Arrestato un assicuratore di Tortona Gli investigatori: "È lui l'assassino!,,

Arrestato un assicuratore di Tortona Gli investigatori: "È lui l'assassino!,, Il giovane ucciso al Castello davanti alla sua fidanzata Arrestato un assicuratore di Tortona Gli investigatori: "È lui l'assassino!,, Ventinovenne, ex cameriere, sposato con una "entraineuse" tedesca e separato dalla moglie - E' stato bloccato in Svizzera: girava con la pistola - Spiccato dal giudice il mandato di cattura per omicidio e chiesta l'estradizione - Il magistrato dichiara che contro di lui esistono "indizi di colpevolezza numerosi e validi" (Dal nostro inviato speciale) Tortona, 23 agosto. La gendarmeria elvetica, venerdì sera a Basilea, ha arrestato per porto abusivo d'arma Silvano Campiglio, 29 anni, di Tortona: è l'uomo ricercato dai carabinieri per l'assassinio di Giuseppe Vacchelli, lo studente ucciso con tre colpi di pistola mentre passeggiava lungo un sentiero di collina con Laura Gabatelli, la fidanzata. Gli davano la caccia fin da mercoledì sera, quando sono maturati i primi sospetti a suo carico: esibizio¬ ne in pubblico d'una pistola simile a quella con cui è stato compiuto il delitto; abbigliamento abituale, quello descritto dalla ragazza (camicia e pantaloni cachi); scomparsa improvvisa dal paese. Stamane, in base a questo e ad altri indizi, il Procuratore della Repubblica Canoira ha emesso nei suoi confronti ordine di cattura per omicidio volontario aggravato, porto e detenzione abusiva d'armi. E' già stata avanzata anche richiesta d'estradizione. Chi è Silvano Campiglio? «Un balordo, un povero sbandato», dicono di lui a Tortona, dove si scopre all'improvviso che era conosciutissimo. Trovi cento persone pronte a raccontarti la sua storia, dalla fanciullezza al momento in cui il suo nome appare sul bollettino dei protesti cambiari. Figlio di un tipografo in pensione e di una negoziante d'alimentari, ha un passato movimentato: denunce per furti commessi da minorenne, riformatorio, qualche tempo in casa di cura per epilessia. Intorno ai vent'anni trova impiego come cameriere. In questa veste se lo ricorda anche il padre di Laura Gabatelli, mentre con un conoscente commenta la notizia dell'arresto. «Ma, poi — dice — per alcuni anni non l'ho visto più». Silvano Campiglio, in effetti, per alcuni anni non dà più notizie di sé. Scompare subito dopo il servizio di leva. Torna in paese verso il '70. E' sposato con una giovane tedesca, ha una figlia. Fa capire a tutti d'aver fatto fortuna, spende e spande, facendosi vedere sempre più spesso allo «Chalet», l'albergo presso il Castello di Tortona dove pare abbia anche lavorato quando faceva il cameriere. Adesso, invece, è il titolare di un'agenzia d'assicurazioni. Corrono tante voci sul suo conto. Si dice dapprima che sua moglie sia proprietaria in Germania d'una farmacia. Poi c'è chi scopre che la donna fa la entraineuse. Tutti, alla fine, concordano nel dire: è lei che mantiene il marito. A un tratto la donna sparisce; sta via un paio d'anni; chiede e ottiene la separazione. Ricompare all'improvviso un paio di settimane fa: si prende la figlia e riparte. E' un colpo per l'ex cameriere ora assicuratore, con (pare) poca fortuna. L'uomo è sempre più spesso nei locali. Ora scende di meno, ma beve sempri di più. Ha una manìa, quella delle armi. Compera costosi fucili da caccia; li tiene un anno, poi li rivende per acquistarne di più moderni e sofisticati. Maneggia anche pistole: una volta ne mostra una, poi ne impugna un'altra. Martedì 17 agosto va allo «Chalet» con un borsetto di pelle chiara. Lo esibisce per la prima volta. Gli amici lo canzonano: «Anche tu ti lasci contagiare dalla moda». Se lo lascia dire alcune volte; poi svela il suo segreto. Apre il borsetto e compare una pistola, una «Smith and Wesson» calibro 38. Comincia un lungo discorso sulla sua passione per fucili e pistole; annuncia d'aver messo gli occhi su una «Magnum». Uscito dal bar dell'albergo, Silvano Campiglio s'incontra con un conoscente, un ex partigiano. Mostra l'arma anche a lui, la provano. Si arriva a mercoledì 18 agosto. Giuseppe Vacchelli e Laura Gabatelli si incontrano ai piedi del castello; imboccano il sentiero degli innamorati. Fra loro corrono mille gesti di tenerezza. Parlano, stanno stretti assieme. Alla ragazza però non sfugge un uomo con camicia e pantaloni cachi. Lo vede per la prima volta seduto, poi in piedi. Lo indica anche al fidanzato. Giuseppe non gli dà peso, nemmeno lei ci pensa più. Poi l'uomo ricompare, li incrocia in cima al sentiero. 1 due fidanzati guardano la camicia di Giuseppe che s'è strappata accanto a un ramo. Laura lancia un'occhiata allo sconosciuto. L'uomo passa ed è alle loro spalle. Pochi passi, poi un'esplosione. Il proiettile colpisce alla schiena Giuseppe Vacchelli. Il giovane si gira su se stesso; l'assassino spara altre due volte. Poi si butta sul ragazzo che rantola sul sentiero e mormora una preghiera. Lo colpisce con il borsetto. Un borsetto di pelle chiara. Laura lo vede bene. Ha ancora negli occhi quell'immagine e la visione dell'uomo che tenta di ghermirla. Si divincola, urla. L'assassino scompare. I carabinieri ricostruiscono le fattezze dell'assassino, raccolgono indizi che portano a Silvano Campiglio; mettono una pattuglia a guardare la sua abitazione in via Valle 6, una villetta a poca distanza in linea, d'aria dal sentiero della tragedia. L'uomo è scomparso; non c'è più nemmeno la «Land Rover» targata Torino su cui da qualche giorno lo vedevano viaggiare. Gli inquirenti non fanno parola dei loro sospetti. Lasciano capire «di attendere una mossa» da qualcuno che può essere importante per le indagini. Non sanno ancora che venerdì 20 agosto, di sera, a Basilea, i gendarmi svizzeri hanno formato un italiano per controllo. Un accertamento, pare, del tutto normale. II fatto è che l'automobilista — Silvano Campiglio, appunto — è armato, ma non ha l'autorizzazione a portare la pistola di cui è in possesso. La segnalazione del fermo parte per l'Italia. La burocrazia muove passi lenti. Comunque, nella notte fra sabato e domenica il capitano Tirri, comandante della compagnia carabinieri di Tortona, può collegare l'arresto con il delitto. Ieri, domenica 22, si raccolgono altri indizi; stamane l'ordine di cattura e la conferenza stampa per annunciare l'esito delle indagini. «Gli indizi di colpevolezza sono numerosi e validi» afferma il dottor Canoira. Resta misterioso, inspiegabile il movente del delitto. Giuseppe Vacchelli e Silvano Campiglio non si conoscevano; Laura Gabatelli non aveva mai visto prima di mercoledì l'uomo che ha sparato. Siamo allora di fronte al gesto di un folle? Gli inquirenti si stringono nelle spalle: «E' probabile». Il colonnello Esposito, comandante del gruppo carabinieri, elogia i suoi uomini. I tortonesi respirano sereni: è svanito un incubo, Renato Romanelli Tortona. Laura Gabatelli (« La Stampa », P. De Marchis)

Luoghi citati: Basilea, Germania, Italia, Svizzera, Torino, Tortona