Un "esercito,, di attori per 3 ore di spettacolo
Un "esercito,, di attori per 3 ore di spettacolo LA CRONACA DELLA TELEVISIONE Un "esercito,, di attori per 3 ore di spettacolo Ricorrendo alla trasmissionc-ftume la rete 2, l'altra sera, ha mandato in onda uno show in onore di se stessa. Lo show era intitolato «Con la partecipazione straordinaria di...» ed è durato dalle 20,45 circa a mezzanotte in punto. Tre ore piene di immagini e di parole, con un piccolo intervallo di quindici minuti per il telegiornale della notte: roba da far concorrenza a «Novecento» di Bertolucci. Scopo: una rassegna delle novità allestite o in preparazione. In tre ore è sfilato un esercito di attori e di registi via via introdotti e «illustrati» da Antonio Ghirelli che alla fine appariva giustamente provato. Noi abbiamo riempito un taccuino di appunti. C'erano Dario Fo e Franca Rame che s'apprestano a portar^ in tv il loro repertorio politico e polemico che da anni rappresentano in tutta Italia ma che dal video sino ad ora era stato rigorosamente escluso; c'era — citiamo alla rinfusa — Peppino De Filippo con una scena di una commedia di Pinter «napoletanizzata»; e Alessandro Blasetti con la sua trasmissione sulla fantascienza; e Giorgio Strehler che ha annunciato una importante collaborazione tra la tv e il «Piccolo» di Milano; e Gassman con piglio, naturalmente da mattatore, e Paolo Poli sem¬ pre con la frecciatina pronta, e Carmelo Bene sullo sfondo di un teatro in fiamme, che declamava poeti russi; e c'erano Milva, Del Prete e l'Aldini, Carlo Lizzani con una tragica sequenza del suo documentario sull'Angola, e Corrado Stajano con un'inchiesta sui fatti più o meno misteriosi accaduti in Italia a partire dalla strage di piazza Fontana; e Gigi Proietti, Modugno, la bella Rada Rassimov, e Marisa Fabbri nelle vesti della Sand, e Luigi Squarzina, e Maria Monti... Ci scusiamo per le eventuali omissioni, ma l'elenco era lunghissimo. E d'altra parte, detti i nomi, non è il caso di stendere una cronaca del programma, tutto formato di spezzoni e di collegamenti volanti, di pezzi di registrazioni e di intermezzi improvvisati: un gigantesco varietà dove, come regolarmente capita in queste occasioni, si alternavano frammenti di gran pregio ad altri faticosi. Ma quale e stato il senso dell'operazione che evidentemente voleva andare al di là delle semplici anticipazioni sui programmi futuri? Anzitutto ci è sembrato che la molla principale fosse di rassicurare lo spettatore e smentire le voci insistenti di rallentata attività o addirittura di paralisi della Rai: non è vero che i magazzini siano vuoti — aveva l'aria di dire lo show nella sua straripante abbondanza — e infatti vi dimostriamo che noi della rete 2 siamo pieni di roba. In secondo luogo c'era il desiderio di dire pubblicamente ed esplicitamente che le cose alla tv sono cambiate e stanno cambiando, e che persone le quali erano state tenute lontane per motivi di censura ora sono state richiamate, e che oggi c'è un gran fervore di iniziative e c'è una maggiore libertà di espressione (non a caso, dopo tanti anni, Modugno ha potuto cantare una bella canzone composta per la campagna del divorzio in cui si inneggia alla coppia che sta insieme e si ama al di fuori dei vincoli matrimoniali). Speriamo, speriamo. Ci stiamo dibattendo in un mare di guai, che almeno la tv possa realmente migliorare. Va da sé — come diceva l'altra sera Strehler in un intervento molto puntuale — che il miglioramento della tv non si misura solo dagli spettacoli, ma dall'insieme della politica culturale e dell'informazione, che è essenziale (a questo proposito la rete 2 annuncia da lunedì 25 ottobre l'inizio del telegiornale delle 13 e un anticipo e quindi un ampliamento del telegiornale della sera). u. bz.
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