Watson "aiuta,, Lauda contro Hunt di Michele Fenu

Watson "aiuta,, Lauda contro Hunt Nel Gran Premio d'Austria successo della Penske, l'inglese solo quarto Watson "aiuta,, Lauda contro Hunt Il pilota irlandese davanti a Laffite striaco conserva un vantaggio di 11 e Nilsson - L'aupunti sul rivale (Dal nostro inviato speciale) Zeltweg, 16 agosto. Niki Lauda è sempre al comando del campionato mondiale di Formula 1. James Hunt gli ha rosicchiato soltanto tre punti classificandosi quarto ieri a Zeltweg nel Gran Premio d'Austria vinto da John Watson con la Penske. Niki è rimasto a quota 58, Hunt ora ha un distacco di 11 punti. Jody Scheckter, altro candidato al titolo dopo l'incidente che ha per ora tolto Lauda dalla contesa, è finito fuori pista, come molti altri piloti, per fortuna senza conseguenze. C'è stato anche un incidente spettacolare fra Vittorio Brambilla ed Emerson Fittipaldi. con uno strascico di polemiche di cui parliamo a parte. Avrebbe dovuto essere la corsa di Hunt, lanciato all'inseguimento di Lauda, e invece è stata quella di Watson e della Penske. Per il barbuto pilota irlandese e il «team» americano patrocinato da una grande banca si tratta della prima affermazione in un Gran Premio. Una vittoria importante, perché siamo alla fine della stagione ed è il momento di rinnovare i contratti pubblicitari. Watson ha dovuto impegnarsi a fondo nella fase iniziale della gara per spezzare la resistenza di Ronnìe Peterson (March) e di Scheckter (Tyrrell a 6 ruote), mentre Hunt (McLaren), Nilsson (Lotus) e Laffite (Ligier-Matra) procedevano alle loro spalle. Laffite — autore di una corsa bellissima — ha dovuto operare due rimonte avendo perso posizioni per esser venuto a collisione una volta con Scheckter e un'altra con Hunt. II contagiri dà la misura di questa lotta: Watson al comando nelle prime due tornate, poi Peterson dalla terza alla nona, quindi Scheckter per un passaggio, ancora Peterson in quello successivo, infine Watson in testa dal dodice-1 Simo giro in avanti. Dodici giri di battaglia, di staccate mozzafiato, di duelli a ruota a ruota su una pista ancora umida per la pioggia caduta fino a pochi momenti prima del via, ritardato per questo motivo di quasi mezz'ora con il consueto balletto dei meccanici attorno alle gomme da bagnato e a quelle per asciutto. Watson è stato favorito dal progressivo calo della March di Peterson, che ha dovuto diminuire il ritmo per problemi ai freni e di tenuta di strada, e dall'uscita di pista di Scheckter. Il sudafricano è volato fuori nella curva Hella-Licht, al termine del rettilineo delle tribune e dei box. per l'improvviso cedimento della sospensione anteriore destra. 'Potevo ammazzarmi- ha mormorato poi al suo «patron», Ken Tyrrell. Anche Patrick Depailler, con l'altra «6 ruote», è finito nelle reti di protezione che recingono il circuito, e per 10 stesso motivo. Un fatto grave, che certo non depone a favore dell'affidabilità di questa tanto celebrata monoposto britannica. Ma Watson ha anche tratto vantaggio dalla prova incolore di Hunt e della McLaren. L'inglese, che ci aveva abituati a tanti avvii veloci, è rimasto fuori dal vivo della battaglia, limitandosi a controllare la situazione. A un certo punto, si è persino trovato in quinta posizione. Pareva che alla sua McLaren mancasse «qualcosa». E su questo «qualcosa» è cominciato un girotondo di ipotesi, di cui taluna poco simpatica per 11 biondo figlio d'Albione (James ama dire che -corre per l'Inghilterra-) e il suo «team manager», Teddy Mayer. Si riparla di carburanti speciali, insomma di illecito. Hunt ha spiegato in termini un po' confusi la sua modesta prestazione. -Watson ha compiuto una partenza bellissima, io mi sono trovato in mezzo a piloti che guidano in modo strano. Quel Laffite, ad esempio... Poi, c'è stato qualche problema di pneumatici. La macchina era troppo sovrasterzante. Mi sono accontentato, otte- j I nere tre punti poteva bastarmi-, i | Si vede che James — il quale alla viglila del Gran Premio aveva di j I chiarato di voler vincere per gua-1 j dagnare nove punti — sa adattarsi I rapidamente alle circostanze. Assente la Ferrari, i pochi tifosi italiani speravano nella BrabhamAlfa Romeo, in Brambilla, in Merzario. chiedevano a Pesenti Rossi e alla Lombardi qualche impennata. La delusione deve esser stata completa: Pesenti Rossi è giunto undicesimo, la Lombardi dodicesima e ultima a 4 giri da Watson. Merzario è uscito di pista nelle fasi iniziali acciaccando la sua Williams, di Brambilla già sapete (a proposito, l'anno scorso aveva vinto sotto l'acqua, stavolta è stato appiedato in modo burrascoso e si è imposta la Penske, il cui pilota — Mark Donohue — nel '75 era morto per un incidente accadutogli nelle prove preliminari del mattino della domenica). E le Brabham con motore Alfa Romeo del «team» Martini? Peggio di cosi non poteva andare, con l'ingegner Carlo Chiti, che segue le prove dei suoi 12 cilindri con amore quasi paterno, a mordersi le unghie nell'ombra del box. Carlos Reutemann è stato tradito dalla frizione sulla linea di partenza e ha percorso solo 300 metri, Carlos Pace, dopo un avvio piuttosto lento, è volato fuori strada a 290 l'ora per un mancamento dei freni. -Quando mi sono accorto che non riuscivo a frenare e che ero a 100 metri da una curva, ho messo la macchina di traverso per rallentarla un po' e non finire di punta nelle reti, poi ho chiuso gli occhi. Adesso ho qualche capello bianco in più-. Michele Fenu

Luoghi citati: Austria, Inghilterra, Zeltweg