Due sottufficiali di Padova incriminati come il capitano

Due sottufficiali di Padova incriminati come il capitano Comunicazioni giudiziarie per "attività sediziosa,, Due sottufficiali di Padova incriminati come il capitano Perquisizioni — senza esito — negli alloggi dei prevenuti - Lungo interrogatorio di Margherito che reagisce con accuse di "insubordinazione" nei suoi confronti (Dal nostro corrispondente) Padova, 26 agosto. Due grosse novità nel prosieguo delle indagini sul cosiddetto «caso Margherito», il capitano della Celere di Padova, arrestato lunedi scorso sotto la grave accusa di «attività sediziosa». Lo stesso magistrato inquirente, il Sostituto Procuratore militare, dott. Giuseppe Rosin, ha inviato due comunicazioni giudiziarie ad altrettanti sottufficiali della Celere per il medesimo reato previsto dall'articolo 182 del codice penale militare di pace. Contemporaneamente, e come diretta conseguenza dell'interrogatorio dell'ufficiale, avvenuto presso le carceri militari di Peschiera, il dott. Rosin ha avviato un'inchiesta parallela, per ora a carico di ignoti, per il reato di insubordinazione nei confronti del capitano Margherito. Le comunicazioni giudiziarie riguardano il vicebrigadiere Alfonso Mansu, 23 anni, nativo di Scola di Salerno, residente a Padova e il vicebrigadiere Stefano Verdini, 25 anni, di Corridonia (Macerata). Nei confronti dei due sottufficiali, il magistrato ha emesso anche due mandati di perqui- sizione che sono stati eseguiti dal capitano di P.S. Montalto. Sono stati perquisiti gli alloggi dei due sottufficiali, in servizio presso la caserma «Pietro Uardi», sede del secondo reparto Celere, lo stesso dove prestava servizio il capitano Margherito. Sono stati controllati armadi, armadietti e le valigie dei due vicebrigadieri. Sull'esito delle perquisizioni, l'autorità inquirente mantiene il più rigoroso riserbo; pare, tuttavia, che non siano stati raccolti elementi utili ai fini delle indagini. Le perquisizioni sono avvenute alla presenza dei legali di fiducia dei due indiziati, avvocato Paolo Zancan per il Verdini e l'avvocato Franco Antonelli per il Mansu. Per quanto riguarda l'interrogatorio al quale il capitano Margherito è stato sottoposto ieri nelle carceri militari di Peschiera, c'è da riferire che l'ufficiale è stato assistito dall'avvocato Giuseppe La Gatta, di Verona, dopo la rinuncia sia del padovano, avvocato Paolo Berti, sia del veronese Gilberto Tommasi. All'avvocato La Gatta, comunque, si è già affiancato il penalista radicale romano, onorevole Mauro Melimi. Da quanto è trapelato nelle tre ore di colloquio con il magistrato inquirente, il capitano Salvatore Margherito si sarebbe difeso con molta vivacità respingendo le accuse e facendo chiaramente intendere di essere stato a sua volta oggetto di mancanza di riguardo da parte di inferiori di grado. Il che significa, in termini militari, insubordinazione ed è stato evidentemente da tali dichiarazioni che è nata l'inchiesta parallela avviata stamane dal dottor Rosin. Si è appreso intanto che la segreteria regionale del partito radicale, in merito alla protesta di cinque radicali, svolta ieri davanti alla caserma «Pietro Uardi», e conclusa con il sequestro dei cartelli e l'identificazione dei dimostranti, ha preannunciato un esposto alla Procura della Repubblica per denunciare il «carattere illegale del comportamento delle forze di Pubblica Sicurezza, che hanno abusivamente sequestrato i cartelli senza lasciare verbali di sorta e per esporre l'atteggiamento violento provocatorio di militi e graduati, uno dei quali ha persino schiaffeggiato uno dei manifestanti». Dopo le prime vivaci reazioni registrate a livello politico e sindacale, tendenti a dare il massimo rilievo a questo caso per arrivare ad un ampio dibattito sulla smilitarizzazione, la riorganizzazione e il sindacato di polizia, attraverso l'attesa riforma, negli ambienti più direttamente interessati non si sono avute ulteriori prese di posizione. Attilio Trivellato

Luoghi citati: Corridonia, Macerata, Padova, Salerno, Verona