Sono da versare subito tasse per 600 miliardi di Emilio Pucci

Sono da versare subito tasse per 600 miliardi Sono da versare subito tasse per 600 miliardi Si dovranno pagare le quote di imposta che si sarebbero dovute versare insieme con quelle del "cumulo" i , e r . Roma, 23 agosto. Fine delle vacanze per i ministri economici che stanno rientrando a Roma per mettere a punto, nel rispetto delle scadenze fissate da Andreotti, gli impegni programmatici. In linea di massima, le bozze -1 dei primi provvedimenti do n i o vranno essere pronte entro il 7 settembre, giorno in cui è già convocato il Consiglio dei ministri. L'incontro odierno di Andreotti con il ministro del Tesoro Stammati ha pra- 5 ! ticamente segnato la ripresa , oi o oe o , l dell'attività. Tema del colloquio: la relazione previsionale e programmatica, il documento cioè che il 30 settembre di ogni anno il governo presenta al Parlamento per informarlo sull'andamento dell'economia. La stesura della relazione si presenta più di sempre impegnativa perché questa volta il documento dovrà costituire il quadro di riferimento delle «cose da fare». Stammati e il ministro del Bilancio Morlino hanno perciò in calendario una fitta serie di riunioni preparatorie. Un primo incontro è già fissato per domani. Il ministro delle Finanze Pandolfi, invece, si terrà in contatto con i responsabili dell'ufficio legislativo, incaricato di preparare una normativa provvisoria per il recupero di circa 600 miliardi di lire, non incassati dall'erario dopo la sospensione dell'imposta sul «cumulo». Già questa sera sono in molti a ritenere che il primo decreto del governo riguarderà proprio il pagamento immediato delle quote di imposta che si sarebbero dovute versare insieme con quelle del cumulo (cioè le altre voci di imposta che riguardano i redditi personali dei due coniugi). Sarà questo il primo atto della «stangata» fiscale e tariffaria, anticipata ieri da La Stampa, che riguarderà le imposte dirette e indirette, le tariffe dei servizi pubblici (elettricità, trasporti urbani e gas), la benzina con o senza doppio mercato, i medicinali, i fertilizzanti e, soprattutto, il blocco degli stipendi medioelevati, cioè da sette milioni lordi l'anno in su. Di pari passo con la « stangata », però, saranno portate avanti le iniziative economiche annunciate dal governo per tirare fuori il Paese dalle sabbie mobili della recessione. Il pacchetto delle « cose da fare » punta su sei iniziative che dovrebbero essere presentate nei prossimi mesi. Finanza statale — Il disavanzo statale è su livelli da capogiro (13-15 mila miliardi di lire) e assorbe complessivamente un ammontare di risparmio pari al 5-6 per cento del reddito nazionale. Andreotti vuole ridurre entro il 1979 di almeno due terzi il pauroso deficit. Ma i margini di manovra sono ristretti: la spesa pubblica difficilmente può essere compressa (ci sono gli stipendi dei dipendenti da pagare; dai ministeri si annunciano bilanci «già all'osso»); tutt'al più può essere riqualificata attraverso la riduzione delle spese correnti e l'eliminazione degli sprechi più macroscopici (vedi le auto « blu » ministeriali, il telefono in franchigia e l'appartamento gratis agli alti funzionari e via dicendo). Per il resto, l'opera di risanamento deve per forza di cose fare perno sull'aumento della pressione fiscale, assieme al contenimento dei conti « in rosso » della bilancia valutaria e alle limitazioni nei consumi. Riconversione industriale — La relazione previsionale dovrà determinare gli indirizzi per l'elaborazione da parte del ministero dell'Industria dei programmi settoriali di intervento e di promozione, con particolare riguardo agli incentivi che verran¬ no riuniti in un unico fondo (gestito da un apposito Comitato interministeriale di nuova costituzione, il Cipi) e agli strumenti di finanziamento. Mezzogiorno — Andreotti vuol fare applicare al più presto la legge che stanzia per i prossimi cinque anni 23.500 miliardi. Piano alimentare — Lo scopo è quello di ottenere una riduzione delia nostra dipendenza dall'estero in questo settore. Su questo punto però c'è ancora poca chiarezza. L'unica proposta sul tappeto è il piano-carne elaborato daH'Efim due anni fa per una spesa complessiva di 400 miliardi di lire. La cifra, dopo la caduta della lira, appare oggi esigua e dovrà essere rivista. Piano dei trasporti — In seno al Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) è già operante una commissione cui spetta il coordinamento del settore. Si dovranno ora definire le linee che permetteranno il passaggio a una vera e propria programmazione nazionale dei trasporti pubblici, capace di eliminare o almeno contenere gli attuali disservizi e i dissesti aziendali. Emilio Pucci

Persone citate: Andreotti, Morlino, Pandolfi, Stammati

Luoghi citati: Roma