Le nuove malattie di Ezio Minetto

Le nuove malattie Le nuove malattie Millenarie malattie, come il vaiolo, stanno per essere bandite, per sempre, dal nostro pianeta: ed intanto malattie nuove di zecca testimoniano della nostra antica fragilità e, insieme, forse, del nostro moderno e dissennato autolesionismo. Dal Giappone, fresche di stampa, arrivano notizie su strane malattie, mai prima incontrate — con bilanci di migliaia di inconsapevoli malati — che stanno dando molto da fare a commissioni di scienziati, a gruppi di esperti ed anche a giudici e tribunali. 1967: a Tokio inizia la storia della « malattia di Kawasaki » (dal nome dell'autore che l'ha descritta). Tutto è cominciato, come sempre, in relativa sordina, con la segnalazione di 50 casi di malattia febbrile, di natura sconosciuta, in bambini al di sotto dei 5 anni. Nel 1970 — le cose vanno lente, per forza, quando si è di fronte a manifestazioni inconsuete, ancor tutte da interpretare e catalogare — un gruppo di studio mette insieme la lista dei sintomi cardinali della malattia (febbre resistente agli antibiotici, edemi e desquamazione cutanei, stomatofaringite e congiuntivite, lingua lampone, artrite, diarrea, albuminuria, tachicardia con alterazioni elettrocardiografiche) e non può far altro, per approssimazione clinica, che parlare di MCLS « sindrome linfo-muco-cutanea ». Si viaggia all'oscuro, senza poter incriminare né un microbo né un virus né una rickettsia; e — per analogia con altre note forme morbose (poliarterite nodosa, artrite giovanile, scarlattina, sindrome di StevensJohnson) — si sospetta l'origine allergica, immunitaria. Anni fa, dallo stesso Giappone — con le collettive intossicazioni da mercurio, per esempio — eran già arrivati tragici anticipi della dissennata corsa (risultata poi mondiale e non solo giapponese) a tentativi di autodistruzione chimica di origine ambientale. C'eran voluti anni — ed infiniti studi — per poi arrivare a capire che era l'uomo — e non il microbo o il virus — a farsi inconsapevolmente del male in un modo non ancora prima inventato. Anche per la MCLS, adesso, le commissioni sono al lavoro: e già ipotizzano che « modificazioni dell'ambiente, con nuovi antigeni, potrebbero spiegare, in bambini geneticamente predeterminati, queste patologiche risposte immunitarie ». Intanto son già 6537 i casi di malattia di Kawasaki, coll'l-2% di mortalità. E, secondo il Lancet (27 marzo 1976), anche già fuori del Giappone: negli Stati Uniti, nella Corea del Sud ed in Grecia. L'altra inchiesta sulle « malattie nuove » è quella che riguarda lo SMON (« subacute myeloptic neuropathy »), malattia sconosciuta, in Giappone ed altrove, sino al 1955. Diecimila malati di cui, probabilmente, 900 morti per causa diretta: sintomi gastrointestinali, disturbi visivi, alterazioni sensoriali e motorie agli arti inferiori. Dopo 15 anni di ricerche, nel 1970, vengono implicati, come possibili agenti casuali, certi prodotti antidiarroici a base di iodocloroossichinolina: e tre grosse ditte farmaceutiche poste sotto accusa riconoscono il rappono di causa ed effetto tra SMON ed il farmaco. Non tutti i dati dell'inchiesta sono a favore dell'azione tossica del farmaco: 1) il farmaco è lar¬ gamente impiegato in tutto il mondo sin dal 1935 (e solo 180 casi, dubbi, di malattia e nessun caso di morte sono stati descritti fuori del Giappone); 2) tre quarti dei malati erano già portatori di gravi malattie (cancro, tubercolosi, diabete); 3) la malattia è molto difficilmente differenziabile da altre forme morbose, come la sclerosi a placche e la poliradicolonevrite (per questo motivo il Tribunale di Tokyo ha adesso affidato la perizia ad una commissione di neurologi). Problema «esclusivamente giapponese», si dice. Ma anche allora, ai primi tempi della malattia da mercurio di Minamata Bay, tutto sembrava così lontano ed esotico da non riguardarci affatto: mentre, poi, il problema è diventato di universale e doloro¬ so interesse. Ezio Minetto

Persone citate: Kawasaki

Luoghi citati: Corea Del Sud, Giappone, Grecia, Stati Uniti, Tokio, Tokyo