"Trentamila soldati egiziani ammassati al confine libico"

"Trentamila soldati egiziani ammassati al confine libico"La tensione Cairo-Tripoli, secondo fonti americane "Trentamila soldati egiziani ammassati al confine libico" Il Cairo, 28 agosto. Né smentite, né conferme sono state fornite dalle autorità sull'annuncio (dato da una radio degli Stati Uniti che citava fonti ufficiali) che l'Egitto ha concentrato 30 mila soldati lungo la frontiera con la Libia, mentre il capo di stato maggiore egiziano Gamassy ha annullato la visita in Gran Bretagna per non allontanarsi dal suo Paese. Secondo quanto riferito dalla Cbs, la radio americana appunto che ha diffuso la notizia, «potrebbe trattarsi solamente di una massiccia pressione egiziana intesa a incoraggiare un colpo di Stato contro Gheddafi». Le truppe egiziane lungo la frontiera libica — sempre secondo le fonti di Washington — sarebbero composte «da brigate corazzate, di fanteria e di artiglieria e reggimenti dotati di missili contraerei». Vi sarebbe anche almeno una squadriglia di caccia supersonici. Le autorità egiziane avevano annunciato una decina di giorni fa di aver spostato truppe lungo la frontiera con la Libia, affermando che si trattava di reparti d'assalto, di forze corazzate e di batterie contraeree. Le valutazioni ufficiose di quel momento davano un effettivo globale di circa dodicimila uomini. Nel frattempo la posizione dell'Egitto nei confronti del regime del colonnello Gheddafi è andata sempre più irrigidendosi. Il ministro degli Esteri Fahmi ha addirittura dichiarato che «Gheddafi è ormai indesiderabile sulla mappa del mondo arabo». Dopo i recenti attentati al Cairo ed Alessandria, il presidente Sadat aveva dichiarato più volte «questa volta Gheddafi non mi sfuggirà». Gli osservatori diplomatici del Cairo ritengono comunque che gli egiziani non prenderanno nessuna iniziativa militare contro la Libia e che le forze concentrate lungo la frontiera servono soprattutto per impedire infiltrazioni di terroristi provenienti dalla Libia. Potrebbero anche rappresentare un elemento «disponibile» nell'eventualità che un colpo di Stato all'interno della Libia portasse al potere qualcuno che — riconosciuto immediatamente dall'Egitto — chiedesse l'assistenza del governo del Cairo per «eliminare sacche di resistenza». Intanto, in questo clima di guerra fredda, i libici hanno «esibito» alla televisione i due agenti egiziani incaricati della sicurezza dell'aereo della «Egyptair», arrestati sotto l'accusa di voler fon.ontare disordini e operazioni terroristiche. Stasera la televisione egiziana manderà in onda un'intervista con i tre autori del fallito dirottamento dell'apparecchio egiziano delle linee interne II Cairo-Luxor. Dalle due parti, beninteso, si parla di confessioni totali e dettagliate e di riconoscimento di consapevolezza. (Ansa-Ap) ria e le pressioni americane sull'Egitto per superare la riluttanza dei Paesi arabi. Dayan ha anche criticato il primo ministro Rabin e i suoi collaboratori per la valutazione positiva che essi danno dell'accordo per il Sinai concluso un anno fa con l'Egitto e ha ribadito di essere «assolutamente contrario» a tale patto perché II Cairo «non ha dato nulla in cambio delle concessioni territoriali israeliane» e le speranze del governo in un mutamento dell'atmosfera politica del Medio Oriente si sarebbero rivelate «infondate». «Anche la calma che ha regnato in questi ultimi dodici mesi nella nostra regione — ha dichiarato l'ex ministro della Difesa — non è un merito dell'accordo per il Sinai, ma semplicemente una conseguenza del fatto che l'Egitto e la Siria sono usciti sconfitti dalla guerra del 1973».

Persone citate: Dayan, Fahmi, Gheddafi, Rabin, Sadat