Gli Usa del Bicentenario visti dai 73 turisti di "Stampa Sera,, di Elvio Ronza

Gli Usa del Bicentenario visti dai 73 turisti di "Stampa Sera,, Successo del viaggio a Boston, New York, Washington Gli Usa del Bicentenario visti dai 73 turisti di "Stampa Sera,, 1 signori sono contenti? Il viaggio negli Usa del bicentenario li ha soddisfatti? I signori, quando rivolgo la domanda, sono ossessionati dal massacrante ritorno in Italia. All'aeroporto Kennedy dì New York, ultima tappa del decollo, giunge l'annuncio che « aquila selvaggia » ha deciso: il Jumbo non partirà per Milano. Affannosa ricerca di un altro aereo. Gli accompagnatori della Savet, Luigi Brusa e Cesarina Ferrerò, prendono contatti con l'Alitalia che invita la TWA ad accogliere su un suo apparecchio i 73 turisti del gruppo di Stampa Sera. La TWA accetta. I 73 saranno ospiti del Jumbo che alle 19,30 si staccherà per Parigi. La notizia è accolta con piacere. Alle 20 gli italiani e altre 300 persone sono seduti sull'aereo. Ma perché tarda l'annuncio di partenza? Una breve revisione tecnica, dicono. Vogliamo approfittare della pausa, signori, parlare di questo viaggio? Per quanto mi riguarda lo trovo positivo. L'organizzazione della Savet mi pare riuscita. Il programma è stato rispettato, oddio qualche piccola sorpresa è inevitabile quando il gruppo è così numeroso. La questione è invece un'altra, cioè se i turisti hanno potuto farsi un'idea dell'America. (Hanno detto 10 minuti. Che cosa sta succedendo? Perché non si parte? Ancora qualche attimo, intanto verrà servita la cena. Ma se servono la cena vuol dire che manca almeno un'ora al decollo. E sono già le 20,45...). Sarebbe presuntuoso affermare: ho capito tutto. Il viaggio ha offerto l'incontro concreto con gli Stati Uniti, ha aiutato a smitizzare l'immagine che, nel bene e nel male, il cinema la tv i libri ci hanno dato degli Usa. Una presa diretta è più importante di mille contatti mediati. Soprat¬ tutto è più affascinante. Ecco un aggettivo che verrà spesso in primo piano durante il viaggio: affascinante. Per dire che questo mondo è a tal punto diverso dal nostro che è impossibile non restarne colpiti. Affascinati, appunto. Da Boston a Washington a New York, fin dal primo giorno il gruppo si è buttato alla ricerca di quelle caratteristiche fondamentali che, sia pure in un rapido rapporto, permettono se non di approfondire certamente di intuire la personalità di un Paese. E' indubbio che se a Boston i tratti fondamentali della Confederazione americana sono difficili da cogliere, per quelle radici, soprattutto architettoniche, della città, che sono deliberatamente europee, anzi inglesi; New York ha provocato, nella seconda tappa, un impatto crudelmente realistico. ( Incominciano a parlare chiaro, ci vuole tempo, il carburatore di un motore fa i capricci, lo metteranno a posto, per « la migliore sicurezza dei passeggeri». Grazie del pensiero. Quanto ci vorrà? Si parla di mezzanotte. I passeggeri sono delusi e pazienti. Mangiano e aspettano). Questa è l'America, piaccia o non piaccia, che siamo abituati a «vedere» fin dall'infanzia, New York, l'America verticale, con le case che si sviluppano in altezze vertiginose, l'America colossale, sprecona e povera, un mondo di gigantesca fantasia che ci sovrasta. ( Se qualcuno preferisce andare a dormire in città o sgranchirsi le gambe nella aerostazione, può farlo. Ma allora quanto durerà l'attesa? Parecchio. E' quasi mezzanotte. Qualcuno va nella sala d'aspetto. E' sorprendente, da un telefono pubblico, uno qualsiasi, si ha una comunicazione con l'Italia in 70 secondi). / signori vogliono, mentre attendiamo sul colosso, nell'aeroporto che a quest'ora dorme come un ghiro luminoso: vogliono rilasciare qualche impressione... a caso, naturalmente... lei per esempio... o lei... Ernesto Severino, comandante di marina, Albissola: « Sono stanco e soddisfatto. Bisogna essere camminatori per vedere tutta questa roba e io non lo sono. Che cosa mi ha colpito di più? L'Hudson, che magnifico fiume! ». Rita Fioravanti, Torino: « Direi che mi è piaciuto tutto, forse un po' di più New York. E' stato un viaggio utile e conveniente ». (Qualcuno dorme, sono quasi le 3: improvvisa la voce del comandante: «Si parte tra poco». Alle 3,15 il mostro si alza morbido e docile verso i 10.000. Sotto resta, lontana e sfarfalleggiante, la città verticale). Ancora qualche impressione, per favore. Disturbo? Giovanni e Maddalena Guerzoni, Torino: « Ci siamo fatti un regalo per i 25 anni di matrimonio. E' un viaggio che abbiamo gustato per intero, peccato questo ritorno movimentato ». Emilio Marini. Torino: «Come complesso, in testa all'interesse sta New York. Come posto singolo metterei Radiocity dove ci sono spettacoli di livello mondiale ». Margherita Ricco: « Non la consideri ima ingenuità, ma è New York che mi ha impressionato maggiormente, i grattacieli ». Capitano Ambrogio Rocca: «Esperienza intensamente positiva, straordinaria». Luigi Testa, Cairo Montenotte: « Il cinema ci ha già fornito tante immagini dell'America eppure la realtà è ancora più grande di quanto si possa immaginare. E' tutto enorme e tutto straordinariamente progredito ». (Eccoci tra le metafisiche strutture del Charles De Gaulle, ore 16 italiane, finalmente in Europa. Il trasferimento a Orly per un aereo continentale... ce n'è subito uno in partenza per Milano e 29 del gruppo salgono di corsa... per gli altri c'è posto sul DC9 che atterra a Torino alle 22,45... ci sciogliamo frettolosamente, con poco tempo per gli addii. Stanchi, pieni di ricordi da riordinare). Elvio Ronza