Nato da un matrimonio fallito il bimbo seviziato dalla madre

Nato da un matrimonio fallito il bimbo seviziato dalla madre La donna è da sabato nel carcere di San Vittore Nato da un matrimonio fallito il bimbo seviziato dalla madre 11 piccolo, 9 anni, appena venuto alla luce era stato affidato a due coniugi poi a un collegio La madre non lo voleva perché "le aveva rovinato la vita" - Il suo legale chiederà la perizia (Nostro servizio particolare) Milano, 16 agosto. A San Vittore, dove è stata rinchiusa sabato scorso con l'accusa di maltrattamenti aggravati e continuati contro il figlio Andrea, di nove anni, Marina Lavaggi s'è chiusa in assoluto mutismo. Non risponde alle domande del magistrato non scambia parole con le compagne di cella, rifiuta anche il cibo. Le uniche frasi «di spiegazione» le ha pronunciate stravolta, al momento in cui la polizia ha fatto irruzione nell'attico elegante (cinque stanze e doppi servizi) di sua proprietà, in via Don Gnocchi 4, che la donna divideva con i suoi sette cocker, tre gatti e un coniglio. Marina Lavaggi ha detto che quel figlio non lo aveva mai voluto, era nato contro la sua volontà e le aveva «rovinato la vita». Intanto il piccolo, ricoverato all'ospedale, continua a chiedere dei nonni ? "^ici ed infermieri. «I noi rxs una coppia di Lesa, ui. jssionista in pensione e la moglie vigilatrice d'infanzia, che lo hanno preso in custodia quando aveva appena dieci giorni. I coniugi lo hanno allevato fino a tre anni e mezzo. Dopo, il bambino ha sempre diviso il suo tempo fra questa famiglia, di cui era ospite durante i giorni di vacanza, e un confortevole «baby club» del capoluogo milanese. Solo per una serie di coincidenze dovute alle ferie estive, Andrea era dovuto tornare con la madre dal 1° agosto al 14, giorno in cui, nero di lividi e di segni delle scudisciate (la donna lo percuoteva anche con due frustini) è stato prelevato dalla dottoressa Carmen Mingo, della polizia femminile. Nel palazzo — elegante, sei piani, zona Fiera, «signorile» — lo aveva visto, una sola volta, soltanto il custode. «Passeggiava sul praticello qui dietro», racconta l'uomo, «aveva tutte le gambe segnate e la fronte graffiata; vestiti i strappati, assorto, con la faccia china, smunta. Gli ho chiesto chi fosse: "Il figlio della signora Lavaggi" ha detto, ed è scappato via». La donna lo teneva segregato, e lei stessa, di casa, non usciva quasi mai. «Da sei mesi che son qui» prosegue il custode, «l'ho incontrata una sola volta, mentre saliva sulla sua jeep. All'inizio, non sapevo nemmeno che l'attico fosse abitato: continuavano ad arrivare raccomandate, e io, per due mesi, le ho trattenute in attesa "dell'arrivo" della destinataria. Finché un giorno, all'amministrazione, mi hanno avvertito che la signora abitava già lì da tempo, e la posta andava messa nella cassetta; avrebbe provveduto lei, a ritirarla». Tra la posta, alcune missive erano indirizzate all'«Allevamento Barone Rosso»: a quanto si è appreso infatti la donna avrebbe tenuto i cani per farli figliare e vendere cuccioli, più ancora che per una forma (più o meno morbosa) di affetto. I vicini di casa aggiungono che, per colpa dei cani e del suo modo di fare — «se la prendeva con tutti. insultava e urlava» — la Lavaggi aveva collezionato una serie di denunce. La definiscono «un'isterica»; il suo legale ha annunciato che chiederà la perizia psichiatrica. In via Don Gnocchi la donna abita da una decina di anni cioè dal matrimonio con un benestante di origine torinese. Bianchi Anderloni; unione che venne «annullata» dopo circa due anni. Su questa vicenda lo psicanalista Armando Verdiglione ci ha fra l'altro detto che casi di maltrattamenti a bambini avvengono in continuazione. Ma nella maggioranza dei casi purtroppo vicende simili restano ignorate. Il fatto di picchiare, fustigare un bimbo è qualcosa di fortemente ricorrente nelle fantasie di tipo ossessivo. Mi pare che la prova più indicativa sia l'accusa rivolta dalla donna al figlio di averle «rovinato la vita». Dunque: perché lo ha fatto nascere? Il motivo può essere ricercato in una società che riesce ad intendere la sessualità solo sottomettendola a principi riproduttivi e produttivi, cioè «debitamente» finalizzata, o. r. Andrea Lavaggi

Persone citate: Andrea Lavaggi, Armando Verdiglione, Barone Rosso, Bianchi Anderloni, Carmen Mingo, Lavaggi, Marina Lavaggi

Luoghi citati: Lesa, Milano