Nella città semivuota i servizi pubblici hanno funzionato a ritmo molto ridotto

Nella città semivuota i servizi pubblici hanno funzionato a ritmo molto ridotto Le aziende approfittano di questo periodo per lavori di manutenzione Nella città semivuota i servizi pubblici hanno funzionato a ritmo molto ridotto Telefoni: usati al 20 per cento - Gas, duemila metri cubi all'ora contro i 200 mila del periodo invernale - Trasporti, 360 autobus invece di 900 - Luce, 130 mila kilowatts contro mezzo milione - Una giornata e una notte al pronto soccorso Ferragosto è per la maggior parte delle aziende pubbliche il momento della verifica e della manutenzione degli impianti. La Sip, l'Azienda elettrica municipale, l'Enel, l'Italgas e l'Acquedotto ne approfittano per fare quei lavori che negli altri periodi dell'anno sarebbe più scomodo e difficile realizzare. I motivi sono facilmente intuibili: la città è vuota e secondo un calcolo fatto in base alla richiesta di energia e di acqua potabile i torinesi che ! trascorrono la giornata la casa non superano mai le 450 mila unità, il 35-40 per cento della popolazione residente. Alla Sip erano in servizio 150 persene, tecnici e ingegneri compresi. Alla centrale di via Tripoli il responsabile di turno, Dario Vernerò, ha trascorso la giornata con la sua équipe controllando gli impianti: « Non c'è stato niente di particolare, le squadre di pronto intervento sono uscite poche volte per riparare i guasti provocati dal temporale. Non sono in grado di dire quante telefonate sono state fatte perché il sistema è tutto automatico ma è certo che non hanno superato il 20 per cento del traffico normale ». L'Italgas ha affidato la sorveglianza delle apparecchiature a 24 persone, suddivise in tre turni. La richiesta di metano è stata di 2000 metri cubi all'ora contro i 200 mila durante il periodo invernale (n.d.r.: l'industria assorbe scio il 2 per cento). «Anche per noi — dice il tecnico Franco Dini — è stata una giornata di riposo e per un attimo abbiamo pensato che tutti i torinesi se ne fossero andati. Tuttavia siamo stati sempre pronti ad intervenire. Sappiamo che in questo periodo c'è il pericolo di gravi incidenti perché molte persone vanno in vacanza dimenticando dì chiudere il gas. Nella notte abbiamo dovuto chiamare i vigili del fuoco e la questura per entrare in un alloggio ». I mezzi dell'Atm in circolazione a Ferragosto erano 360 contro i 900 delle giornate feriali lavorative e non più di 160 mila persone se ne sono servite. Dice un dirigente del deposito di corso Regina: « Non abbiamo interrotto nessuna linea ma abbiamo semplicemente ridotto le frequenze, un mezzo ogni 8-10 minuti. Per garantire il servizio hanno lavorato 1200 persone più 150 tecnici». Interrotte invece per tutta la giornata due linee da 220 mila volts dell'Azienda elettrica municipale che nell'arco delle 24 ore ha erogato 64 mila chilowatt contro una media di 250 mila. Dice l'ing. Bottigelli: « Se fosse sempre così non avremmo problemi. Il temporale non ci ha dato fastidio e i lavori nelle varie centrali siamo riusciti a concluderli in tempo utile ». Lo stesso discorso vale per l'Enel che divide gli utenti al 50 per cento con l'Azienda Municipale. In totale, il 15 agosto la richiesta complessiva di energia in città, non ha superato i 130 mila chilowatt, su un consumo medio, in tempi normali, di mezzo milione all'lncirca. Altri dati dal centro di controllo elettronico dell'Acquedotto municipale dove uia sola persona, Franco Cerra, grazie al computer installato due anni fa, ha tenuto sotto controllo l'Intera rete di Torino, circa 1600 chilometri di tubi. « Fino a mezzogiorno, dice, l'erogazione di acqua era di 4800 litri al secondo (invece della media annuale di 6055 litri al secondo). Per usi domestici sono andati 2300 litri, gli altri per servizi pubblici ». Nulla di particolare è accaduto a Ferragosto. « Le squadre — dice l'ing Duso — hanno fatto i soliti interventi per la manutenzione. Erano in servizio 35 persone ». Hanno lavorato poco anche i dipendenti della Tcrino-Savona, le biglietterie di Porta Nuova e l vigili del fuoco. Sull'autostrada meno di 20 mila passaggi contro i 135 mila dei giorni del grande esedo; alla stazione sono stati venduti solo 8300 biglietti per 14 mila viaggiatori, pari a 30 milioni di lire. Dicono i dirigenti delle ferrovie: « Solo al mattino c'è stato un po' di lavoro, al pomeriggio l'atrio era completamente deserto ». I settanta pompieri in iii uminili servizio hanno sonnecchiato fino ialle 10 poi hanno ricevuto molte chiamate per 41 temporale. Nell'arco della giornata seno usciti inoltre 37 volte, sempre per allagamenti e aperture di porte. Domenica di Ferragosto al pronto soccorso delle Molinette. C'è calma. Calma vuol dire meno «lavoro» rispetto alla routine. La guardia medica è comunque al completo, forse un po' meno tesa. L'equipe chirurgica è composta dal prof. Antonio Mussa, dal prof. Gallingani e dagli anestesisti Roggino e Paola Mentasti «tiroci nante». Più gli infermieri e la capo-strumentista. Dall'altro lato, sempre al piano terra c'è il pronto intervento di medicina. E' di turno il dott. Mario Lamberto. I ricoveri sono stati pochi, così risulta dal «mattinale» della guardia di pubblica sicurezza Sacca. Traumatizzati da cadute accidentali, qualche ferito leggero, vittime di incidenti della strada. Francesco Zampa e Silvana Marchisio, marito e moglie, sabato sera dopo esser stati a cena in un ristorante si sono sentiti male; domenica in preda a forti do¬ lori addominali si sono recati al pronto soccorso: «intossicazione da funghi». Niente di grave. La giornata incomincia così. Poi arriva un'altra coppia di coniugi uscita di strada in auto. Nel primo pomeriggio viene ricoverata una donna di Sommariva Perno, Maddalena Dall'Orto, 45 anni: è gravissima per una caduta dal fienile. Morirà una decina di ore più tardi. Poco dopo una ragazza di 20 anni, Carla C, è sottoposta a lavanda gastrica. «Barbiturici», dice il medico. Perché? «Crisi depressiva». Vuol dire tutto e nulla. Una ragazza graziosa in una città vuota e incupita dalla pioggia. Gli amici sono tutti via, al telefono non risponde nessuno, il solito bar è chiuso. Una domenica che sembra non aver fine, i minuti che scorrono lenti; la noia sconfina nell'ansia: meglio «dormire». Scende la notte. Il prof. Mussa, capo-guardia, appare preoccupato. Di là da un paio d'ore c'è un paziente giunto dall'ospedale di Bra. Giacomo Mulassano, 50 anni, ha avuto un incidente d'auto a Cherasco, ha battuto il petto contro il volante. E' svenuto, non reagisce. Pub essere roba da poco o qualcosa di grave. «Apriamo. Bisogna guardare dentro». Detto così, una frase cruda. Dietro le parole c'è però tensione, nervi a fior di pelle. L'equipe si riunisce nella sala operatoria, in silenzio. Incomincia l'intervento «esplorativo» all'addome. Dura un'ora e tre quarti. Bisognava farlo. «Appena in tempo» commentano rilassati, Mussa e Gallingani. «Una costola ha spaccato in due il fegato. La milza era letteralmente esplosa. Abbiamo tolto la milza e cucito il fegato». L'uomo si salverà. Servizio di: Emanuele Monta e Pier Paolo Benedetto Molinette: l'equipe di guardia mobilitata nella notte per salvare un ferito

Luoghi citati: Cherasco, Savona, Sommariva Perno, Torino