Cresce tra i giovani in Italia l'abuso di bevande alcoliche di Ezio Giacobini

Cresce tra i giovani in Italia l'abuso di bevande alcoliche SPECIALISTI DAL MONDO Cresce tra i giovani in Italia l'abuso di bevande alcoliche Con questo articolo di Ezio Giacobini iniziamo una rubrica in cui pubblicheremo articoli di illustri specialisti che operano all'estero. « Per fortuna non si tratta di droga » commenta il padre di un diciassettenne milanese invitato a prelevare il figlio arrestato per ubriachezza molesta. Con lui, molti genitori provano un senso di sollievo quando « si tratta solo di una sbronza » e non di marijuana, anfetamina o peggio eroina. Quest'atteggiamento è maturato nel pubblico dagli Anni 60 in poi, cioè da quando i giovani cominciarono ad apprezzare le prime sigarette « d'erba ». Più recentemente l'uso della marijuana e dell'hashish tra i giovani si è stabilizzato mentre quello degli alcolici è in forte aumento, specialmente dei liquori. Nella nostra società l'uso delle bevande alcoliche non solo è accettalo ma è fortemente incoraggiato specie per il sesso maschile al raggiungimento dell'età matura. Tenendo conto del fatto che oggi i giovani « maturano » più precocemente, votano a 18 anni, in Usa guidano ai sedici, e iniziano l'attività sessuale circa 3 anni prima della generazione dei loro genitori, si può comprendere come anche l'uso dell'alcol possa iniziare più precocemente. Ho cercato invano delle precise statistiche italiane sul consumo di alcol tra i giovani, forse non esistono, tuttavia i medici, gli psichiatri, gli assistenti sociali e gli insegnanti tutti concordano nel denunciare una sempre maggiore diffusione dell'abuso di bevande alcoliche di ogni tipo, inclusi i liquori ad alta gradazione. Le più recenti statistiche americane parlano chiaro: circa un terzo degli studenti delle scuole superiori si ubriacano almeno una volta alla settimana ed il 5% di tutti i giovani compresi tra i 14 ed i 17 anni almeno una volta al mese. Si calcola che 1,3 milioni di giovani americani di ambo i sessi non possano più controllare il proprio consumo d'alcol come è dimostrato tra l'altro dal fatto che a) il 60% delle vittime di incidenti mortali in auto e moto è costituito da giovani al di sotto dei 18 anni in stalo di ubriachezza e b) il numero di giovani arrestati per ubriachezza si è triplicato dal 1960. Queste statistiche provengono dall'Istituto Nazionale per lo Studio e Prevenzione dell'Alcolismo (NIAAA) che ha recentemente istituito un centro per l'alcolismo giovanile. Vi è naturalmente una certa diversità per quanto riguarda l'atteggiamento e le abitudini degli americani e degl'italiani nel consumo di bevande alcoliche. Non dimentichiamoci però del fatto che se i giovani italiani arrivano più precocemente all'uso moderato del vino come parte dell'alimentazione, è anche vero che i giovani americani usano più spesso vino e birra nel loro primo contatto con l'alcol (tra l'altro per motivi economici). Dobbiamo quindi constatare un fatto nuovo, cioè che l'uso abituale, moderato e culturalmente accettato dei vino non agisca più per molti giovani italiani da barriera di sicurezza. D'altra parte la Francia che parte da una situazione simile denuncia da almeno 13 anni delle statistiche paurose di alcolismo giovanile e perfino tra gli adolescenti. Come inizia l'alcolismo giovanile? Come lo si avverte? Il fatto che un bel giorno un giovane si presenti a casa un po' alticcio e perfino ubriaco non deve esser preso come un segno di incipiente alcolismo. Si tratta nella maggior parte dei casi di una nuova esperienza, di un esperimento coll'alcoi come quello di guidare la macchina, fumare o fare l'amore. Se l'esperienza si ripete e tende a diventare frequente il significato può essere ben diverso. In quest'ultimo caso l'alcol può rappresentare un mezzo d'evasione da una situazione che preoccupa il giovane ed il contesto deve ricercarsi prima nei rapporti interfamiliari, poi nella scuola e infine nell'ambiente sociale. L'alcol diviene un mezzo per alleviare la tensione, diminuire l'ansia o il dolore o più semplicemente per aumentare la « sicurezza » di fronte a nuovi problemi ed a una realtà che appare confusa. Quali altri segni si possono avvertire? L'isolamento progressivo dalla famiglia, bruschi cambiamenti d'umore e personalità, scadimento dell'interesse e del profitto nelle attività scolastiche e sportive. Perfino la frequenza di certi incidenti può denunciare una mancanza di controllo dovuta all'effetto dell'alcol. Bisogna tener presente che nei giovani come negli adulti l'alcol promuove una certa tolleranza che può mascherare gli effetti. Qualitativamente parlando, spesso la prima fase è costituita da un aumentato uso di vino e birra per passare poi ai liquori. Purtroppo negli ultimi anni sempre più frequentemente si associa l'uso dell'alcol a quello delle droghe. In questo caso, l'amico che ha consigliato « la buona combinazione » non sa che l'uso simultaneo di aialcol e sonniferi può avere esito mortale. L'alcol potenzia infatti l'effetto di praticamente tutte le droghe agenti sul sistema nervoso centrale. Concludendo dobbiamo constatare che quando un giovane comincia a bere regolarmente « manca qualcosa », ma che cosa? Si tratta di un fenomeno passeggero e occasionale? Il problema principale è quando e come debbano intervenire i genitori o gli insegnanti o comunque chi ha la possibilità di aiutare il giovane. Più presto si interviene e tanto migliori sono le possibilità di ricupero. Ezio Giacobini Professore di Neuropsicofarmacologia Università del Connecticut, Usti

Persone citate: Ezio Giacobini

Luoghi citati: Connecticut, Francia, Italia, Usa