Da oggi Venezia capitale del cine

Da oggi Venezia capitale del cine Inaugurazione della Biennale Da oggi Venezia capitale del cine (Dal nostro inviato speciale) Venezia, 23 agosto. Da domani al 7 settembre si svolgerà, alla vecchia sede del Lido e in varie località di terraferma, la « BiennaleCinema » 1976, seconda edizione. Sarà migliore di quella dell'anno scorso? La quale ebbe luci e ombre, ma nel totale costituì un esperimento abbastanza positivo nel ridar vita, con criteri diversi, anzi opposti a quelli di Cannes, alla decana delle mostre cinematografiche. Al caos fastoso e splendido della rassegna francese, la Biennale Cinema, quest'anno più che mai, intende opporre il cosmo, il raccoglimento e la pace di un « laboratorio cinematografico - internazionale » a carattere, per così dire permanente, dove l'esposizione dei film, non più considerata fine a se stessa, è occasione a un complesso di dibattiti culturali che investono le strutture stesse del cinema. I ritocchi che si desiderano nella nuova edizione consistono in un più allentato concetto di austerità culturale, a beneficio della vivacità; che si abbia più cura dell'inedito (affinché la manifestazione non si risolva a esclusivo beneficio dell'udienza italiana e la critica straniera abbia motivo di parteciparvi) e che non si abbia più tanta paura del criterio selettivo e discriminatorio in ordine alle novità segnatamente italiane; paura di cui l'anno scorso fecero le spese alcune « opere prime » nazionali, prese alla cieca e risultate, a parlar mite, parecchio deludenti. La nuova edizione, sotto la guida dello stesso navarca dello scorso anno, Giacomo Gambetti, promette tutto questo e altro; promette una vera e propria operazione di «rilancio», favorita dall'essersi la Biennale rimpannucciata a denari per quanto concerne il settore cinematografico. La manifestazione si articola nel seguente modo: «Proposte di nuovi film» (rafforzate rispetto all'anno scorso fino a comprendere 55 opere, escluse le retrospettive e i cicli speciali); «Spagna quarant'anni dopo », testimonianze del cinema antifranchiste, una parte delle quali già presentate alla Galleria d'arte moderna di Torino, curate da Paolo Gobetti; « Retrospettive di film prodotti intorno al 1936 », e una pleiade di tavole rotonde, convegni e seminari. Nelle « proposte », tra i Paesi nuovi, vi sarà il Mali (con due film di Alleali Kaba). Cinque i film italiani: La quinta stagione (4 ore e mezzo) di Gianni Amico, L'ultima donna di Marco Ferreri, Gli altri di Riccardo Tortora e Marina Malfatti e due episodi della serie televisiva Alle origini della mafia ( « Gli sciacalli » e «La speranza») di Enzo Muzii. Con due film cubani e otto messicani, con le dieci ore di proiezione di Jean-Luc Godard e Anne Marie Neville sul tema « Sur e sous la comunication » (girato per il video in blocchi di sei trasmissioni di cento minuti l'ima), avremo dagli Stati Uniti Smile di Michel Ritchie, Ode to Billy Joe di Max Baer, Stay Hungry («Resta affamato»), reduce da Locamo, e diretto da Bob Raphaelson, il regista di Cinque pezzi facili, e un film di John Dante, Hollywood Boulevard, che racconta la storia dei movimenti studenteschi del '68. L'Urss sarà presente con una « personale » completa (5 film) del regista Vassili Sciuskin, più due pellicole interpretate dallo stesso Sciuskin come attore. Si tratta di una forte personalità poco nota all'estero, fiorita negli Anni 60 e 70, e scomparso, non ancora sessantenne, nella primavera del 1975. Cospicua (oltre al ricordato Godard) la partecipazione francese col « reportage » sul¬ la Cina di Joris Ivens (Com- ment Youkong deplaca les montagnes), Maladie mortelle di Francois Weyergans, Le juge et l'assassin di Bernard Tavernier, Un sac de billes di Jacques Doilon, Je suis Pierre Rivière di Christine Lipinska e la produzione televisiva La vie trés brève de Jo- seph Bizonard di Jean-Louis Daniel. Completeranno il cartellone, nella maniera che specificheremo di giorno in giorno, Argentina, Giappone, Gran Bretagna, Germania, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Se- negai, Ungheria. Nel quadro della retrospet- tiva 1936 sarà anche proiet tato, come omaggio a Luigi Chiarini, La locandiera, diretto nel 1943 dal compianto saggista ed ex direttore della Mostra del cinema cui primo impresse un carattere culturale. Ci apprestiamo con curiosità e speranza a partecipare a questa seconda, più artico lata e meglio caratterizzata esperienza della Venezia del « nuovo corso », senza illuderci però che siano per esserle risparmiati zefiri o addirittu ra libecciate polemiche, il che, del resto, sarà segno di vita. Leo Pestelli