Come si evade dalle Nuove salutati da tutte le guardie

Come si evade dalle Nuove salutati da tutte le guardie La beffa del detenuto Franco Barone Come si evade dalle Nuove salutati da tutte le guardie Il direttore: "Ordinerò un'inchiesta" - Il giudice: "L'evaso ha approfittato del rilassamento generale della prigione" - Una guardia: "Credevo che la pratica di scarcerazione fosse regolare" - I compagni di cella: "E' facile fuggire col caos che c'è" Domenica, Franco Barone, 22 anni, indiziato dal giudice Caselli di omicidio (avrebbe ucciso a bruciapelo l'impresario Leonardo Ferreri a S. Mauro nel corso di una fallita scorreria notturna nella villa della vittima), è evaso dalle <( Nuove » in modo clamoroso. Si è presentato all'ufficio matricola spacciandosi per un altro detenuto, la cui pena era terminata, ed ha ottenuto il « placet » per uscire libero. Come è possibile? Alla domanda, nessuna risposta dal carcere, perché tutti i responsabili sono fuori sede. Il direttore dott. Cangemi, che sostituisce il direttore delle « Nuove » assente da tempo per malattia, è a Brescia, sede di cui è titolare. Ha saputo dell'evasione? « Vagamente, domani sarò a Torino, ordinerò un'inchiesta ». La cosa più incredibile (ed è solo uno dei tanti punti oscuri dell'inefficienza in cui affoga la istituzione carceraria) è che manca un sistema di controllo all'ufficio matricola. Perché non c'è un cartellino con i dati anagrafici e la fotografia del detenuto per accertare che tizio è proprio lui e non un altro? E il dottor Cangeml risponde: « Le loto vengono latte soltanto nei penitenziari. Presto le faremo anche a Torino. Ci sentiamo domani ». Altro interrogativo: come ha potuto il Barone attraversare indisturbato mezzo carcere e presentarsi all'ufficio, spacciandosi per un altro? Il sottufficiale che gli ha aperto il portone dice di averlo fatto in buona fede: « Quando uno arriva qui — spiega — si suppone che abbia superato già vari accertamenti, ad ogni cancello ». Ma i detenuti sono pronti ad affermare il contrario: « Arrivare lì non è difficile. Si può passare dall'infermeria oppure dicendo alla guardia: "Devo andare alla matricola". Facile soprattutto oggi, con il caos che c'è ». In sostanza, è la stessa risposta del giudice di sorveglianza dott. Mafia il quale sostituisce il titolare dott. Franco in ferie. « Sa, dopo la tensione della protesta ci si è rilassati e l'evaso ha colto il momento propizio, rischiando il tutto per tutto ». Mancano notizie più dettagliate sulla fuga. Il detenuto avrebbe fatto cantare il compagno di cella Sergio Loi che doveva essere scarcerato domenica mattina. Si è fatto dire i pochi particolari indispensabili per sostenere il breve interrogatorio alla « matricola »: « Dove sei nato? Quando ti hanno arrestato? Quale reato hai commesso? ». Il Barone, spacciandosi per il Loi, ha risposto compunto e preciso, e se n'è andato, con tanti saluti. Sull'inchiesta che verrà aperta non c'è da aspettarsi molto. La fuga del presunto omicida non è la prima e probabilmente non sarà l'ultima. A giugno un giovane arrestato per tentata rapina se n'è andato, anche lui per il portone principale. Aveva detto di chiamarsi Antonio Cardamone, 29 anni, ma 11 vero Cardamone si è fatto vivo sostenendo di non aver mai avuto nulla a che fare con la giustizia. L'evaso infatti all'ufficio «matricola» aveva dato generalità false e con quel nome, mai controllato in due mesi, era stato registrato. Un giorno non risponde all'appello. Dov'è? Sparito. Si direbbe che per evadere basta avere la faccia tosta. Il disordine è talmente generalizzato che la strada più breve diventa la più facile e sicura, basta dire: «Devo andare alla matricola» e poi recitare al sottufficiale alcune battute di circostanza. Ma, al di là del caso particolare, c'è tutto il problema delle «Nuova» che dev'essere risolto. A Ferragosto la protesta dei detenuti è rientrata dopo 2 giorni con un appuntamento preciso: «ci risentiamo a fine mese». Per che cosa? I detenuti vogliono garanzie sull'applicazione della riforma. Ma come si possono mettere a fuoco, da un momento all'altro, impegni cosi vasti quando mancano tutte quelle strutture che i nuovi regolamenti prevedono? D'altra parte la riforma, presa come tale, non risolve nulla. Le statistiche parlano chiaro: il 60 per cento dei detenuti è in attesa di giudizio, una buona parte di essi avrà scontato mesi ed anni di prigione per vedersi alla fine assolti. Lo stesso meccanismo della scarcerazione per decorrenza termini ha scontentato tutti e risolto ben poco, a riprova che il vero problema è di far marciare più in fretta la giustizia. Ma questo, a sua volta è costretto a giudicare per tempi lunghi, perché non vengono riformati i codici ed il rito processuale. Ecco perché, alla fine, una riforma del sistema carcerario, avulsa da un contesto più vasto sembra destinata al fallimento. p. p. b. Franco Barone non è ancora stato ripreso. Il giudice dott. Mafia e il colonnello Ratta

Luoghi citati: Brescia, Torino