Veto di Parigi per la vendita di Grands Crus di Bordeaux
Veto di Parigi per la vendita di Grands Crus di Bordeaux Veto di Parigi per la vendita di Grands Crus di Bordeaux (Nostro servizio particolare) Parigi, 18 agosto. Il capitale americano sta muovendo alla conquista dei «Grands Crus» di Bordeaux, orgoglio della viticoltura francese, ma il primo attacco è stato sventato grazie all'intervento del ministero delle Finanze, che ha messo il veto alla vendita dello ChàteauMargaux al gruppo statunitense National Distillers. Il contratto tra i proprietari, Pierre e Bernard Ginestet, e gli americani era già stato steso nei particolari: 82 milioni di franchi (circa un miliardo e mezzo di lire), mantenimento dell'attuale personale, esportazione dell'ottanta per cento del vino. Ma i funzionari del ministero delle Finanze, cui spetta il controllo sugli investimenti stranieri, hanno risposto «no» alla transazione americana e lo stesso ministro Fourcadé ha espresso il suo parere: «Bisogna trovare una soluzione francese». Naturalmente in nome del prestigio nazionale, che sarebbe scosso se un « Grand Cru » bordolese finisse in mani « yankee ». Il risultato è che lo Chàteau-Margaux rischia adesso il fallimento. I suoi proprietari si trovano pesantemente indebitati con le banche in un periodo in cui i tassi di credito sono elevati, ogni giorno devono sborsare ventimila franchi d'interesse. E' una situazione insostenibile, in cui la famiglia Ginestet si è trovata invischiata per la sua politica di contratti in esclusività a lungo termine con i viticoltori: da quando, nel 1973, il prezzo del vino ha subito una brusca impennata sono cominciati i guai, acquisti forzati a costi proibitivi, fintanto che i Ginestet hanno dovuto cercare un acquirente an¬ che per il ((gioiello» di famiglia, una tenuta di 270 ettari. Dopo mesi di ricerche, dopo una trattativa fallita con la Remy-Martin, finalmente il «contatto» con la National Distillers. Ma quando le trattative parevano sul punto di concludersi, è giunto il veto governativo. Inutile ricordare al ministero delle Finanze che non è la prima volta che un «Grand Cru» di Bordeaux finisce in mani straniere (nel '36 lo Chàteau Haut-Brion era stato venduto al banchiere americano Clarence Dillon e nel '63 lo Chàteau Latour era finito a lord Cowdray), mutile ribadire che nessun candidato francese si era fatto avanti. La situazione è a un punto morto. Se non si trova una soluzione entro la fine dell'estate, lo Chàteau-Margaux è destinato a un malinconico fallimento. p. pat.
Persone citate: Bernard Ginestet, Clarence Dillon, Latour
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