Duello franco-marco ma con tanta cortesia di Mario Salvatorelli

Duello franco-marco ma con tanta cortesia Duello franco-marco ma con tanta cortesia Dopo il lungo weekend francese l'ora della verità sembra rimandata - La moneta tedesca è ormai tra le più forti del mondo Roma, 17 agosto. Il duello franco-tedesco, a base d'inchini, non tanto di cortesia quanto di comodo: «Svalutate per primi voi francesi», «Rivalutate per primi voi tedeschi», è continuato anche oggi, senza variazioni notevoli. Chi si attendeva l'ora della verità dalla riapertura dei mercati dei cambi francesi, dopo il prolungato weekend di Ferragosto, è rimasto deluso. A meno che la verità nr n sia questa, oioè un principio di stabilità per il franco, in tutte le piazze europee (e queste tendenze sono state ccnfermate dalle aperture a New York, sfasate dal diverso fuso orario), che hanno registrato un attenuarsi della pressione sul franco. Il marco tedesco continua a scoppiare di salute, ma cerca di non darlo troppo a vedere, per evitare che possa «scoppiare» anche il serpente monetario, cioè quanto è rimasto di quell'accordo monetario europeo che la Cee avrebbe dovuto raggiungere e sostenere, prima che soffiasse la tempesta monetaria che da anni agita il mondo occidentale. La lira italiana ha passato un'altra giornata tranquilla, anche se ha dovuto registrare un lieve, ma generale, indebolimento nei confronti delle altre monete, eccettuato il dollaro, cedente oggi su tutte le piazze. Obiettività vuole che si ponga l'accento più sul «lieve» che sul «generale», anche perché sul mercato sono ricomparsi i petrolieri, che acquistano dollari per effettuare pagamenti arretrati e prepararsi a pagamenti futuri quindi non si tratta di una debolezza intrinseca della nostra moneta, almeno in questo momento. Un altro tranquillante all'agitazione della scorsa settimana si può ritrovare nella caduta della psicosi di Ferragosto, che puntualn.ente si ripresenta ogni unno da quando, nel Ferragosto del 1971, l'allora presidente degli Stati Uniti, Nixon, annunciò l'inconvertibilità del dollaro in oro, sfilando il perno intorno al quale ruotava il sistema monetario internazionale (la facoltà delle Banche centrali di convertire in oro i dollari di carta delle loro riserve, e che dava così un senso alle «parità» delle varie valute fissate in oro). A conclusione della giornata, l'andamento della lira — stabile con qualche indebolimento verso le monete europee e un leggero rafforzamento nei confronti del dollaro — è riassunto dagli indici di svalutazione calcolati dalla Banca d'Italia, in base al volume degli scambi commerciali (cioè «ponderati») e rispetto all'ultimo giorno di cambi fis si, l'ormai lontano 9 febbraio 1973 (tra parentesi gli indici di ieri): dollaro 30,59 (30,71); valute dell?. Comunità europea 36,55 (36,26); tutte le valute 33,28 (33,14). Ora l'attesa si è spostata sulle misure che il governo francese (e per esso il presidente Giscard d'Estaing) potrà, o meglio dovrà prendere in difesa della sua moneta. Le ipotesi sono fondamentalmente due: una che prevede il doppio mercato, quello finanziario e quello commerciale, negli scambi con l'estero, come già fecero in passato il franco francese e la lira italiana: un'altra ipotesi che prevede il deposito previo sulle importazioni, come ha fatto l'Italia in passato e attualmente, ma non la Francia. Il fatto che oggi il franco abbia j tenuto discretamente, fa pensare che prevalga la prima ipotesi, perché nel caso della seconda gli operatori commerciali si sarebbero presentati in forza sui mercati, in qualità di acquirenti di valute estere, per anticipare il deposito sulle importazioni. Ovviamente, nulla esclude un «cocktail» alla francese, di misure diverse per ottenere un gusto nuovo. Tutto ciò che potrà fare la Francia per il franco non impedisce, però, al marco tedesco di svolgere il suo ruolo, che è quello di locomotiva per le valute in genere, e per quelle del «serpente» europeo in particolare (oltre al marco, le monete del Benelux e dei Paesi scandinavi), così come l'economia tedesca fa locomotiva per la congiuntura mondia'e. Anche in campo monetario vale la legge della domanda e dell'offerta. E il marco tedesco da tempo è più richiesto che of:erto. Soltanto gli scambi commerciali registrano mensilmente un attivo che si aggira in media sui mille miliardi di lire, perché le esportazioni superano regolarmente le importazioni di due o tre miliardi di marchi. Con questo gigantesco attivo commerciale, con uno dei più bassi ritmi d'inflazione interni del mondo (appena il 5 per cento negli ultimi dodici mesi), con una forza di oltre 2 milioni di lavoratori stranieri a far da cuscinetto nei periodi di recessione, la Germania Federale può giustamente ostentare una moneta tra le più forti del mondo. Mario Salvatorelli

Persone citate: Giscard D'estaing, Nixon

Luoghi citati: Francia, Germania Federale, Italia, New York, Roma, Stati Uniti