Parla il vescovo francese ribelle di Paolo Patruno

Parla il vescovo francese ribelle Parla il vescovo francese ribelle "Faremo parrocchie ia tutta la Francia,, (Dal nostro inviato speciale) Lilla, 30 agosto. A Lilla, il giorno dopo la Messa della sfida al Papa. E' nato lo scisma? «Ne avete fatto un avvenimento importante, una sfida al papato — confuta mons. Lefebvre ai giornalisti — ma non è la prima volta che celebro una Messa dopo la sanzione di Roma. E non sarà certo l'ultima. Continuerò a dir messa ovunque i fedeli mi chiamino, siano pochi o siano numerosi, come ieri». Mons. Lefebvre ha trascorso la notte nella casa del fratello a Tourcoing, pochi chilometri da Lilla, quasi sul confine belga, dove è nato 71 anni fa. Il padre era un piccolo industriale, morto in un campo di prigionia nazista dopo aver partecipato alla resistenza. Ma nella famiglia Lefebvre è la religione a prevalere su tutto, ha dato alla Chiesa un fratello e tre sorelle del fondatore del seminario di Econe. Marcel Lefebvre ha gli occhi azzurri, lo sguardo candido ma duro, una voce dolce e ferma, ha una vitalità inconsueta per un uomo della sua età. Sta per partire in macchina (una Mercedes bianca con targa svizzera) per Bruxelles, ma consente a parlare brevemente degli effetti della messa di ieri. «Avrà delle conseguenze, perché vescovi e fedeli rifletteranno molto sulle parole che ho pronunciato — dice —. Mi stupisco che il Papa l'abbia considerata come una prova di forza e sono stupefatto delle interpretazioni politiche date alla mia omelia. Ma è da tempo che si spiano le mie varole. E tuttavia sono voluto intervenire pubblica- mente, prima e dopo il concilio, e non ho intenzione di smettere». Continuerà a dir Messa malgrado la sanzione del Vaticano, continuerà a polemizzare con Roma: non teme di attirarsi nuove misure disciplinari? «Saranno considerate come nulle e non avvenute, come la sospensione», replica soavemente mons. Lefebvre. E' la rottura, allora, non c'è alcuna possibiUtà che vada dal Papa, a Roma? «Sono pronto ad andare a Roma, ma a condizione che non ci sia alcun preliminare». E' stato chiesto a mons. Lefebvre quali sono le sue speranze, dopo la Messa di ieri: «Cercheremo di favorire la nascita in tutti i paesi della Francia di parrocchie. Nel Nord è molto probabile che in due o tre anni possa succedere qualcosa». Con questa oscura profezia si chiude la breve dichiarazione di mons. Lefebvre. L'ex vescovo ha voluto alludere alla prossima nascita di una chiesa dichiaratamente scismatica nelle regioni settentrionali della Francia, nella zona di Lilla, nel punto di frizione fra cattolicesimo e protestantesimo, dove la religione tradizionale ha più peso? A Lilla i pareri sono discordi. L'impiegato dell'ufficio informazioni della stazione ci ha detto: «Sono con Lefebvre al cento per cento, qualunque cosa avvenga. Non vado più alla Messa perché è diventata una pagliacciata. In tanti aspettavamo che qualcuno avesse il coraggio di dire queste cose». Il taxista: «Forse esagera, ma ciascuno dev'essere libero di dire quello che pensa, anche nella Chiesa». Il portiere dell'albergo: «Mi dispiace di non essere potuto andare alla Messa, ero curioso di sentire quello che aveva da dire». Da chi è composto il «gregge» di monsignor Lefebvre? Chi sono i «tradizionalisti»? Ieri c'erano più uomini che donne, alla Messa, con una prevalenza di persone anziane o di mezza età, ma anche i giovani erano numerosi. La protesta anti-vaticana pesca, nel nome della tradizione e dell'antimodernismo, soltanto negli ambienti dell'estrema destra, che trova in monsignor Lefebvre l'alfiere della conservazione, come si rileva scorrendo il passato del fondatore di Econe. E' la tradizione dell'«Action Paolo Patruno (Continua a pagina 2 in ottava colonna)

Persone citate: Lefebvre, Marcel Lefebvre