Libano: la guerra civile ora si sposta in montagna
Libano: la guerra civile ora si sposta in montagna Si combatte ancora nelle vie di Beirut Libano: la guerra civile ora si sposta in montagna Ultimatum del capo delle "Tigri" Chamoun ai guerriglieri palestinesi Il Kuwait chiede un "summit" dei Paesi aderenti alla Lega Araba Beirut, 17 agosto. Truppe siriane e reparti della destra libanese continuano da quasi 24 ore ad attaccare le zone di montagna controllate dai palestinesi e dai progressisti, ma non sembra che questa nuova battaglia della sanguinosa guerra civile sia ancora entrata in una fase decisiva. Ieri la radio falangista aveva annunciato che i siriani erano entrati ad Hammana e Bahmdun, due dei principali centri controllati dalle sinistre in montagna, tagliando le vie di comunicazione palestinesi. La notizia era stata smentita dalla resistenza palestinese ed oggi le fonti di destra non l'hanno confermate. A Beirut sono ripresi i | bombardamenti sui quartieri ; occidentai e centrali, com-1preso quello di Hanra, mentre continuano gli scontri in alcune zone di periferia. Una unità palestinese, che è riu-1 scita a sfuggire all'assedio di I Tali al Zaatar la notte prima della caduta del campo, ha attaccato questa sera alcune posizioni falangiste alla periferia della capitale. Stasera il capo del partito nazionale liberale (cristiani conservatori), Camille Chamoun, ha lanciato un ultimatum alle forze palestinesi. In un incontro con i giornalisti al termine di un colloquio con il presidente della Repubblica Suleiman Frangie, ha detto: « Se i palestinesi non evacuano le posizioni che occupano in montagna, noi li cacceremo con la forza ». In risposta ad una demanda, il capo delle « Tigri » ha quindi riaffermato che « il fronte libanese (raggruppamento conservatore) intende liberare tutto il Libano dalla occupazione palestinese ». Ed ha aggiunto di ritenere che il presidente Frangie, il cui mandato scade il 23 settembre prossimo, resti in carica fino a quella data. Ma l'Olp, attraverso le dichiarazioni di alcuni suoi leaders, ha risposto a Chamoun affermando che non intende cedere più un pollice di terreno. E' il sintomo di un irrigidimento politico che viene confermato anche da un messaggio alla nazione, trasmesso ieri sera da « Radio Amchit », con il quale il presidente Frangie ha violentemente attaccato la resistenza palestinese, accusandola di complottare per la spartizione del Libano e di essere la causa della guerra civile. Frangie, che ha parlato in occasione dell'anniversario della sua elezione a presidente della Repubblica, ha posto quattro condizioni per il ristabilimento della pace: 1) rispetto degli accordi conclusi tra resistenza palestinese ed autorità libanesi; 2) aiuto dei Paesi arabi amici per i problemi economici e di si curezza; 3) tregua politica; 4) cessate il fuoco. Intanto il Kuwait ha chiesto alla Lega Araba di convocare con urgenza un summit che metta fine alla guerra civile libanese. Un portavoce della Lega ha dichiarato che la richiesta è pervenuta tramite una nota indirizzata ad Assad el Assad, facente funzione di segretario generale, e consegnata dall'ambasciatore del Kuwait in Egitto, Suleiman al Majed al Shaheen. La nota chie¬ de, prima del proposto vertice, un incontro dei ministri degli Esteri dei Paesi arabi, in forma straordinaria. Al Shaheen ha detto che il ministro degli Esteri del Kuwait, sceicco Sabah al Ahmed, consulterà i suoi colleghi arabi a Colombo, ai margini della conferenza dei Paesi non-allineati. Ciò per coordinare le posizioni e per stabilire la data per il proposto Summit. La nota del Kuwait esorta i capi arabi a rinunciare alle divergenze interarabe, causate soprattutto dalla guerra libanese, e a « lavorare con ogni mezzo possibile per metter fine allo spargimento di sangue sulla terra del Libano ». Il Summit dovrebbe inoltre discutere il ripristino della solidarietà araba « come essa è emersa, nella sua vera immagine, in occasione della guerra dell'ottobre 1973 contro Israele ». (Ansa-Upi)
Persone citate: Assad, Camille Chamoun, Chamoun, Frangie, Shaheen, Suleiman Frangie
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