Veder chiaro in tutti i risvolti

Veder chiaro in tutti i risvolti Veder chiaro in tutti i risvolti Giorno dopo giorno, il cerchio degli indiziati per i fatti dell'«Icmesa» si allarga. Molto probabilmente la serie dei mandati di cattura, dei mandati di comparizione e delle comunicazioni giudiziarie non è che agli inizi. Troppi sono gli inconvenienti che stanno emergendo, troppe le manchevolezze che si stanno scoprendo, perché il giudice istruttore competente non ne tragga le debite conseguenze. In questa nostra società così tecnologicamente avventata nella ricerca del profitto a qualunque costo da non guardare tanto per il sottile alla salute degli operai che lavorano nella fabbrica e dei cittadini che le vivono accanto, ogni incidente più o meno clamoroso è come un detonatore che rivela, d'un colpo solo, l'esistenza di carenze a non finire, risalenti anche assai indietro nel tempo. Tipico il caso di Seveso: l'eplosione del 10 luglio, sprigionando nell'aria la funesta nube di diossina, non ha soltanto provocato la terribile catena di inconvenienti che le cronache sono ben lungi dall'avcr finito di segnalare, ma ha pure evidenziato che da parecchi anni l'attività dell'«Icmcsa» slava silenziosamente inquinando la zona all'intorno. Da ciò la necessità per il giudice istruttore di condurre le indagini lungo una duplice linea, l'una volta a identificare la responsabilità per lo scoppio del 10 luglio e l'altra le responsabilità per inquinamenti anteriori. Prendiamo le indagini relative allo scoppio. Il reato-base è il disastro colposo, con le lesioni conseguitene, aborti compresi, che qualificano le lesioni come gravissime: e speriamo che nessuno abbia a morire, anche perche altrimenti sarà pure ipotizzabile l'omicidio colposo. Alle responsabilità da ricercarsi internamente all'impresa tra tecnici e dirigenti (i mandati di cattura sono stati subito emanati in tale ambito, con l'aggiunta di un mandato di comparizione per l'ingegnere progettista del reattore che ha provocato l'esplosione) si potrebbero abbinare responsabilità dall'esterno, coinvolgenti eventualmente le pubbliche autorità che, abusando dei poteri inerenti alle proprie funzioni o omettendo un atto del proprio ufficio, abbiano indebitamente autorizzato a non impedire il sorgere e l'incombere di un così grave pericolo. Non solo, ma sia all'interno che all'esterno si potrebbero ipotizzare successivamente all'esplosione comportamenti omissivi tali da giustificare una più estesa responsabilità per quelle lesioni colpose che un più pronto intervento avrebbe consentito di evitare. Come si vede, persino in relazione all'episodio dello scoppio, considerato sia nel prima che nel dopo, non sarebbe da escludere l'eventualità di qualche omissione d'atti d'ufficio da parte di pubblici ufficiali. Per intanto tale figura delittuosa c già stata profilata dal giudice istruttore nei confronti di un sindaco e di due ufficiali sanitari relativamente all'inquinamento precedente. Qui l'addebito prende le mosse dall'ipotizzata violazione di alcune norme del testo unico delle leggi sanitarie a partire dall'agosto 1972: sindaco e ufficiali sanitari, benché informati dell'attivazione di una lavorazione di fenoli, non ne avrebbero fatto denuncia l'uno all'autorità giudiziaria e gli altri al medico provinciale, omettendo per giunta di intervenire direttamente presso l'«Icmesa» con l'imporre cautele o divieti. Anche qui il cerchio delle imputazioni è idoneo ad allargarsi. Basta tener presente che le lavorazioni di fenoli rientrano nella prima classe delle produzioni insalubri e pericolose, donde la necessità che l'installazione dello stabilimento sia autorizzata dal sindaco, con l'adozione di precise prescrizioni per scongiurare danni o pericoli derivanti da esalazioni o da fuoruscita di vapori, non senza l'intervento dell'ispettorato del lavoro per garantire la sicurezza all'interno della fabbrica. La cautela con cui il giudice istruttore ha sinora proceduto sta a dimostrare che l'autorità giudiziaria vuole vedere chiaro i in tutti i risvolti di una vicenda così drammatica. Ed e giusto che sia così, non solamente per individuare le responsabilità concrete, ma anche per far emergere a fini preventivi, attraverso il clamore della vicenda, i termini esatti della normativa vigente. Non tutti la conoscono c molti, in buona o in mala fede, la violano. Nemmeno è da escludere che nella legge vi siano delle lacune o delle incongruenze: l'occasione può essere preziosa per farle emergere e superare. L'importante è che non vi siano altre Seveso. con esplosione o senza. Giovanni Conso

Persone citate: Giovanni Conso

Luoghi citati: Seveso