Quattro itinerari in collina di Piero Cerati

Quattro itinerari in collina Consiglio dedicato a chi è rimasto nella città Quattro itinerari in collina Brevi gite in auto su ottime strade nel Roero, nelle Langhc, nel Monferrato o nel "verde Canavese" - "Pic-nic" o la speranza di trovare un tavolo al ristorante per chi non s'è prenotato Per chi non vuole trascorrere in città il Ferragosto suggeriamo quattro itinerari, fra i tanti che partono da Torino. Sono località facilmente raggiungibili in auto, con strade ottime; per arrivarci occorre un'ora, a media velocità. Ristoranti: è il punto dolente di Ferragosto; se non s'è prenotato, dovunque la risposta è: tutto esaurito. Non si deve però disperare, un posticino salta sempre fuori, magari attendendo con pazienza (le località che indicheremo hanno ristoranti, osterie, trattorie con piatti caratteristici, vale la pena aspettare) che si liberi un tavolo. Per chi ama il picnic non vi sono problemi (tempo permettendo); le località sono tra il verde dei prati e il fitto cupo della boscaglia, si può scegliere dove accamparsi, con una avvertenza: la campagna deve essere rispet tata, non si accendano fuochi, non si getti carta e oggetti di plastica, non si calpesti indiscriminatamente l'erba, non si distruggano le piante. Prediche inutili? Assolutamente no. Siamo tutti garba ti, educati e a modo, ma non traligniamo con la scusa della festa all'insegna dell'» una volta tanto ». Primo itinerario: il Roero. Sono colline selvagge; dove il bosco si dirada, i vigneti si abbarbicano alle ripide colline: l'uva è nebbiolo, poi barbera, arneis, favorita. Questi quattro vini sono conosciuti e non hanno bisogno di essere presentati (arneis e favorita sono bianchi, secchi o dolci a seconda della vinificazione). Da Torino si attraversa Moncalieri, ci si dirige verso Cambiano, prima di Poirino si gira a destra (bivio per Alba) verso Pralormo, si passa per Monta, si giunge a Canale. Qui si può girare a destra per Monteu Roero, Santo Stefano Roero, Montaldo Roero. Noi consigliamo di proseguire sino alla frazione Borbore (strada verso Alba), qui si volta a destra e si sale a Vezza d'Alba, dove il ristorante ha un nebbiolo favoloso, prodotto dai terreni sabbiosi (quindi il vino è fine) delle colline. Sempre in auto si può salire sino alla Madonna dei Boschi, dov'è il santuario che sul frontone porta l'insegna dei conti Roero: «A bon rendre ». Tutt'attorno boschi, vigneti, prati. Secondo itinerario: le Langhe. Superata la frazione Borbore di Vezza d'Alba, si giunge nel capoluogo delle Langhe, ci si inserisce (a destra prima di piazza Savona) sulla strada che porta a La Morra e a Barolo. Nel centro di Gallo, a pochi chilometri da Alba e famoso per il torrone (c'è un negozio con l'insegna della specialità), si gira a sinistra (indicazio¬ ne su cartello giallo) per il castello di Grinzane Cavour: qui, sull'alto, lo spettacolo è stupendo. Si può visitare il castello e l'annessa enoteca; | si può mangiare nel ristoran-1 te con vini di gran pregio, i garantiti dall'Ordine dei Ca-1 valieri del Tartufo, che li seleziona con estrema cura. Da Gallo, invece, si può | proseguire per La Morra (bivio a destra dopo pochi chilometri) e visitare in frazione Annunziata, a metà collina, il Museo dei vini d'Alba di Renato Ratti. Tutti ottimi qui i ristoranti. Se si lascia da parte La Morra, si prosegue sempre sul fondovalle verso Barolo: si pranza da Brezza, la signora cura la cucina, il marito accudisce ai vini. Si può chiedere di visitare qualche cantina, come quella di Pira, dove ancora si pigia l'uva con i piedi e forse in questi giorni si imbottiglia il Barolo 1971. Terzo itinerario: il Monferrato. Si viaggia sull'autostrada Torino-Piacenza sino al casello di Asti Est, si esce, ci si inserisce sulla statale girando a destra; dopo pochi chilometri si svolta ancora a destra sulla strada che va verso Casale. Il paesaggio è formato da mille colline, siamo nell'« esultante di castella e vigne suol d'Aleramo », come scrive il Carducci. Si arriva sino a Moncalvo: abbiamo attraversato le terre del grignolino, ora è il regno della barbera, ma ottimo è anche il dolcetto. Si può chiedere di visitare la cantina di Vincenzo Ronoo, produttore e afnnatore di vini tipici; c'è l'imbarazzo per la scelta del ristorante. Di qui una strada di raccordo porta a Grazzano Badoglio, a Casorzo (la cantina sociale produce l'ottima malvasia a denominazione d'origine controllata), quindi a Vignale che sta per creare nel castello un'enoteca regionale. Qui si chieda di assaggiare il grignolino del Casalese, ultimo blasonato (pur risalendo a secoli or sono, pare si chiamasse allora barbezino) nella dinastia dei vini di gran qualità. Quarto itinerario: il Canavese e i laghi. Il trovadore provenzale Peire Vidal definì questa plaga « doussa terra »; la campagna e le colline sono dolci, c'è un senso di intensa pace. Lasciando da parte l'autostrada Torino-Ao sta, consigliamo la statale Torino-Chivasso-Caluso: qui si può deviare a destra per il lago di Candia, il « mare » dei torinesi, o ci si può fermare per sorseggiare, ben fresco, l'erbaluce bianco e secco; chi ha diverse ambizioni può giungere sino a Ivrea e salire sulla Serra sino al paese di Andrate: avrà sotto i suoi occhi il verde piano; non sono molto lontani i laghi Sirio e Viverone. Noi consigliamo di puntare, dopo aver già attraversato il Canavese, verso la montagna, giungendo sino ai laghi di Meugliano, occhi azzurri in una foresta di verde (se si è già a Ivrea occorre prendere il bivio a destra per Banchette, Lessolo, Alice, e risalire verso Meugliano). Ristoranti: il torrente Chiusella ha fresche e dolci acque, adatte per trote. Da Meugliano ci si può recare, risalendo per pochi chilometri la valle Chiusella. a Trausella, uno dei pochi paesi sulla destra del corso d'acqua. Piero Cerati Laghi dì ragliano OAndrate Qj*s faL Sirio Trausella. Vignale La Morra\ Barolo ^Alba }Ganzane Cavour t'Annunziata