Oltre 5000 i morti nelle Filippine spazzate da un'onda alta 10 metri
Oltre 5000 i morti nelle Filippine spazzate da un'onda alta 10 metri Oltre 5000 i morti nelle Filippine spazzate da un'onda alta 10 metri Manila, 18 agosto. Con il trascorrere delle ore si fa agghiacciante il bilancio delle conseguenze del terremoto che si è abbattuto due giorni fa sulla regione di Mindanao, nella fascia sud-occidentale delle Filippine. I morti sarebbero oltre cinquemila, i di- spersi quasi altrettanti, i senza tetto oltre 28 mila. Non sono cifre ufficiali. Del resto nella precarietà della situazione venutasi a determinare nell'isola di Mindanao pretendere cifre esatte sarebbe veramente assurdo. E' certo che molti dei di- spersi non avranno mai un nome. Le ondate gigantesche sollevate in mare dal sismo si sono abbattute come un maglio lungo gli 800 chilometri della costa del Golfo del Moro; hanno spazzato letteralmente via uomini e case. Molti di questi corpi sono stati visti galleggiare in mare aperto, altri in prossimità della costa. Tra le vittime sarebbe un intero reparto di paracadutisti, da quattrocento a seicento uomini, che era a Mindanao per seguire un corso di addestramento. E' quanto sostiene una emittente televisiva di Manila, ma la notizia non ha trovato conferma da parte delle autorità ed in particolare del generale Antonio Villanueva che coordina le operazioni di soccorso, rese più difficili dallo sconvolgimento che le due scosse (i terremoti sono stati infatti due, a distanza di dodici ore l'uno dall'altro) hanno provocato in tutta la rete autostradale e dalla pioggia che per tutta la giornata di ieri ha continuato a flagellare la regione. Le cifre ufficiali parlano comunque di 3103 morti, di 688 feriti, di 2282 dispersi e di 28.716 senza tetto. Il colonnello Prudencio Ver, viceresponsabile del Centro coordinamento per le calamità naturali, ha dichiarato che non è stato tanto il terremoto a rendere tragico il bilancio della catastrofe quanto il maremoto che è seguito alle due scosse. Le gigantesche ondate formatesi nel Golfo del Moro hanno acquistato via via velocità e quando sono giunte in prossimità delle coste si sono abbattute contro i villaggi dei pescatori seppellendoli sotto muraglie di acqua alte sino a dieci metri. Le città più colpite dal disastro sono Zamboanga, Basilan, Lamao, Cotabato, Misamis, Cagaan de Oro. Le squadre di soccorso non sono riuscite ancora a raggiungere molte parti dei centri disastrati, mentre l'aeronautica militare continua a far affluire tonnellate di medicinali, di viveri e di altri generi di prima necessità nei centri della costa che sarebbero altrimenti irraggiungibili. (Ap)
Persone citate: Antonio Villanueva, Prudencio Ver
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