Italiano incarcerato in Germania invano da 8 anni si dice innocente di Tito Sansa

Italiano incarcerato in Germania invano da 8 anni si dice innocente Era stato condannato per tentato quintuplice omicidio Italiano incarcerato in Germania invano da 8 anni si dice innocente Bonn, 1 agosto. Da quasi otto anni un operaio italiano in Germania, il falegname napoletano Raffaele Manzi, 38 anni, rinchiuso in carcere per tentato quintuplice omicidio, continua a proclamare la propria innocenza, ma la magistratura tedesca non gli crede. Chieda la grazia, gli consiglia il procuratore di Stato, assicurandogli che quasi certamente gli verrà concessa per buon comportamento e perché in autunno Raffaele Manzi avrà trascorso in prigione i due terzi della pena di dodici anni inflittagli dalla corte di Stoccarda. Ma l'italiano non vuole la grazia, vuole il processo di revisione e la riabilitazione, vuole ritornare « pulito » nella società, e non intende rinunciare al cospicuo risarcimento danni che viene pagato a coloro che sono stati in carcere senza colpa. Nel novembre del 1968, in una casa in costruzione a Sindelfingen, presso Stoccarda, l'operaio italiano Giovanni Roma, ex paracadutista, scoperse una miccia accesa collegata con una carica di esplosivo, gettò il tutto in cortile e diede l'allarme. Se fosse esplosa, la rudimentale bomba avrebbe probabilmente causato la morte di cinque operai tra cui un tedesco, la cui moglie era amante del Manzi. Anziché sospettare di costui, che avrebbe potuto avere interesse ad eliminare il seduttore della moglie, polizia e magistratura puntarono i loro sospetti sul Manzi perché « morbosamente geloso ». Ma le mole della giustizia tedesca macinano lentamente, tutto il mondo è paese. Da anni il ricorso giace nei cassetti della Procura di Stato, sollecitata da un giornalista della televisione tedesca che si è preso a cuore il caso di Raffaele Manzi, finalmente nella scorsa primavera la magistratura ha accettato una richiesta di revisione. Il processo sembrava imminente. Manzi aveva motivo di sperare. Nei giorni scorsi gli è venuta addosso una doccia fredda, la Procura di Heilbronn ha respinto la richiesta perché il giornalista della televisione che l'ha presentata non è autorizzato a patrocinare. « Vizio di forma » dice la magistratura, Manzi dovrà ricominciare da capo. Tito Sansa

Persone citate: Giovanni Roma, Manzi, Raffaele Manzi

Luoghi citati: Bonn, Germania, Stoccarda