Supertorneo per le moto? di Giorgio Viglino
Supertorneo per le moto? Già allo studio degli inglesi Supertorneo per le moto? Dovrebbe svolgersi veramente in tutto il mondo con 50 piloti - Sovvenzionati da "sponsors" (Dal nostro inviato speciale) Brno, 23 agosto. Da Brno vanno via tutti alla spicciolata, senza fretta, perché I programmi stretti non lasciano il tempo di tornare a casa e, del resto, al Nuerburgring si comincia a provare soltanto giovedì. Il Gran Premio ha quindi una coda, un fiume di parole, discussioni che difficilmente si ha modo di fare e che potrebbero anche portare a qualcosa di costruttivo — e rivoluzionarlo — in tempi brevi. Le gare lasciano scie relativamente modeste proprio perché prevedibili e soprattutto in questo sport che è un'abbinata moto-pilota si sa che è difficile smuovere una situazione di fatto, una superiorità totale come quelle messe In mostra da Sheene-Suzukl, da Blanchl-Morbidelli e da Villa-Aermacchi H.D. L'ho già scritto Ieri che Villa è in questo momento il top-leader del motociclismo mondiale, ma bisogna ripeterlo un poco perché prima che entri nella testa della gente sono convinto occorra parecchio tempo e poi anche perché da una lettura sommaria dei giornali non sono tanto certo dei concetti espressi. Nel diversi passaggi dal foglio sulla macchina da scrivere a quello di giornale, so per certo che è venuto fuori ad esempio un concetto totalmente ribaltato: quel nessuno di Newbold, non ha assolutamente meritato la vittoria, l'ha invece rubata a Tepl Lanslvuori che si porta appiccicata addosso una scalogna che nel motorismo ha un solo precedente, quello di Chris Amon, In Formula 1. Il duello in chiave avveniristica, ma magari attuale fin da domenica prossima, è tra la macchinetta arancione di Villa e il gioiello Mv di Agostini per una 350 ce più combattuta che mai. In tempi brevi un minimo di chances si devono pur concedere a Cecotto e a Mortimer, che recita la sua parte onestamente. Ma II discorso vale In prospettiva, per la prossima stagione, se tutto continuerà come adesso, quando si dovrà realizzare che è impossibile tenere In vita la battaglia nella 500 ce, con una moto ufficiale per Sheene (e altre due inutili per cascatori come Newbold e Williams) e tante private della stessa marca ma nettamente inferiori per tutti gli altri. Entrerà anche la Morbìdelli nelle cilindrate maggiori, ora che la 250 ce è una realtà, e la 350 ce è ormai competitiva con il nuovo telaio tedesco, ovviamente però puntando sempre sugli uomini sicuri. I giovani, questo terzetto nuovo tutto Italiano composto da Ferrari, Lucchinelli e Uncini, possono esprlmersi a livello di scuderia, ma non imboccano la strada di un professionismo serio. Il limite lo vanno a cercare cadendo, per poi dire con sorpresa » l'ho trovato », vivono nevroticamente questa che per loro dovrebbe essere un'esperienza formativa e felice, hanno Incubi notturni, finiscono Infortunati senza correre perché cadono un paio di volte da un letto a castello. Dico l'episodio e non II protagonista, proprio perché nei diversi caratteri, nelle personalità appena abbozzate, I tre si assomigliano come gocce d'acqua, frutto quindi di uno stereotipo copiato fedelmente. Era più facile credere nella contrapposizione di caratteri veri, tra il Pasolini quieto per quanto può esserlo un romagnolo, il Villa modesto ma duro e polemico da sempre, l'Agostini brillante e volutamente fatuo. Tanto più tacile, che se il Paso non l'avesse portato via quel macello a Monza, saremmo li a discutere su tutti e tre, Bartali, Coppi e Magni, che ancora non hanno trovato il Gimondl cui lasciare una tradizione di popolarità, ma anche e soprattutto la qualità del campione. Nelle chiacchiere della serata ceka, in questo asettico ambiente internazionale solidamente schermato dalla realtà del paese ora ben diversa dagli anni della reazione d'influsso sovietico, è venuto a galla un progetto In apparenza fantascientifico e Invece praticamente di assai facile realizzazione. E' un campionato mondiale privato, corso cioè al di fuori della Firn e delle sue croniche incapacità. Un totale tra 20 e 25 Grandi Premi, da disputare realmente in tutto il mondo e nell'arco di tutto l'anno a compendiare le stagioni opposte europea e australiana, ma anche ad unire America ed Europa, e nell'altro periodo dell'anno l'altra America, quella latina, Australia e Nuova Zelanda. Cinquanta corridori In tutto, con elementi di riserva per eventuali Incidenti, frutto di una selezione accurata, tre o quattro classi soltanto. E' l'unico modo per avviarsi ad un professionismo totale e ad una garanzia assoluta anche sul piano della sicurezza. Il progetto è di marca inglese quindi doppiamente realizzabile proprio per la forza che il motorworld britannico può esercitare nel mondo. Sponsors sarebbero Cocacola, Marlboro, due compagnie aeree (la Canadlan-Paclfic e un'altra dell'estremo oriente) e, forse, la Exxon, matrice della nostra più borghese Esso. Ora la parola definitiva tocca alle Case giapponesi e se i britannici riusciranno come sembra a tirare dalla loro parte non soltanto le marche attualmente impegnate, Yamaha e Suzuki, ma addirittura Honda e Kawasaki il gioco sarà fatto. Salvo vedere poi vincere una MV dalla produzione miniaturizzata o un'Aermacchi che mal tollera il padrinato statunitense Harlev Davidson. Giorgio Viglino Walter Villa
Luoghi citati: America, Australia, Europa, Monza, Nuova Zelanda
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