Alle Molinette un medico apre le porte dell 'ascensore e cade nel vuoto: grave

Alle Molinette un medico apre le porte dell 'ascensore e cade nel vuoto: grave Nella clinica odontostomatologica; l'impianto era in riparazione Alle Molinette un medico apre le porte dell 'ascensore e cade nel vuoto: grave La vittima è il prof. Remo Modica, 52 anni: ha riportato trauma cranico e frattura - Racconta: "Ho schiacciato il pulsante, le porte si sono aperte, ho fatto un passo, ma la cabina non c'era " - Salvato dai pompieri - Tre inchieste Il prof. Remo Modica, 52 anni, specialista della Clinica odontostomatologica della Università, diretta dal prof. De Michelis, è in gravi concezioni al Centro di rianimazione delle Molinette. Ieri mattina, mentre si trovava nel reparto, è precipitato nel « pozzo » dell'ascensore da un'altezza dì circa 8 metri. La porta automatica del montacarichi si è inspiegabilmente aperta mentre la cabina stava scendendo al piano terreno. Al mumento dell'incidente, che poteva costare la vita al clinico, l'ascensore era fuori servizio per un guasto e un operaio stava lavorando nella cabina-comando per rimetterlo in funzione. La ricostruzione dell'accaduto è stata fatta in base alle testimonianze degli infermieri e al racconto dello stesso prof. Modica. Alle 8,20 circa l'ascensore si è bloccato al secondo piano e subito il personale dei servizi tecnici si è messo in contatto con la ditta incaricata della manutenzione. L'operaio è arrivato alle 9 e si è messo al lavoro. In quel momento il prof. Modica — che abita con la moglie e due figli in viale Thovez 43/20, e ha lo studio in via S. Pio V 27 — è uscito dal reparto e ha incontrato una paziente sul pianerottolo del secondo piano. L'ascensore era ancora in riparazione, ma il clinico non vi ha fatto caso. Racconta: « Mentre chiacchieravo, ho premuto meccanicamente il pulsante di chiamata. Dopo alcuni secondi le porte automatiche sono scattate. E' vero che non si sono aperte completamente, ma, indaffarato com'ero, mi sono subito infilato nel varco. Ho latto un passo e mi è mancata la terra sotto i piedi ». La cabina, un istante prima ferma al secondo piano, era in movimento verso il basso. Il corpo del medico è piombato sul tetto, poi è scivolato lungo la fiancata ed è finito sui blochi di cemento che si trovano alla base del pozzo, dove l'ascensore termina la corsa. « Per mia fortuna — ricorda il prof. Modica con un brivido — la cabina si è arrestata al primo piano. Per un attimo ho ie- muto che si rimettesse in moto e mi schiacciasse contro il pavimento. Allora mi sono messo ad urlare: "Non toccate i pulsanti, state fermi, chiamate il tecnico" ». Lo hanno udito gli infermieri. La porta del primo piano è stata sfondata e uno di loro si è calato nel vano, seguito da un a hi a re a o ie- dottore che ha praticato al collega un'iniezione cardiotonica. Poi sono arrivati i vigili del fuoco che con corde e scale sono riusciti a liberare il clinico dalla pericolosa posizione. Il prof. Modica è stato portato nel reparto del prof. Ciocatto e visitato dal prof. Fasano. La pro- o ! gnosi è riservata: ha riportato la ' frattura del ginocchio sinistro, una lussazione alla spalla destra, trauma cranico e ferite al volto. Sull'episodio, il dott. Manzoni, direttore amministrativo delle Molinette ha detto: « Faremo accertamenti e chiederemo spiegazioni alla ditta "Sttgler Otis" che ha l'incarico di provvedere id i, ii. a è n ana manutenzione, di tutti gli ascensori delle Molinette. Per ora l'incidente appare inspiegabile ». Anche per i tecnici della « SUgler Otis » l'improvvisa apertura della porta non trova giustificazione nei sistemi di sicurezza di cui è dotata ogni cabina. « Non è mai successo — dicono — i meccanismi sono automatici e scattano solo quando l'ascensore raggiunge il pianerottolo da cui è part'ta la chiamala. Da parte nostra abbiamo chiesto l'intervento di un esperto ». Sono state ordinate tre inchieste: una del Genio civile che ha l'incarico di controllare tutti gli impianti delle Molinette; l'altra dell'Enpi; la terza dell'amministrazione ospedaliera. + Migliorano le condizioni di Mauro Borio, via Somalia 1, lo studente di 14 anni, caduto l'altro giorno, mentre giocava, nel pozzo del collettore in costruzione a fianco della ferrovia di via Onorato Vigliani. Ieri ha superato lo stato di choc ed ha raccontato la brutta avventura ai parenti. Il Comune, appresa la notizia, ha disposto un sopralluogo che è stato compiuto ieri mattina dall'assessore ai Lavori pubblici, Marziano Marzano. Lo accompagnavano alcuni tecnici che hanno verificato lo stato dei lavori e preso misure per evitare il ripetersi di simili incidenti. Successivamente l'assessore è andato al capezzale dell'infortunato per portargli gli auguri del sindaco. l carenza. Dobbiamo muoverci lunI go due vie. Da un lato occorre garantire l'assistenza ai traumatizzati, dall'altro creare tutta una serie di servizi indispensabili per risolvere in modo globale il pròI blema dei paraplegici ». Il grosso scoglio che gli invalidi incontrano per sottoporsi alle cu re è itrano per sottoporsi alle cu- 1 di ordine finanziario. Pochis- simi sono in grado di affrontare lunghe degenze in ospedale all'estero. I paraplegici ricorrono in genere, al prof. Hachen di Ginevra. Ma la Svizzera non aderisce al Mec perciò il rimborso dell'assistenza mutualistica avviene per quote fisse, 23 mila lire gornaliere. Una delibera regionale dello scorso anno stabilisce invece un rimborso pari al 50 per cento della spesa totale nel caso di malattie più gravi (neoplasie, neuro e cardiochirurgia, trapianti d'organi). L'assessore Enrietti ha promesso che proporrà alla giunta una nuova delibera per estenderne i benefici anche ai paraplegici Intanto si pongono le basi per creare in Piemonte strutture in grado di accogliere i paralizzati. Si è iniziato un censimento di tutti i casi verificatisi negli ultimi 10 anni. « Purtroppo solo 11 dei 40 ospedali distribuiti sul territorio regionale, ci hanno risposto ». I dati confermano che si tratta di un fenomeno di vaste proporzioni. Dal solo Centro traumatologico sono stati segnalati 336 traumi di varia gravità « Abbiamo preso contatto — prosegue l'assessore Enrietti — con il prof. Hachen per chiedergli di istruire un'equipe italiana. Dal canto nostro garantiremo ai medici e al personale infermierls'Aco prescelti, una borsa di studio per la durata del corso e il mantenimento del posto di lavoro ». Soltanto quando il personale sarà addestrato si potrà an*rontare con cognizione di causa il problema delle strutture. « Ma per questo purtroppo occorrerà ancora tempo ». Il prof. Remo Modica, con la figlia Annalisa - La moglie Maddalena Migliavacca

Persone citate: Ciocatto, De Michelis, Enrietti, Fasano, Maddalena Migliavacca, Manzoni, Marziano Marzano, Mauro Borio, Pio V

Luoghi citati: Ginevra, Piemonte, Svizzera