L'ombra deit'anarchico nei processo a Baldelli

L'ombra deit'anarchico nei processo a Baldelli Si riparla della morte di Giuseppe Pinelli L'ombra deit'anarchico nei processo a Baldelli L'ex direttore di " Lotta continua ", ora docente universitario a Firenze, fu querelato, sei anni fa, dalla vedova del commissario Calabresi (Nostro servizio particolare) Milano, 20 ottobre. Stamane in un'aula di tribunale si è tornati a parlare della tragica fine del ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli, precipitato due giorni dopo la strage di piazza Fontana da una finestra dell'ufficio politico della questura, dove veniva interrogato proprio in relazione all'attentato. L'assenza dei legali della famiglia del commissario Calabresi, parte civile, in questo piocesso per diffamazione, contro il professor Pio Baldelli, già direttore responsabile del periodico «Lotta Continua», ha diminuito ancor più la tensione. Nei giorni scorsi era corsa addirittura voce che la vedova del commissario avesse intenzione di ritirare la querela presentata sei anni fa in seguito ad una serie di articoli e vignette apparsi sul giornale dell'ultrasinistra. La querela, invece, non è stata ritirata anche se l'assenza dall'aula dell'avvocato Lener, il ! egale che mise in moto il meccanismo della ricusazione del giudice Carlo Biotti, il primo che si occupò della vicenda, non è certo casuale e sta ad indicare la scarsa eco che si intende dare al dibattimento. Contraria l'intenzione dei difensori di Baldelli che hanno chiesto stamane l'acquisizione agli atti della sentenza istruttoria del giudice D'Ambrosio sulla morte di Pinelli (in cui si escludono responsabilità di funzionari e sottufficiali) e dell'ordinanza di rinvio a giudizio di Guido Giannettni, giornalista e agente del Sid, davanti ai giudici di Catanzaro che si occupano della strage del 12 dicembre '69. Questa seconda richiesta è stata fatta, a detta dell'avvocato Marcello Gentili, per chiarire il ruolo giocato nella strategia della tensione da alcuni «corpi separati dello Stato». Il processo si è aperto con una dichiarazione del professor Baldelli che ha affermato di condividere il contenuto degli articoli incriminati che pure non furono scritti da lui. «Sono ancora qui — ha proseguito — non per vocazione al gesto esemplare, né per fiducia nella giustizia e neppure per la memoria di Pinelli, che è ormai garantita. La ragione di fondo è un'altra: che si deve spiegare il perché della persecuzione anarchica, delle accuse a Pinelli, della sua morte. Non basta la sentenza D'Ambrosio a spiegarlo. Nella sentenza si esclude che si sia trattato di un suicidio come le autorità hanno tentato di far credere. E non vi è neppu re la prova che si tratti di un malore». Baldelli ha fatto il nome del commissario Calabresi una sola volta accennando che «anche lui è stato una vittima della strategia della ten sione». L'udienza è stata caratterizzata dalla schermaglia tra accusa e difesa, tese l'una a circoscrivere la discussione, l'altra a dilatarla ai temi politici. I difensori hanno insistito chiedendo la convocazione come testimoni dei massimi esponenti del Sid all'epoca. II tribunale ha deciso di acquisire la sentenza del dottor D'Ambrosio. Letta quella deciderà sulle altre richieste. m. f.

Luoghi citati: Catanzaro, Firenze, Milano