La crisi monetaria è soltanto rinviata
La crisi monetaria è soltanto rinviata Mentre il ''serpente», è sotto accusa La crisi monetaria è soltanto rinviata La data cruciale è quella del 3 ottobre, giorno delle elezioni in Germania - Dopo il voto sarà diffìcile al governo non rivalutare il marco - Il divario con gli altri Paesi della Comunità La crisi monetaria, che sembrava dovesse scuotere l'Europa a Ferragosto, per il momento è rinviata. Ma Piima o poi riemergerà. Una data c.n iciale è quella del 3 ottobre, giorno delle elezioni in Germania. Il governo cedesco, in questo periodo, antecedente alle elezioni, fa di tutto per non rivalutare ufficialmente il marco, in quanto tale misura è impopolare negli ambienti delle attività economiche connesse alle esportazioni. Ma passate le elezioni, la logica economica difficilmente potrà evitare di prendere il sopravvento: e quindi, qualche cosa si muoverà, se ciò non sarà accaduto già prima. Il vice presidente della Banca Federale tedesca Emminger ha fatto, comunque, delle dichiarazioni in questa direzione. Egli ha soprattutto criticato il serpente monetario europeo, nel quale si trovano ora collegate assieme la moneta della Germania, quelle del Belgio, dell'Olanda e della Danimarca, nonché quelle dei due Paesi scandinavi non facenti parte della Cee, ossia la Svezia e la Norvegia. rapporti di cambio tra le | monete unite nel « serpente»: e ciò neanche quando una di esse, come è il caso del marco tedesco anche quest'anno, sul .sca una rivalutazione rispetto al dollaro, che è di entità molto notevole. Dal gennaio il marco ha guadagnato il 6 per cento rispetto al dollaro. Ciò deriva dalla competitività dell'industria tedesca, che ha approfittato dei due precedenti anni di recessione per ristrutturarsi in modo molto efficace. Ma le altre nazioni facenti parte del serpente monetario, non hanno avuto lo stesso progresso di produttività ed hanno avuto un aumento di prezzi considerevolmente superiore a quello della Germania: il loro aumento è fra l'8,6 per cento e il 10,4 per cento (luglio 1976 su luglio 1975), mentre l'aumento in Germania è stato appena del 4 per cento. Il fatto è che, secondo logica, questi Paesi non avrebbero dovuto seguire il marco nella sua ascesa rispetto al dollaro; avrebbero dovuto mantenere la propria parità con il dollaro e fermar- j si a metà strada. Per essi sarebbe stato già un bel successo, se si considera che il franco francese, dal gennaio di quest'anno ha perso rispetto al dollaro 1*11 per cento; la sterlina il 13,5 per cento e la lira il 23 per cento. Per difendere il cambio, come è noto, la Banca Centrale di una moneta che rischi la svalutazione (come le monete dei Paesi legati alla Germania nel serpente) deve usare riserve, per colmare il divario tra l'abbondante domanda di valute estere e l'ampia offerta della valuta nazionale. Nel caso del serpente, poiché le riserve dei Paesi della Cee, diversi dalla Germania, che ne fanno parte non bastavano a reggere agli assalti speculativi, è intervenuta ampiamente la Banca Federale tedesca, offrendo marchi, in cambio di quelle monete de¬ boli. Fino a quando ciò potrà durare? Emminger ha notato che il «serpente è una costruzione irreale, se gli andamenti dei prezzi e gli altri fattori economici (vedi produttività) dei Paesi che ne fanno parte sono divergenti; e che esso è un invito alla speculazione valutaria internazionale.
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