II nuovo ministro di Stefano Reggiani

II nuovo ministro II nuovo ministro (Segue dalla 1" pagina) Dice il ministro: « La donna ha una dote, semplifica il discorso politico, ha la capacità di cogliere le grandi idee e di lasciar perdere le sottigliezze. Se una donna decide che un problema esiste, prima lo risolve meglio sta. Lo si è visto anche alla Camera; per esempio, nel dibattito sulla tutela delle lavoratrici madri. Una volta raggiunto l'accordo tra deputate non abbiamo tollerato indugi maschili. Di sorto le leggi sulla condizione femminile passano all'unanimità ». Ma si capisce che il ministro fa un'eccezione per lo aborto, che turba la sua calma, contraddice le sue origini culturali e politiche, coinvolge la disciplina democristiana. Tina Anselmi ha cominciato a fare politica nel '45. come ammiratrice di De Gasperi, adesso fa parte del gruppo che si riconosce nella linea Moro-Zaccagnini. Ci assicura con finezza:"« Non sono mai stata dorotea ». Nel cuore del Ve¬ neto bianco non è un merito da poco. Siamo venuti da lei per parlare di politica. Apprezziamo il fatto che il ministro sia biondo-rame con gli occhi chiari, che sia abbronzata per una vacanza di tre giorni a Sperlonga, che porti un vestito a fiori; ma ci pare che i problemi del mi nistero facciano premio sulla donna, e che la sua esperienza passata di sottosegretario l'autorizzi a pronunciare giudizi anche nello studio di casa. Del resto avverte: « Li, su quel divano s'è conclusa la vertenza della Leyland Innocenti ». Lo conversazione è stata lunga, cortese, anche con una lezione di metodo: «Non amo le aggressioni verbali. Se convoco le parti di una controversia non voglio che si alzi la voce. Le parole avventate creano lacerazioni psicologiche, trattare diventa difficile. Occorre che ognuno conservi la sua credibilità ». Inoltre: « Bisognerebbe introdurre in Italia l'arbitrato obbligatorio. Se le parti di una vertenza chiedono l'intervento del governo, si impegnano ad accet- tare le sue conclusioni ». (E' detto con tranquillità, ma per l'Italia sarebbe una svolta brusca nei rapporti di lavoro). Abbiamo condensato in alcuni punti le altre dichiarazioni e intenzioni del ministro. Vertenza dei piloti. « E' la situazione peggiore che ritroverò sul tavolo dopo le ferie. Siamo al punto in cui nessuno può perdere la faccia: né l'Anpac, l'associazione dei piloti autonomi; né, tantomeno, il governo. Ho in mente una soluzione che non crei vinti e vincitori, ma non la posso dire ». Rapporti col sindacato. « Punto primo: non credo nella completa unità sindacale. Finché ci sarà diversità di posizioni politiche nel paese, ci saranno naturali differenze nelle forze sindacali. Punto secondo: i sindacati si trovano di fronte alla necessità di accettare il sistema per migliorarlo, di abbandonare alcune pregiudiziali ideologiche. Questa tendenza sembra omogenea con lo sviluppo della politica comunista. Oggi anche i sindacalisti della Cgil non contestano la presenza e lo apporto delle società multinazionali. Certo, il cammino non è senza scosse, potrebbero esserci involuzioni e strappi, o il tentativo di un sindacato di egemonizzare gli altri ». Corporazioni e assenteismo. « Ci sono gruppi di lavoratori privilegiati che diventano sempre più forti e spavaldi, anche all'interno dell'amministrazione pubblica. E' chiaro che certi privilegi dovranno cadere, ma è giusto ricordare che la colpa del corporativismo risale anche ai sindacati e ad una politica d'appoggio indiscriminata a tutte le rivendicazioni. Per frenare l'assenteismo non occorre rivedere lo Statuto dei Lavoratori, ma bisogna chiedere ancora una volta ai sindacati di gestire responsabilmente questa legge fondamentale. E poi, francamente, basterebbe qualche medico della mutua onesto per mettere in crisi tutto il meccanismo delle finte malattie ». Scelte economiche. « Ho letto pochi libri di teoria economica, ma ho cercato di ascoltare molto. Credo che oggi occorra sopratutto realismo: certi fenomeni non si spiegano solo con le leggi economiche ma con quelle psicologiche. Di che tipo è la crisi italiana? E' "drogata" o no? E i capitali dall'estero bisogna aiutarli a rientrare o no? Le risposte devono essere chiare, il resto è teoria ». Burocrazia. « Credo che nessun politico conosca come funziona la macchina dello Stato. E' un mistero assoluto. E allora come si può riformare? Penso che ci si debba occupare di come avviene la selezione del personale pubblico, sono convinta che i criteri di carriera non debbano essere soltanto di anzianità, ma legati al merito. E' più pagato chi meglio serve lo Stato. Per esempio, ora la Cassa integrazione, che eroga miliardi, è controllata da due soli funzionari pagati malissimo. Chi li mette al riparo dagli sbagli e dalle tentazioni? ». Industria. « Ci aspettiamo imprenditori moderni, adatti alle nuove esigenze della società italiana. E' già tardi per cominciare una programmata riconversione industriale, per scegliere i settori prioritari, per restare competitivi. Rischiamo di diventare un'economia marginale ». Secondo Tina Anselmi per industriali, lavoratori e governo l'unica speranza sta nella integrazione europea, nell'apertura dei partiti e dei sindacati alla dimensione continentale, superando le asprezze del dibattito interno. Forse anche il pei lo i pensa. Allora, quanto durerà il governo Andreotti? Per lei è evidente: « Fino alle ! elezioni europee del '78 ». Stefano Reggiani

Persone citate: Andreotti, De Gasperi, Tina Anselmi, Zaccagnini

Luoghi citati: Italia, Sperlonga