Pecci e Claudio Sala potrebbero subire una squalifica (in Italia)

Pecci e Claudio Sala potrebbero subire una squalifica (in Italia) Pecci e Claudio Sala potrebbero subire una squalifica (in Italia) Torino, il rischio dei "nervi "Certi episodi non devono ripetersi — ha commentato Radice — e servono per insegnarci qualcosa" Un segno di immaturità che va compreso e non è comunque da confondere con certi isterismi del passato - Gli elogi di Bearzot per il gioco della squadra che ha dimostrato di essere sulla strada giusta [Dal nostro inviato speciale) Dublino, 20 agosto. « La pagherete cara », titola in prima pagina I7r/s/i Inclependent, ma la minaccia non si riferisce al Torino. I giornali irlandesi parlano del sole, di questa estate tenace e senza pioggia che rovina i raccolti e manda in crisi l'economia intera. Sulla partita di ieri al Dalymount Park, sui giocatori granata espulsi, »u. ''naie nervoso che ha gettato una specie d'ombra su una partita sostanzialmente corretta, solo poche righe, un paio di titoli di cronaca: gli irlandesi, abituati al gioco duro ma non alla cattiveria, riconducono l'episodio alla sua dimensione forse più vera. Uno scatto di nervi incontrollato, un'Ingenuità dovuta alla forma non ancora pienamente raggiunta, una reazione istintiva da condannare, certo, ma tale da non creare casi che non esistono. Claudio Sala, già ammonito per protesta, scalcia da terra un avversario e viene espulso, Pecci poco dopo ripete l'errore del compagno ottenendo lo stesso risultato: il Torino chiude in nove, con la partita che a tratti si accende senza tuttavia mal degenerare nella rissa, con I giocatori che si scontrano più per flessione di riflessi che non per volontà di far male all'avversarlo. Dice Claudio Sala: « £' sfaro un gesto Istintivo, mi dispiace », « Ho sbagliato, non ho giustificazioni », ripete Eraldo Pecci, e le frasi non sono buttate II tanto per dire perché dietro ci stanno onestà di giudizio, serietà professionale e anche la sensazione di dover faticosamente costruire una mentalità nuova e internazionale che per il momento non esiste ancora. il Torino è venuto qui in Irlanda a misurarsi con un calcio diverso, proprio per questo, e l'episodio di ieri, le espulsioni, i riflessi negativi che porta con sé sono il prezzo che in un certo senso ha dovuto pagare. Opposti ad una squadra dura, grintosa, in posseso di un gioco quasi ossessivo per continuità atletica, due granata sono caduti nella trappola ed hanno perso per un istante la testa dimostrando nello stesso tempo l'immaturità oggettiva (soprattutto dal punto di vista psicologico) del nostro football e la volontà di cambiarla al più presto. « Una situazione che non deve ripetersi — commenta Radice — che deve Insegnarci qualcosa. In tondo non è successo nulla di grave, anche se il fatto può essere strumentalizzato. Dipende da noi ora dimostrare II contrarlo e rendere positivo il negativo. Si tratta di un'esperienza utile comunque ». Sala e Pecci non verranno squalificati, potranno quindi giocare in Coppa Campioni contro il Malmoe. ma l'episodio rischia di risvegliare nel pubblico antichi ricordi spiacevoli, come le risse di Nizza, Budapest e Dusseldorf, e con i ricordi anche falsi giudizi. Quello visto ieri sera a Dublino, malgrado ombre e ingenuità, non è II Torino immaturo e isterico del passato che reagiva con la violenza alla propria inferiorità psicologica, ma un Torino che con volontà e fatica sta costruendo il proprio futuro internazionale. « La squadra era già in clima di Coppa, sentiva la partita — commenta Enzo Bearzot — e qualcuno ha ceduto sul plano del nervi. L'episodio tuttavia va minimizzato. Il fatto stesso che sia accaduto quasi al termine, dopo una gara corretta, è indicativo. Vuol dire che è dipeso soprattutto dalla stanchezza. Comunque devo sottolineare che il fallo di reazione è segno di immaturità. La maniera vera di reagite è quella di giocare con la stessa durezza dell'avversario. In Italia siamo abituati ad un certo tipo di calcio, quindi ci riesce spesso difficile capire quello anglosassone. Siamo portati a considerare come scorrettezza l'azione grintosa e perciò ci comportiamo in maniera sbagliata. Radice, che ha capito tutto questo, ha fatto benissimo a portare il Torino qui In Irlanda, mettendo cosi la sua squadra a confronto con una mentalità diversa. Un'esperienza utile e positiva in tutti I sensi ». Enzo Bearzot parla di episodi che non devono ripetersi, ma è anche pronto agli elogi sul plano tecnico. Il Torino, dice, ha raggiunto in pieno l'obbiettivo. Qual- cosa non funziona ancora appieno dal punto di vista dei singoli, ma l'esibizione contro la Lega irlandese, malgrado momenti di naturale appannamento, è stata già esaltazione del collettivo e rispetto delle distanze in campo: » Ho visto una squadra che attaccava e difendeva con ordine — dice — e ho tratto anche indicazioni utili per il mio lavoro. Ancora meglio, secondo me, sarà la partita di domenica contro i campioni irlandesi del Dundalk ». Poi un paio di parole sui motivi che lo spingono a seguire con assiduità le partite del Torino: • £' logico — commenta con serenità — I granata hanno vinto lo scudetto e hanno sei o sette uomini che interessano la Nazionale. Inoltre sto seguendo alcune partite del campionato inglese per ovvie ragioni, e non posso di certo lasciarmi sfuggire l'occasione di vedere I granata contro due lormazioni dalla mentalità calcistica anglosassone ». Mentre il trainer parla, i giocatori passeggiano tranquilli nella hall dell'albergo. Sdrammatizzano le espulsioni, sono soddisfatti della loro prova. In effetti il Torino ha dimostrato di essere sulla strada giusta: sono aumentati ritmo, facilità di manovra, intesa fra i reparti, anche se la condizione fisica non ancora perfetta rallenta l'azione e non permette quella rapidità di esecuzione che costituisce l'arma migliore della squadra. Già in condizione appaiono comunque Salvadori e Patrizio Sala, mentre il centro campo e l'attacco stanno gradualmente migliorando. « Sono soddisfatto — dice Radice — stiamo ritrovando gioco e schemi. Ora devo vedere le capacità di recupero, ma penso che per domenica non ci saranno problemi. Anche questo fa parte di una mentalità che dobbiamo raggiungere. Se gli inglesi giocano due partite in tre giorni, non vedo perché non lo possiamo fare anche noi ». Carlo Coscia

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