Juventus, un buon pareggio

Juventus, un buon pareggio Contro la Cecoslovacchia campione d'Europa uno a uno per i bianconeri Juventus, un buon pareggio I torinesi in vantaggio al 16' con un bellissimo gol di Tardelli - Nella ripresa risveglio dei cechi che replicano a 3 minuti dal termine con Pivarnik - Benetti ha potuto giocare soltanto venti minuti - 35.000 spettatori La Juventus ha colto un importante pareggio (1 a 1) nell'amichevole con la Cecoslovacchia sfiorando un clamoroso successo: soltanto a tre minuti dal termine, Pivarnik è riuscito a riequilibrare il risultato che sembrava ormai compromesso. Una Juventus, dunque, superiore alle previsioni, in salute, che ha tenuto testa a una Cecoslovacchia che non si è espressa ai vertici europei di due mesi fa ed è riuscita a conservare la propria imbattibilità (è il ventitreesimo risultato utile consecutivo) con un acuto di Pivarnlk nel finale. La voglia » di calcio ha richiamato allo Stadio Comunale 35 mila spettatori: grande la curiosità di rivedere la rinnovata Juventus e altrettanto giustificato l'interesse per l'esibizione della Cecoslovacchia, che due mesi fa, a Belgrado, si era meritatamente laureata campione d'Europa. Una squadra, quella cecoslovacca, con un ruolino di marcia eccezionale. Il « miracolo » ceco è spiegato dai risultati. Dall'ottobre 74 (sconfitta a Wembley per 3 a 0 con l'Inghilterra), la Cecoslovacchia ha ottenuto dieci vittorie (battendo, tra le altre, Inghilterra, Urss, Olanda e Germania Ovest) e dodici pareggi con 47 gol all'attivo e 21 al passivo. Jezek aveva adottato la politica dei « blocchi » nella fase finale del campionato continentale, utilizzando la difesa dello Slovan Bratislava. Ieri sera, invece, nel primo tempo ha presentato una squadra mosaico priva della coppia difensiva centrale composta da Capkovic e Ondrus. Curioso notare che non figurava nei primi 45 minuti nessun elemento del Banikstrav, campione ceslovacco, i cui rappresentanti, il portiere Michalik e il centrocampista Slany erano in panchina. E' una squadra, quella « rossa », che adotta una tattica di rimessa accoppiata a un notevole dinamismo, ma che, quando deve attaccare, lo fa anche con sei-sette uomini. Era la prima volta che la Cecoslovacchia giocava dopo il trionfo di Belgrado e, naturalmente, i giocatori dovevano riprendere confidenza con lo schema e ritrovare l'intesa. Non si è vista, dunque, quella fluidità di gioco e di ritmo che aveva caratterizzato le due partite con Olanda e Germania Ovest. L'andatura piuttosto blanda dei cechi ha consentito ad una Juventus concentrata e in netto progresso di gioco, di prendere le misure GII applausi erano Indirizzati invece alla Juventus che al 9' dava vita a una bella e incisiva manovra: Causio s'involava sulla destra e traversava al centro dove Bettega, di petto, appoggiava indietro a Boninsegna che scaricava il suo sinistro mandando il pallone a fil di palo. E' la prima palla toccata dall'ex interista. La Juventus giocava con Cuccureddu su Nehoda, Gentile su Masny e Morini su Moder. A centro campo si fronteggiavano Furino-Pollak, Tardelli-Panenka, Marchetti-Dobias. Sul fronte offensivo Causio era seguito da Gogh, Boninsegna era chiuso nella morsa Dvorak-Jurkemik, mentre Bettega se la vedeva con Biros. Si metteva in evidenza Tardelli, dimostrando una gran dimestichezza nel ruolo di mezzala: notevole era la sua attività sia all'attacco (proficui gli scambi sulla destra con Causio), sia In fase di copertura. Il tandem Tardelli-Causio. varato da Trapattoni, è una soluzione assai interessante e che potrebbe anche diventare definitiva. Tardelli si è rivelato efficace anche in fase conclusiva: al 10' sferrava un gran tiro che sfiorava il palo. Il centro campo della Juventus era imperniato su Marchetti, nella funzione di coordinatore, fiancheggiato da Furino sulla sinistra e, come si è detto, da Tardelli sulla destra, e surrogato dai ripiegamenti di un attivissimo Bettega. Al 12' i cecoslovacchi si rendevano pericolosi nei pressi di Zoff: su un cross di Pollak dalla destra, troppo alto per Zoff, Cuccureddu salvava in extremis in calcio d'angolo su Nehoda. La Juventus si riportava all'attacco e al 16' passava in vantaggio grazie ad uno splendido gol di Tardelli. L'azione era partita dal piede di Marchetti che aveva centrato trovando Boninsegna pronto alla finta: la palla viaggiava verso Tardelli che di sinistro - bruciava » Viktor con un rasoterra angolatissimo e imparabile. La replica della Cecoslovacchia era blanda e il pubblico fischiava la • melina » degli ospiti. Poi il gioco si ravvivava grazie a Pollak, che tentava l'uno-due con Nehoda. Ma la difesa bianconera stroncava l'iniziativa del capitano cecoslovacco. La Juventus si rifaceva viva nei pressi di Viktor con un tiro di Boninsegna neutralizzato dal portiere cecoslovacco, e al 22' sfiorava il gol con un gran destro al volo di Bettega (su centro di Marchetti) : Viktor neutralizzava. Rovesciamento di fronte e gran « bordata » da circa venticinque metri del terzino Gogh, che Zoff bloccava a terra. Si distendeva in avanti la Juventus, con una combinazione Causio-Scirea. Quest'ultimo scavalcava Dvorak con un palleggio aereo e centrava in velocità per Boninsegna, che sciupava l'azione sbagliando il passaggio finale. L'iniziativa tornava ai cecoslovacchi, che costruivano la prima palla-gol al 33': su corner di Masny, Nehoda, di testa, mancava di un soffio il bersaglio. Era l'unica fiammata da parte dei « rossi », che continuavano a macinare gioco, ma senza accelerazioni. Decisamente più vivace la manovra della Juventus. Dopo l'intervallo, la Juventus si ripresentava in campo immutata, mentre tre erano le novità nella Cecoslovacchia: l'esordiente Michalik tra i pali al posto di Viktor, Pivarnik in difesa al posto di Biros e Slamy subentrava a Panenka a centrocampo. L'avvio di ripresa era quasi rabbioso per i cecoslovacchi i quali, negli spogliatoi, devono essere stati richiamati da Jezek ad un impegno superiore. La difesa della Juventus, infatti, era messa sotto pressione, ma erano i bianconeri a rendersi pericolosi in contropiede, come al 15' quando Boninsegna. servito da Causio, impegnava coff ' un tiro violento Michalik. Cresceva alla distanza la Cecoslovacchia ma collezionava soltanto dei calci d'angolo senza impegnare direttamente Zoff. La differenza di preparazione fra le due squadre veniva a galla e al 20' Trapattoni inseriva forze fresche in formazione. Gori subentrava a Bettega come « spalla » di Boninsegna mentre Benetti rilevava Tardelli nel ruolo d'Interno e faceva così il suo debutto in maglia bianconera. Due minuti dopo la Cecoslovacchia effettuava l'ultima sostituzione programmata: Moder rientrava negli spogliatoi cedendo il posto a Svehiik. Molto attenta la difesa bianconera con Morini, Gentile e Cuccureddu in evidenza e con Scirea pronto a sganciarsi per surrogare il centrocampo dove Benetti — alla sua prima partita dopo l'infortunio riportato durante il ritiro di Villar Perosa — cercava di fare un lavoro di tamponamento. Alla mezz'ora Marchetti effettuava un bel lancio sulla sinistra per Gentile il cui cross non era però agganciato da Boninsegna. Pronta la risposta della Cecoslovacchia con una ficcante manovra che Furino stroncava in calcio d'angolo sfiorando l'autogol. Il piccolo « capitano » si produceva poi in un gran tiro da fuori area, ma Michalik non si lasciava sorprendere. Poi era Dobias a tentare la via del gol mandando il pallone a lambire il montante sulla destra di Zoff. La Cecoslovacchia concretizzava la sua superiorità territoriale all'87' al termine di una lunga azione: Nehoda serviva Pivarnik che da una ventina di metri sorprendeva Zoff infilando il pallone nel « sette » sulla sinistra del portiere che riusciva soltanto a sfiorare il bolide. Bruno Bernardi JUVENTUS: Zoff; Cuccureddu, Gentile; Furino, Morini, Scirea; Causio, Tardelli (dal 65' Benetti), Boninsegna, Marchetti, Bettega (dal 65' Gori). CECOSLOVACCHIA: Viktor (dal 45' Michalik); Biros (dal 46' Pivarnik), Dvorak, Jurkemik, Gogh; Pollak, Moder (dal 67' Svehiik), Dobias; Masny, Panenka (dal 46' Slamy), Nehoda. Arbitro: Casarin di Milano. Reti: Tardelli al 16', Pivarnik aH'87\ Un tuffo di Bettega che non è andato a segno (Foto > La Stampa », Bodo e De Angeiis)