LA COLLINO TRADITA DA UNA CAREZZA
LA COLLINO TRADITA DA UNA CAREZZA Una fiorettista torinese ha vinto la medaglia d'argento LA COLLINO TRADITA DA UNA CAREZZA Nell'assalto decisivo, Consolata (29 anni), è stata superata da un tocco leggero alla spalla, quasi un "buffetto" - L'atleta azzurra ora non è più sicura di voler abbandonare lo sport - Un po' di rabbia per la grande affermazione mancata (Dal nostro inviato speciale) Montreal, 25 luglio. "Allez Coco!» le gridavano dalle gradinate gli spettatori canadesi, mentre vicino alla pedana il clan azzurro soffriva, attorno ad un Nostini emozionato e tremante. E lei, Maria Consolata Collino, torinese puro sangue, ventinove anni a dicembre, è andata avanti di avversaria in avversaria sino alla medaglia d'argento del fioretto individuale. Sfiorato il trionfo di Dal Zotto, e sarebbe stato un clamoroso en plein, il secondo posto rimane comunque un traguardo da favola per l'atleta del Club di Scherma, che ha preso le prime lezioni nella palazzina del Valentino dal maestro Balogh dietro ad una tenda, perché si vergognava di essere meno brava di altre che avevano cominciato prima di lei. Ma questa medaglia adesso non la soddisfa, e con ragione. Arrivata alla poule finale con sicurezza, grazie ud una condizione atletica conquistata con mesi di allenamento assiduo, Maria Consolata ha- superato di slancio la francese Dumont (5 a 2), la magiara Schwarzenberger (5 a 1), l'altra ungherese Bobis [5 a 1), la giovanissima tedesca Hanish (5 a 3), ma è stata tradita dal giudice argentino Saucedo nell'assalto con la sovietica Belova, ed in modo clamoroso. Sul 3 a 1 per l'azzurra, Saucedo ha capovolto letteralmente («un errore marchiano, anche se in buona fede» ha commentato Nostini ritrovata la parola) la stoccata del 4 a 1 su un chiaro attacco parato in netto ritardo dalla sovietica. Così, da un 4 a 1 che l'avrebbe posta al sicuro da ogni recupero, la Collino si è trovata sul 3 a 2. La Belova ha approfittato del disorientamento della rivale per vìncere 5 a 4, di misura. Con cinque vittorie, per Maria Consolata si sarebbe trattato della medaglia d'oro. La sconfitta l'ha portata al barrage con la piccola magiara lldlko Schwarzenberger, già strabattuta durante il girone. Per l'assalto decisivo l'ungherese, aggressiva e veloce, ha cambiato tattica. L'azzurra ha cercato di trovare le contromisure, ma ha avuto una crisi, un suo attacco fuori tempo ha regalato una stoccata alla rivale, è riuscita ancora a raggiungerla sul 4 a 4 ma la botta decisiva è arrivata alla sua spalla destra. Un tocco leggero, come un buffetto su una guancia, ma è bastato per toglierle la medaglia d'oro. Che la Schwar.zenberger (la quale aveva già batuto la Collino a Torino in un recente confronto) sia stata la migliore nell'assalto decisivo nessuno può negarlo, ma è stato Saucedo a tradire l'azzurra, è stata la geopolitica tanto cara a tutte le federazioni a mettere sulla sua strada un giudice chiaramente non di levatura internazionale, ma inserito nel gruppo in quanto il prossimo anno i «mondiali» di scherma si faranno a Buenos Aires. Questa la cronaca di una bella avventura, finita per la Collino senza lacrime ma con il volto che tradiva, sul podio, la rabbia che la rodeva. Era stato un bel pomeriggio per il fioretto azzurro. Dal Zotto aveva ribadito la sua verve trascinando la squadra maschile ai turni conclusivi di oggi, ma l'epilogo della giornata poteva essere ancora migliore. Il secondo posto, la medaglia d'argento, il sapere di essere a livello delle migliori del mondo, presentano ora a Maria Consolata nuovi problemi. Si sposerà in autunno con un ragazzo napoletano, gli ha promesso di chiudere con la scherma ma ieri sera — dopo la lunga attesa per un controllo antidoping difficile, la stanchezza e la tensione non frenano solo i calciatori — era meno sicura di poter mantenere l'impegno. « Vedrò, vedremo, certo adesso penso che sarà difficile mol¬ lare — mormorava quasi a se stessa —, mi sento addosso già ora tanta voglia di tornare in pedana... ». Vicino a lei, nella sala delle interviste, la piccola e rotondetta Schwarzenberger fa quasi tenerezza, parla sottovoce intimidita. La Collino ha avuto uno scatto rabbioso che le ha scaricato definitivamente i nervi. Una reazione da ragazzina, tipicamente femminile: 'Almeno io sono più carina...» ma si è pentita subito. « E' brava, molto, in pedana si è dimostrata assai intelligente». Stringeva la medaglia e diceva quasi a se stessa: «Però è 6e//a lo stesso, magari è vero argento, tanto la prima è mica d'oro». Si preoccupava dei suoi: "Saranno stati attaccati alla radio, spero non gli sia venuto un infarto, è stata una gara emozionante». Ultimi attorno a lei sono rimasti i giornalisti torinesi, una cosa in famiglia. La si conosce da anni, ma arrivano lo stesso cento domande. Lei dimentica la Schwarzenberger, noi la maleducazione del personale dì servizio e della polizia, particolarmente marcata qui alla scherma. Paziente, risponde a tutto: "Sì, certo sono piemontese puro sangue. A chi dedico la medaglia? A tutti coloro che mi vogliono bene. Anche al Torino, perché sia chiaro che sono granata. Programmi? Ora vado in vacanza in Corsica, poi vedremo. Certo, se non avremo subito famiglia...». Ed il pensiero torna alla scherma, che non ha affatto voglia di abbandonare. •Cosa faccio? Insegno educazione fisica alla Nosengo, una media. Se sono delusa? Un po', perdere 5 a 4 una finale è terribile, meglio un 5 a 0. Perché mi chiamo Consolata? Semplice, mamma desiderava una figlia dopo aver avuto due maschi, ha fatto un voto alla Madonna della nostra città». Si è fatto tardi, slamo rimasti in pochi. La reclamano compagne e compagni di squadra, vogliono farle festa. Il presidente Nostini lancia l'idea di una cena. •Eccomi arrivo — grida — ma stasera voglio prendermi una sbronza, voglio bere vino, è da un mese che non lo assaggio. Ah, cosa non darei per un bicchiere di dolcetto». Sorride, adesso. La rabbia è sbollita, persino lldiko Schwarzenberger le sembra più bella. Bruno Perucca Montreal. Consolata Collino sul podio con l'ungherese Schwarzenberger e la russa Belova
Luoghi citati: Buenos Aires, Corsica, Montreal, Torino
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