Strauss si presenta primattore nella campagna elettorale Cdu

Strauss si presenta primattore nella campagna elettorale Cdu Comincia, tra le polemiche, il dibattito in Germania Strauss si presenta primattore nella campagna elettorale Cdu (Dal nostro corrispondente) Bonn, 27 agosto. Il capo dei cristiano-sociali bavaresi, Franz Josef Strauss, ha annunciato iersera alla televisione che è disposto ad assumere il dicastero delle Finanze nel governo del democristiano Helmut Kohl se questi vincerà le elezioni del 3 ottobre e verrà eletto cancelliere. Kohl ha abbozzato un sorriso telegenico, annunciando a sua volta che il ministro degli Esteri del suo governo ombra sarà l'attuale capo del gruppo parlamentare democristiano Cari Carstens, al quale Strauss ha ceduto la poltrona soltanto ieri. Ma il focoso bavarese ha ripreso in mano le redini del dibattito (al quale partecipavano an che il capo dei socialdemocratici Willy Brandt e quello dei liberali Hans Dietrich Genscher) annunciando pubblicamente al candidato cancelliere che non si limiterà ad occuparsi delle finanze, ma seguirà atìche punto per punto la politica estera e quella della sicurezza nazionale. L'impressione che milioni di telespettatori hanno tratto dal primo dibattito televisivo dei «quattro grandi» a meno di 40 giorni dalle elezioni (impressione registrata negli ambienti politici e giornalistici) è che Strauss è la vera forza traente dell'unione dei partiti democristiani, il deus ex machina dell'opposizione. Vivace, aggressivo, Strauss ha tenuto banco, rispondendo con prontezza alle domande dei giornalisti, mentre Kohl ha insistito negli attacchi ai partiti di governo che limiterebbero la libertà personale e porterebbero la Germania «verso il socialismo». Sul tema libertà — che è minimo comune denominatore di tutti e quattro i partiti rappresentati in Parlamento — gli oratori si sono scambiati accuse e insulti, ciascuno rimproverando agli altri, con una serie di colpi bassi sotto la cintura, di ((avvelenare l'atmosfera». Non è stato uno spettacolo edificante quello fornito dai maggiorenti dei partiti politici tedeschi, escluso forse il liberale Genscher. Le emozioni, gli slogans propagandistici e la demagogia hanno prevalso sugli argomenti, le domande insidiose sono state evitate, Brandt e Kohl in particolare non hanno risposto agli interrogativi a loro rivolti, il primo dando l'impressione di essere lo svogliato portavoce del candidato socialdemocratico e cancelliere Helmut Schmidt, il secondo di essere l'ombra di Franz Josef Strauss, del quale cercava con lo sguardo consenso e appoggio. Helmut Kohl, che lunedì mattina renderà pubblica la lista definitiva del proprio gabinetto ombra, insiste anche oggi per un confronto televisivo diretto con il suo antagonista Helmut Schmidt. Ma questi, benché più versato nell'arte oratoria, e di battuta più pronta e sferzante, ha rifiutato di nuovo, facendo dire con alterigia dal portavoce del governo Klaus Boelling che «ha poco senso discutere con un uomo che non fia competenze neppure nelle proprie file». Sempre sdegnando Kohl, il portavoce Boelling ha aggiunto che la discussione televisiva di iersera ha mostrato chiaramente quali sono i rapporti di forza all'interno dell'opposizione, «chi è il cuoco e chi il cameriere». Per maggior chiarezza ha precisato che Kohl è «il generale» e Franz Josef Strauss «il generale che comanda». Ad avvelenare ulteriormente l'atmosfera sono venute altre dichiarazioni: i socialdemocratici hanno definito «un'infamia» l'affermazione democristiana che essi finanziano la campagna elettorale con i soldi del contribuente (si parla di 80 miliardi di lire) e hanno preannunciato che presenteranno denuncia alla magistratura; Schmidt e Brandt hanno accusato i democristiani di «istigare alla guerra civile», Kohl ha definito Schmidt «seminatore di panico». E via di questo passo, per cercare di ingraziarsi gli elettori indecisi. Attaccare senza perdono è la regola per la campagna elettorale suggerita dagli psicologi al servizio delle macchine di partito, puntare sull'anticomunismo viscerale della maggioranza dei tedeschi, ergersi a paladini della libertà. I ito Sansa

Luoghi citati: Bonn, Germania