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Ferrari risponde al presidente Aci Ferrari risponde al presidente Aci Modena, 14 agosto. Questo il testo della lettera inviata ieri da Enzo Ferrari all'avv. Carpi De Resmini, presidente generale dell'Automobile Club Italia, in risposta all'invito rivolto alla Ferrari di riprendere il campionato mondiale con il G. P. di Monza: «Ho ricevuto il suo telegramma dell'11 corrente. La ringrazio del conforto dato alla decisione Ferrari e prendo atto del suo deciso atteggiamento nei confronti Fia. L'occasione mi consente di precisare che il 31 luglio, alla vigilia del Nùrburgring, il nostro direttore sportivo Audetto, avverti il presidente della "Fiat" Mettermeli, quello Csi Ugeux, il vice Von Hanstein, il segretario Leon, con i componenti Boeri e Ceard, che la Ferrari avrebbe abbandonato il mondiale se il tribunale d'appello non avesse riesaminato l'assurda sentenza del G. P. di Spagna. Alla dichiarazione erano presenti i giornalisti Michele Fenu (La Stampa), Pietro Rizzo (Gazzetta dello Sport) e Johnny Rives (L'Equipe). «E' lampante che la decisione presa dalla Csi nell'occasione non ha tenuto in nessun conto l'atteggiamento Ferrari. Al suo invito di riprendere il mondiale fin da Monza debbo rispondere che come la sospensione fu decisa in pieno accordo con l'amministratore delegato, ogni eventuale mod.fica dovrà scaturire dal consiglio di amministrazione. «E' chiaro che l'attività dell'unica vera casa costruttrice attualmente direttamente impegnata in campo mondiale deve essere tutelata anzitutto dal rispetto delle leggi sportive. La ripresa non può quindi rappresentare un mio atto personale di dedizione sportiva, ma la considerata opportunità di difendere l'immagine di una fabbrica di automobili che appartiene al Gruppo Fiat, cosi come all'affetto degli sportivi italiani. Se poi nell'evoluzione di questo mondo moderno delle corse, il baratto, la corruzione e il ricatto finissero per trovare accesso, ritengo che non vi sarà più posto per me. Cordialmente Enzo Ferrari».