La forza della Ferrari

La forza della Ferrari Pochi spettatori, il bilancio disastroso La forza della Ferrari (Dal nostro inviato speciale) Zeltweg, 16 agosto. // * circo » della Formula 1 deve considerare con molto riguardo la Ferrari. Ieri a Zeltweg è stato possibile misurare II • peso • della nostra Casa in questo ambiente che troppo spesso dimentica i valori sportivi, tecnici, umani per rincorrere con metodi talora maliosi la via del successo e del denaro. Il Gran Premio d'Austria si è svolto davanti a 50 mila spettatori mentre negli anni scorsi i presenti erano stati, in media, Ì30 mila. « Per la prima volta la nostra corsa si è chiusa in passivo » ha detto Fritz Trailer, responsabile del - business » del Gran Premio, che agli organizzatori costa circa 900 milioni di lire. « Il cólo degli spettatori ha superato le nostre più pessimistiche previsioni. Ritengo che il 60 per cento non sia venuto per l'assenza della Ferrari e il resto per quella di Niki Lauda ». // quotidiano viennese - Kurier » ha aperto i suoi servizi sul Gran Premio con un grosso titolo: - Zeltweg deserta senza Lauda ». SI calcola che nella verde conca dove è ospitato l'autodromo ci fossero ieri quattro-cinquemila italiani contro I 20-30 mila del '75. Mancava l'entusiasmo degli scorsi anni, l'allegria del tifosi di Lauda e di Clay Regazzoni era solo un ricordo. Lo spettacolo era freddino, e questo proprio In una giornata importante per il • circo - della Formula 1: per la prima volta un suo • show » veniva trasmesso in diretta nell'Europa orientale. Urss, Ungheria, Romania, Polonia e Cecoslovacchia erano collegate con Zeltweg. Ma non c'era l'unico nome conosciuto anche in paesi che non hanno mai ospitato un Gran Premio e In cui la diffusione dell'automobile è ancora agli inizi. Forse, neppure Enzo Ferrari ha pienamente compreso il valore del suo nome, la forza che gli de¬ riva da 50 anni di attività nel mondo delle corse, da un prestigio cresciuto ed alimentato dai successi, dalla continuità della sua azione, dal fatto di produrre veramente automobili. Un nome che finisce per nobilitare anche chi nobile non è e che può trovar rifugio in quella associazione dei costruttori di Formula 1 di cui pure la Ferrari è socia. La nostra Ca-,a può continuare con serena fermezza nella sua azione di rottura di certi schemi, di certe connivenze che hanno a poco a poco trasformato e corroso il mondo della Formula 1. Da una parte una autorità sportiva che per incapacità o complicità non sa più amministrare il potere, permettendo che l'illecito e la maramalderia diventino legge; dall'altra gli organizzatori dei Grandi Premi, che comprano lo « show » a scatola chiusa e nulla gli importa di quel che fanno gli attori; dall'altra, ancora, I costruttori o pseudo tali, uniti a « sponsors » c.'.e non sono legati all'automobile e per ì quali — salvo rare eccezioni — conta solo una vittoria che reclamizzi direttamente o indirettamente quel tale prodotto. Ora, il ritiro della Ferrari può provocare una serie di reazioni a catena, perché se questa assenza determina un calo di interesse del pubblico e, quindi, incide sul - business • della Formula 1, state tranquilli che si agiteranno in molti. E ciò indipendentemente dalle ragioni enunciate da Enzo Ferrari nei suoi comunicati, ragioni limpidissime che non vogliono essere capite solo da chi non ne ha interesse. E' ormai chiaro che la Formula 1, così come è strutturata oggi, non può più andare avanti. I Grandi Premi stanno perdendo di credibilità men tre ombre e sospetti si addensano su molti personaggi. Una situazione insostenibile per chi, come Ferrari, crede in ben precisi valori. m. fe.

Persone citate: Clay Regazzoni, Enzo Ferrari, Fritz Trailer, Lauda, Niki Lauda

Luoghi citati: Austria, Cecoslovacchia, Polonia, Romania, Ungheria, Urss, Zeltweg