I lettori discutono

I lettori discutono I lettori discutono La legge dei 7 anni Nicola Adelfi, nell'articolo « Voi e noi » pubblicato su « La Stampa » odierna, riguardante l'iniqua legge dei 7 anni, ha precisato che i benefici concessi ai combattenti in applicazione della predetta legge, sono stati estesi ad una °,o\a categoria di ex combattenti e cioè ai soli dipendenti pubblici. Questo non è esalto perché lo scrivente, dipendente pubblico, combattente dell'ultimo conflitto 1940-43, pluridecorato al Valor Militare (come tanti altri), non ha potuto beneficiare della ingiusta legge 336/70, in quanto collocato in pensione prima dell'8 marzo 1968. Quindi ritengo opportuno puntualizzare che anche fra i dipendenti pubblici vi è stata una discriminazione, vale a dire che nella categoria dei pensionati solo quelli collocati in quiescenza dopo l'8 marzo 1968 hanno potuto beneficiare della predetta legge, gli ante, niente. Cesare Ferrerò. Ast! Libri inaccessibili non solo in Sardegna Ho letto negli ultimi numeri de La Stampa alcuni interventi di persone competenti su problemi universitari, [n generale si muovono critiche giustissime alla scarsa preparazione scientifica e didattica dei futuri tecnici o insegnanti. Ma nessuno finora ha toccato il tasto doloroso delle biblioteche pubbliche, potenziali organi sussidiari di qualsiasi preparazione. L'Italia è ben fornita di biblioteche e archivi, e le biblioteche a quanto mi risulta hanno fondi per acquistare almeno le opere più importanti di nuova pubblicazione. Quello che manca invece è il personale, e anche la volontà di farle funzionare bene e in orari accessibili al grande pubblico; spesso manca lo spazio per tenere i libri. Uno dei motivi principali del fallimento della riforma della scuola media e l'impossibilità per i giovani di effettuare ricerche, perché non c'è nessuno nelle biblioteche che li agevoli e li introduca nel mondo della scienza. Uno dei motivi per cui i laureati preparano tesi affrettate e poco specializzate è ugualmente la difficoltà di accedere alle biblioteche, la grande lentezza con cui avviene il prestito esterno tra una biblioteca e l'altra. Senza scendere in particolari, posso affermare che la situazione didattico-culturale della città di Cagliari e delle sue Facoltà umanistiche (non sono competente per le altre) è tipica, come non plus ultra di disorganizzazione, ma non molto distante da quella di altre città. La vecchia e sconnessa Biblioteca statale chiude alle 14, ma i giorni prefestivi alle 12,30; l'Archivio di Stato dispone di 25 posti e sta aperto dalle 9 alle 12. Nel pomeriggio restano aperte solo le biblioteche di facoltà, ma la biblioteca della facoltà di Scienze politiche è chiusa da tre anni per mancanza di personale. Se i radicali hanno marciato sulla Maddalena mandando avanti un individuo simbolico in catene rappresentante la Sardegna, ebbene io posso affermare che la prima catena posta al collo della Sardegna è quella della cultura e dell'informazione, senza la quale l'isola non sarà mai libera. I Bibliobus funzionanti nei Paesi più civili, come la Svizzera e il Belgio, non appena apparsi sulle piazze italiane sono finiti ad arrugginirsi in qualche rimessa. Il popolo protesta se manca il pane, non si può pensare che protesti per la mancanza di libri: leggere è difficile, è impegnativo, non lo si può fare in compagnia. Eppure se gli Italiani non imparano a leggere qualcosa di diverso dai fumetti non potranno superare alcuna crisi né ottenere primati scientifici. Leo Neppi Modona docente di lingua francese presso la facoltà di Scienze politiche di Cagliari La più bella gioventù Riferendomi all'articolo di Jemolo « Perché hanno perso il senso della vita » apparso su La Stampa del 10 agosto u. s., mi permetto di fare una riflessione. Ho 26 anni, e mi metto fra quei giovani di cui parla l'articolista. Per quanto mi riguarda, non sono mai stato sordo alle prescrizioni dei medici, non ho mai trascurato le segnalazioni stradali, non mi sono mai drogato e, soprattutto, non ho mai vissuto alla giornata proponendomi di ricavare ad ogni costo il massimo del piacere. E con me tutti gli amici che ho frequentato e che frequento. Il ritratto che lemolo fa della gioventù è desolante: drogati, alcolizzati, fumatori incalliti, viziosi di ogni genere. Ma non è così, tutt'altro. Certo, c'è una percentuale che corrisponde alla descrizione dell'articolista, ma quei ragazzi son così anche grazie all'esempio ricevuto dal mondo in cui vivono, dagli adulti. I giovani hanno invece una bellissima qualità che la grande maggioranza delle persone ha perso, chiudendosi in un egoismo sempre più spietato: è l'altruismo. Un altruismo genuino, spontaneo; una generosità illimitata; una naturale disposizione a schierarsi con il povero, a sacrificarsi per il debole, l'indifeso; un'istintiva repulsione per la guerra e per ogni forma di violenza. Pietro Brosio. Torino

Persone citate: Leo Neppi Modona, Nicola Adelfi, Pietro Brosio

Luoghi citati: Belgio, Cagliari, Italia, Sardegna, Svizzera, Torino