Crawford la sfortuna vendica,, di Monaco

Crawford la sfortuna vendica,, di Monaco Mai così veloci gli sprinters olimpici Crawford "VENDICA,, la sfortuna di Monaco (Dal nostro inviato speciale) Montreal, 25 luglio. Trinidad, Giamaica, nomi che evocano ricordi o suscitano speranze di viaggi favolosi, poi l'Unione Sovietica della programmazione accurata, quindi gli Stati Uniti dell'abbondanza, dove per volere troppo sì finisce per restare delusi: la -geografiadelia finale dei 100 metri, una delle gare più attese delle Olimpladl è questa, con lo splendido negrone ventiseienne Hasely Crawford, elastico come una pantera, davanti a tutti con una corsa lineare in prima corsia, ed un ragguaglio cronometrico (elettrico) di W'06/100, che vuol dire 9"9 secondo il tradizionale sistema manuale, dopo regolamentare -taratura: Dietro a lui Don Quarrie che ha Impressionato quanto se non più del vincitore per lo spunto rabbioso negli ultimi venti metri, tanto che ora è il favorito per la gara del 200 metri dove per altro gli americani entreranno con gente nuova, forze fresche, quindi dietro il giamaicano Il sempre grandissimo Valer) Borzov, il cui terzo posto davanti allo statunitense Glance ha costituito una grossa vittoria personale. Cifre alla mano, è stata la più grande finale olimpica dei 100 metri mai disputata. Nel '68 in Messico Hinse vinse In 9"9 ma gli altri finirono a 10" netti abbondanti mentre ora anche Quarrie (sempre confrontando il tempo elettrico con quello manuale) è sotto i 10" come del resto Borzov. Nel '72 a Monaco, al campione sovietico -bastò- Il W'14/100 ripetuto ieri con puntualità sconcertante, nel segno di una classe Immensa, per vincere la medaglia d'oro. Ora sì trova due atleti davanti sul podio, segno sicuro, questo, di un progresso notevole. Che Trinidad e Giamaica non siano delle sorprese lo conferma la stessa finale di Monaco dove c'era Miller (terzo) al posto di Quarrie, e dove di Trinidad figuravano Mike Fray (finito quinto) e lo stesso Crawford, strappatosi in semifinale e soltanto comparsa nella gara decisiva. Proprio ricordando Monaco, Hasely Crawford sì è arrabbiato moltissimo ieri sera alla conferenza-stampa, durante la quale I colleghi americani, forse per attutire l'amarezza dello smacco (Glance solo quarto, Jones sesto, Rlddick fuori in semifinale) lo trattavano come un outsider, uno che ha vinto la sua lotteria. -Se nel 1972 non mi fossi fatto male — ha ribattuto duro lo sprinter di Trinidad — 10 stesso Borzov avrebbe dovuto fare i conti con me, sono doppiamente felice di questo successo proprio perché conferma quanto dico. Non c'era Steve Williams, va bene, allora adesso andrò a cercarlo in qualche meeting così sarete soddisfatti». Una risposta tutta d'un fiato, quasi con rabbia, mentre II suo allenatore lo guardava con chiara soddisfazione e spiegava che Crawford non è un isolato nell'atletica di Trinidad, che viene da una famiglia di sportivi tanto che suo fratello è il portiere (-un gatto- spiegava accompagnando il giudizio con gesti significativi) della Nazionale di calcio. Nella finale di ieri notte, con 11 tempo di 10"06/100 Crawford ha realizzato il primato personale -elettrico- (precedente 10"21) il che dimostra ulteriormente come si sia trattato di una grandissima gara, e testimonia della precisione con la quale i migliori sprinters del mondo sono riusciti a far coincidere la data olimpica con II meglio della forma. L'atleta di Trinidad, come Don Quarrie del resto, che l'anno scorso vinse 100 e 200 metri ai campionati Usa aperti agli stranieri, sono velocisti che han- no avuto dall'aria di casa le doti naturali e l'avvio allo sport, ma che si sono migliorati negli Stati Uniti e in lunghe trasferte per il mondo. Cacciatori di medaglie, di records ma anche se non soprattutto di dollari, hanno saputo quest'anno limitare i guadagni per puntare alle medaglie, certi di poterle mettere a frutto In futuro a suon di ingaggi. Fra la loro mentalità e quella di Borzov ci sono anni luce, e di certo lo stress di Valeri è ben maggiore del loro, dovendo il sovietico sostenere la parte difficilissima di vero ambasciatore del suo Paese. Che a quattro anni di distanza, quattro anni cosparsi di incidenti piccoli e grandi, di forzati stop alla preparazione, Borzov si sia ripetuto sul - tempo di Monaco ha del miracoloso. Il campione dell'Ucraina ha 27 anni, è giovane ma era il più vecchio tra I finalisti, ed inoltre la sua carriera internazionale è già lunga, quasi dieci anni. Gli americani hanno corso soprattutto su di luì, ma hanno pagato la fatica delle durissime gare di selezione di Euge- nf ne, che già sono costate i forfaits di Steve Williams e Houston Me Tear, stravolti dalle impietose gare di qualificazione. Anche se il loro materiale è vasto, è pazzesco pensare che gli atleti Usa non cerchino di arrivare al massimo della forma ai « trials - per meritarsi la partecipazione olimpica, e non debbano poi quindi accusare un calo. Specialmente i velocisti, il cui sistema nervoso non può essere sollecitato al massimo due volte in poco più di un mese. Su Borzov, va detto, ha fatto la corsa anche Crawford, per quel poco che sì può « vedere degli avversari in una gara di sprint sui 10 secondi netti. E per poco Quarrie non lo gabbava con un impressionante cambio di marcia agli 80 metri. Gli statunitensi non sono mai stati in prima linea, ma il ventenne lance ed il diciannovenne Jones hanno ancora tanta carriera davanti, se non si lasceranno allettare dai dollari del football americano che ha bisogno di uomini veloci. L'Europa, con Borzov, il tedesco Est Kurrat fi¬ ntsdsdcmKseC4nnQ111cAJslsrQgla nito settimo ed il bulgaro Petrov, ottavo, si è difesa benissimo quando pensavamo di vedere in pista in finale il solo sovietico. La progressione dei finalisti, dalle qualificazioni alla gara decisiva, dimostra il loro costante miglioramento: solo Petrov e Kurrat hanno dato il meglio in semifinale (10"30 per entrambi) e sono calati all'ultimo sprint. Crawford ha Iniziato in 10" e 42/100, per scendere a 10"29 nei • quarti », 10"22 in semifinale e 10"06 In finale: Don Quarrie: 10"38, 10"33, 10"26, 10"08; Valeri Borzov: 10"53, 10"39. 10"30, 10"14; Glance: 10"37, 10"23, 10"24. 10"19. Anche il sorprendente panamense Abrahams e l'altro americano Jones hanno fatto gare in discesa. Le cifre, le impressioni, le emozioni, tutto concorre a sottolineare quanto la finale dei 100 sia stata splendida. Ora la rivincita è sul 200 metri. Don Quarrie non è contento dell'argento, gli americani vogliono l'oro a tutti I costi. Premesse di altre battaglie Infuocate. Bruno Perucca Montreal. Hasely Crawford, l'atleta di Trinidad, vincitore dei 100 piani col tempo di 10"06