Dalla vicenda Pan Electric le difficoltà della Borsa

Dalla vicenda Pan Electric le difficoltà della Borsa Dalla vicenda Pan Electric le difficoltà della Borsa Le scadenze rese più difficili dalle posizioni di due operatori (uno a Milano, l'altro a Torino) per pacchetti consistenti sulle Pan Electric Le scadenze di fine mese, condizionate negativamente dal «caso Pan Electric» che ha portato all'insolvenza dell'agente di cambio di Torino Franco Garlaschi, hanno influito sull'andamento della Borsa in questa settimana dopo Ferragosto che si è conclusa con una lieve perdita dell'Indice dello 0,15 per cento, passato, da un venerdì all'altro, da 47,82 a 47,49. Più che ad un eccessivo carico speculativo le difficoltà di liquidazione sono venute proprio dalla vicenda della Pan Electric. Due operatori — uno di Milano, l'altro di Torino — fortemente impegnati nelle azioni di questa società, con la decisione della Consob di sospendere a tempo indeterminato il titolo dal listino e con il conseguente tracollo della quotazione, si sono trovati a dover reintegrare scarti per cifre cospicue. Da tenere presente che il prezzo di compenso di luglio era di 1948 lire mentre «quello dell'ultimo giorno di quotazione prima dell'entrata in vigore del provvedimento della Consob (ossia mercoledì scorso) era di 600 lire. L'operatore di Milano è riuscito a far fronte ai suoi impegni con l'aiuto delle banche (tra cui la Commerciale Italiana presso la quale aveva dato i titoli Pan Electric a riporto), mentre a Torino l'insolvenza è stata inevitabile. La notizia data venerdì alla chiusura della seduta, ma già trapelata nel corso della riunione, ha determinato un andamento irregolare e nervoso che ha riportato l'indice su valori negativi, sia pure di modesta entità. Ha però interrotto sul nascere l'euforia che si era diffusa nella seduta di giovedì quando, improvvisamente, dopo una serie di riunioni al ribasso, i prezzi avevano guadagnato il 3,5 per cento. La conclusione delle scadenze mensili — la « risposta premi » si era effettuata martedì e mercoledì si erano conclusi i « riporti » — e l'inizio del nuovo mese operativo di settembre avevano dato al mercato una nota di ottimismo. Allontanati i timori dell'insolvenza a Milano, pur restando aperta ancora quella di Torino, gli operatori si erano Impegnati in modo assai più deciso, approfittando dei bassi livelli raggiunti dalla quota. Questo era un segno positivo poiché confermava le impressioni dei giorni precedenti, ossia che la debolezza del mercato era dovuta, per larga parte, alla vicenda Pan Electric. L'esordio positivo del nuovo mese è importante poiché il rialzo delle quotazioni — di poco ritoccate verso il basso nella riunione di venerdì — annulla per buona parte le differenze negative da un mese all'altro e consente, a chi è costretto a realizzare, di spuntare prezzi remunerativi, allontanando il pe¬ ricolo di altre « grane » per il mercato. Nella spinta al rialzo vi sono stati titoli, come le Fiat e le Pirelli Spa, che hanno guadagnato rispettivamente il 3,6 e il 5,2 per cento, attestandosi sui livelli massimi del periodo e confermando l'ottima disposizione di questi valori ed il costante interessamento su di essi. Anche negli altri titoli a largo mercato la reazione positiva | è stata pronta e tale da colmare praticamente le perdite delle precedenti riunioni della settimana. Le Snia Viscosa hanno guadagnato il 5,2 per cento, le Immobiliare Roma il 7,7 per cento e le Sip il 3,2 per cento. L'attività è stata abbastanza sostenuta per tutta la settimana, anehe se proprio nel giorno di maggiore rialzo, ha denunciato una battuta d'arresto. Giovedì, infatti, sono stati trattati a Milano 4,4 milioni di titoli contro 1 7 milioni scambiati nella seduta di mercoledì. E' stata questa improvvisa « borda¬ ta » di scambi, dopo un mese di contrattazioni a ritmo ridotto (2-2,5 milioni di titoli al giorno), a creare qualche difficoltà. Si è verificata una mole di offerte, eccessiva per le attuali possibilità di assorbimento. Mantenere oggi posizioni al rialzo rappresenta, infatti, un onere non indifferente con gli alti tassi d'interesse che anche nei riporti di questo mese non sono scesi sotto il 18 per cento. Sul mercato del reddito fìsso, allontanatosi l'eco del prestito in dollari, qualche richiesta è affiorata sul mercato obbligazionario, ma si è trattato dì piccole partite come lo documenta, del resto, il forte calo nella attività complessiva. Anche la notizia che la prossima asta dei Bot verrà assorbita interamente dalla Banca d'Italia è servita a rasserenare l'ambiente; tuttavia manca la volontà di fare. Le banche devono ora affrontare una maggiore richiesta di crediti da parte della clientela. r. v.

Persone citate: Franco Garlaschi

Luoghi citati: Milano, Torino