Il ministro spiega la scelta nucleare di Emilio Pucci

Il ministro spiega la scelta nucleare DONAT-CATTIN A LA STAMPA Il ministro spiega la scelta nucleare Quattro impianti da mille megawatt nel Lazio e Molise - In quale misura ridurremo la dipendenza dell'Italia dal petrolio Roma, 24 agosto. Il ministro dell'Industria Donat-Cattin ha inviato oggi a La Stampa alcune precisazioni in merito alla costruzione delle centrali nucleari. L'Enel, chiarisce Donat-Cattin, ha spedito due lettere di intenti alle due concessionarie dei sistemi General Electric (Iri) e Westinghouse (Fiat - Breda Finmeceanica) per la costruzione di quattro impianti nucleari da 1000 megawatt, due nell'alto Lazio (col sistema General Electric) e due nel Molise (Westinghouse). «La questione del sito nell'alto Lazio — dice il ministro — è prossima alla definizione; quella del Molise no». Secondo il programma energetico dovrebbero ora essere appaltate altre otto unità, sempre da 1000 megawatt ciascuna. Donat-Cattin riferisce che sono in via di definizione siti per due centrali ciascuno in Piemonte, Lombardia e Puglia. Più complicata si presenta la definizione delle due centrali in Puglia: «Perciò l'ente elettrico sta predisponendo le gare per sei degli otto impianti (e quindi non ha inviato alcuna lettera di intento) e "opzioni" per gli altri due, finché non sia individuato il sito». Va pure avanti il programma per contenere la dipendenza dall'estero negli approvvigionamenti di uranio, il minerale che serve per far funzionare le centrali nucleari. Sono in piedi diversi progetti europei di collaborazione e, in proposito, il ministro afferma che «camminano le nostre partecipazioni agli impianti di arricchimento (Eurodif e Coredif) e al progetto autofertilizzante Superphoenix». Il programma nucleare, come è noto, rientra nel piano nazionale energetico approvato dal Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) nel dicembre scorso. In particolare, gli impianti nucleari, una volta realizzati, permetteranno di raddoppiare la capacità produttiva elettrica del Paese e di garantire il nostro fabbi- sogno energetico, riducendo al tempo stesso gli indebitamenti con l'estero. La realizzazione del programma, però, comporterà anche un aumento delle bollette della luce, pari al 60 per cento, da distribuirsi entro il 1980. Il primo rincaro delle tariffe elettriche dovrebbe scattare nel prossimo autunno (si parla del 2030 per cento). Punti principali del piano energetico, oltre alla «scelta nucleare», sono: il completamento del programma di centrali termiche tradizionali; il massimo sfruttamento idrico, utilizzando anche gli impianti di pompaggio; la garanzia di un regolare afflusso dei rifornimenti petroliferi necessari a mandare avanti le centrali tradizionali; il coordinamento della politica energetica. Così operando, gli esperti stimano che la quota dei consumi di energia coperta dal petrolio scenderà in Italia dall'attuale 70,7 per cento al 65-67 per cento nel 1980 e al 55-60 per cento nel 1985; le due percentuali previste per il 1980 e il 1985 si riferiscono alle due ipotesi, minima e massima, di sviluppo del reddito nazionale ad una media annua del 4 per cento annuo la prima, del o per cento la seconda. La «via nucleare» costerà più di 8000 miliardi di lire. Per finanziare questi investimenti, il programma energetico nazionale prevede: l'aumento del fondo di dotazione all'Enel dagli attuali 250 miliardi a 2250 miliardi entro il 1980; l'aumento progressivo delle tariffe elettriche (60 per cento) nei prossimi cinque anni. I nuovi impianti nucleari dovrebbero poi offrire interessanti prospettive all'industria elettromeccanica strumentale italiana. L'acquisto di una vasta esperienza sul piano nazionale in un settore tecnologicamente avanzato come quello nucleare e il volume delle ordinazioni dovrebbero rappresentare la base per una maggiore penetrazione nei mercati esteri dei nostri macchinari. E già sono in corso importanti trattative con diversi Paesi asiatici. Inoltre, Donat-Cattin dovrebbe recarsi in ottobre a Bagdad per concludere un primo accordo di sviluppo, che rientra negli obiettivi del piano energetico. Gli accordi di sviluppo consistono nell'offrire prodotti della nostra industria all'estero, in cambio di petrolio. Al ministero dell'Industria intanto si sta anche mettendo a punto il decreto relativo alla regolamentazione del riscaldamento nelle case. Il provvedimento, che rientra fra gli impegni programmatici del governo Andreotti, prevede in pratica un miglior isolamento termico dei fabbricati in costruzione e accorgimenti (ad esempio termostati), capaci di staccare autonomamente il riscaldamento quando la temperatura interna raggiunge un certo livello prestabilito. Inoltre, verranno individuate fasce di zone per stabilire le ore giornaliere di accensione di termosifoni e stufo. Il fine è quello di ridurre di un 30 per cento il consumo di carburante e di far così diminuire il peso delle importazioni di greggio sulla bilancia commerciale italiana. -, ... n Emilio Pucci

Persone citate: Andreotti, Donat-cattin