Fra tre mesi il processo al "brigatista,, Farioli

Fra tre mesi il processo al "brigatista,, Farioli Fra tre mesi il processo al "brigatista,, Farioli Sul suo caso era scoppiata una polemica - E' accusato di appartenere a banda armata - Con lui alla sbarra i coniugi che l'hanno ospitato « Associazione sovversiva costituita in banda armata » oltre a reati minori. In autunno, l'undici di novembre, Umberto Farioli, presunto brigatista rosso a tempo pieno, sarà alla sbarra davanti alla corte d'assise di Torino. Con il giovane, rinviati a giudizio i coniugi Vittorio Ravinale e Anna Maria Pavia, che lo avevano ospitato. Per loro l'imputazione è meno pesante: <( As- slstenza ai partecipi di cospira zlone 0 dj banda armata ». Erano finiti nelle mani degli uomini dell'Antiterrorismo il dieci novembre dello scorso anno. Un'azione casuale, dissero gli inquirenti, nessuno si aspettava che quel pomeriggio l'organizzazione clandestina avrebbe subito un nuovo colpo. Farioli era nome considerato importante dagli inquirenti ma una vera caccia contro di lui non era mai stata scatenata. Faceva parte del nucleo originario delle Brigate rosse, vi aveva aderito, sostiene 11 sostituto procuratore Viola nella requisitoria definitiva, fin dalla creazione. Le accuse nei suoi confronti erano di detenzione d'arma e di « essersi procurato pubblicazioni di carattere riservato relative all'addestramento individuale al combattimento e all'uso delle ar- m'; pubblicazioni di cui l'auto- rità competente aveva vietato la vendita ». Il suo nome era venuto in luce dopo la morte di Giangiacomo Feltrinelli e la scoperta delle basi « rosse » milanesi, le prime trovate nell'inchiesta sull'organizzazione clandestina. Sue tracce sono state trovate In via Boiardo, soprattutto gli inquirenti sospettavano che fosse l'armaiolo che costruiva nelle officine clandestine armi destinate ai brigatisti. Lavorava alla SltSiemens, nella sua scrivania la iiiiiiiiuimt iiiiiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiii polizia trovò disegni di pistole. Fu arrestato il 10 maggio 1972 e poco dopo ottenne la libertà condizionata. Unu volta uscito da San Vittore, però, fece perdere le proprie tracce. Tre anni di clandestinità, l'organizzazione che si rafforza, passa dal periodo dimostrativo del « mordi e fuggi » al tentativo di attacco « al cuore dello Stato », alla n lotta armata per il comunismo », ci sono i sequestri di Bruno Labate, sindacalista Cisnal, ed Ettore Amerio, direttore del gruppo Auto della Fiat, a Torino, e del sostituto procuratore Sos- i iiiuiiiiiiiiiun iiiiiiim si, a Genova, ci sono i due giustiziati nella sede del Msi di Padova, gli arresti dei primi brigatisti, la sparatoria nella base di Robblano della Mediglia e l'uccisione del maresciallo Maritano. L'organizzazione ha imboccato una strada dalla quale non è possibile tornare indietro. Farioli ne fa ancora parte, ma in realtà si trova ai margini. La menomazione alla gamba ne riduce l'attività, i compagni, affettuosamente, lo chiamano n Gambadilegno ». Eppure, quando lo arrestano, a Torino, gli trovano una serie di appunti fra i quali la polizia pensa di leggere un piano per rapire Giovanni Agnelli. I magistrati scarteranno però questa interpretazione. In carcere Farioli viene anche sottoposto a cure alla gamba. E' 11 giudice istruttore Giancarlo Caselli che si adopera perché non gli manchi l'assistenza; a metà giugno è ricoverato al Centro traumatologico per un piccolo intervento, da Torino sarà trasferito all'Istituto Rizzoli di Bologna. Poi tornerà all'infermeria delle Nuove. Sull'assistenza scoppierà una violenta polemica. Come avevano indicato con un documento le Brigate rosse, la posizione dei coniugi Ravinale nella vicenda appare marginale: secondo 11 magistrato erano a conoscenza dell'identità dell'ospite, e sapevano quale materiale avesse portato nel loro alloggio, ma 11 loro ruolo non sembra andare oltre a quell'aiuto. V- tess. Aied — La sede di via Alberto Nota 7 riapre da lunedi (orario: lunedì-venerdì 15-19, sabato 9-12). Per la prenotazione di visite ginecologiche, andrologiche, psicologiche telefonare al 55.35.35 dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19. iiiiimmiiim i iiiniiiiiiiiii tini ti, durante il loro soggiorno in Riviera — malintenzionati abituati invero a superare ben maggiori difficoltà — hanno pensato bene di trasformare il loro terrazzo in un campo fortificato con rotoli di filo spinato che hanno costituito una crudele trappola per un innocuo ed ignaro piccione, rimasto appeso ad una zampina senza più possibilità di liberarsi nonostante i suoi disperati sforzi per più di 40 ore. «Commossa dalla sofferenza della povera bestiola e nella impossibilità di recarle aluto od anche solo di porvi fine, pensai di telefonare alla "Protezione animali": anche se timorosa di sentirmi rispondere che, specie in un periodo di ferie come l'attuale, essi avessero ben altri problemi di cui occuparsi, che non per le disavventure di un povero piccione. «Invece, non senza mia sorpresa, fui trattata con la massima cortesia e la sollecitudine con cui provvidero ad inviarmi un incaricato (volontario), fu pari a quella con cui questi fece intervenire i pompieri che con perizia ed entusiasmo liberarono la povera bestiola, schermendosi dai miei ringraziamenti ed elogi, con un semplice "£' nostro dovere". «Finché si ripeteranno episodi del genere, finché avremo modo di apprezzare giovani come il volontario della Protezione animali o i quattro vigili del fuoco che in una pigra giornata di vacanza hanno salvato la vita ad un povero piccione agonizzante, anche se non avranno mai il loro nome o la loro foto pubblicata sulle pagine di un quotidiano, potremo dire che la vita è pur sempre bella e meritevole di essere vis¬ suta» Silvana Peirone

Luoghi citati: Bologna, Genova, Mediglia, Padova, Torino