei sotterranei per tutto il weekend. E' una piccola filiale, non ricca. Ci sono soltanto 46 cassette. I banditi ne aprono 43. Il bottino è di mezzo miliardo, si dice. Potremmo continuare. Con i furti e i miliardi. Gli uni e gli altri aumentano in modo impressionante. Specialmente i miliardi. Senza contare che, se la cifra ufficiale è dieci, quella effettiva è almeno trenta. Ben difficilmente, infatti, i derubati ammettono l'entità del danno subito. Le cassette contengono, nella maggior parte, lingotti in oro, valuta straniera, titoli commerciabili. Nessuno mai vuol far sapere che cosa custodisce. Il fisco è in agguato. La polizia, nel caso della valuta straniera, anche. Quindi meglio tenersi il danno e tacere, piuttosto che piangere pubblicamente lacrime di sangue. Le banche, dopo questa ondata, corrono ai ripari: nuovi sistemi d'allarme, magnetici, infrarossi, sonori. Nuove strutture blindate. Ma la rincorsa fra la porta corazzata ed il ladro, oggi, la vince il ladro. Mauro Benedetti
Persone citate: Mauro Benedetti
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