Costruttori "distratti,, a Venaria hanno fabbricato 50 alloggi senza allacciamenti d'acqua e fognature

Costruttori "distratti,, a Venaria hanno fabbricato 50 alloggi senza allacciamenti d'acqua e fognature Dov'erano le casermette, inabitabili i palazzi dell'Istituto Case Popolari Costruttori "distratti,, a Venaria hanno fabbricato 50 alloggi senza allacciamenti d'acqua e fognature Duecento inquilini si lamentano: "E' una vita impossibile" - in Comune spiegano: "Siamo in ritardo nei lavori, però a settembre cercheremo di mettere le cose a posto. Comunque non abbiamo rilasciato nessun permesso di abitabilità" Nel quartiere delle ex casermette di Venaria i bambini provvedono ai rifornimenti d'acqua e allo scarico delle Immondizie. Ad ogni ora qualcuno di loro attraversa i cortili sterrati, pieni di ciottoli, si affaccia alle voragini ancora aperte per l'ultimazione dei lavori, rovescia nella scarpata i rifiuti. Altri fanno la coda davanti a uno dei pochi tubi che spuntano dalla terra. Perché? « Hanno consegnato le case senza fare gli allacciamenti delle fognature e dell'acqua — commenta un inquilino —. Siamo oltre 60 famiglie, 200 persone, che viviamo in alloggi inabitabili. Decine di altri assegnatari, che si sono rifiutati di rimanere e sono andati via, attendono che tutto sia a posto ». Nei 15 grandi palazzi bianchi dell'Istituto Case Popolari non tutto sembra che sia a posto. « Il progetto iniziale — dice il consigliere comunale democristiano geom. De Marchi — prevedeva 500 alloggi, ciascuno di 5, fi, anche 7 vani, doppi servizi, scuole, un centro commerciale. La spesa sarebbe stata intorno ai 7 miliardi ». L'operazione era il risultato di un accordo per cui 70 alloggi e due case in via Amati (in totale una disponibilità in vani per 120 famiglie) venivano ceduti a Torino in cambio di un appoggio finanziario. Nel 1973 sono Iniziati 1 lavori. In poco tempo i pannelli prefabbricati hanno coperto le strutture in cemento, il quartiere ha preso forma. Ur. inquilino: « Nessuno aveva però pensato a costruire le fognature. Le case sono quelle che sono, senza intonaco fuori, senza posteggi coperti, con ampi spazi inutilizzati. I negozi sono piccoli, senza un magazzino decente ». In Comune le osservazioni sono di diversa natura. Durante il controllo delle graduatorie per l'assegnazione degli alloggi, un anno fa, qualcuno si accorge che, tenen- do presente l'obbligo di dare alle famiglie alloggi con una camera per ogni componente, molti sarebbero stati esclusi. « L'indagine svolta — illustra l'assessore all'Igiene, Umberto Mancin (pei) — aveva accertato che 65 assegnatari erano famiglie con uno o due membri; 84 con due o tre; 192 con tre o quattro. A questo punto si è resa necessaria una revisione del progetto e la ristrutturazione di molti alloggi. 332 sono rimasti intatti, gli altri dovranno essere frazionati ». Secondo 11 progetto, che ha su- scltato nuove polemiche, alcuni alloggi sarebbero cosi piccoli che l'entrata si ridurrebbe ad un budello, buio e senza aria, sul quale si affacciano le porte. Un consigliere dell'opposizione: « Si è partiti da 7 miliardi e siamo gtà a 11. Per rifare gli alloggi occorrono 1500 milioni. Alla fine dei lavori, sfioreremo il tetto dei 16 miliardi ». Ma quello che conta è togliere le famiglie dalle cadenti case del centro storico e le critiche si smorzano. Il 15 luglio, nel quartiere delle ex casermette avvengono 1 primi 72 traslochi. « Gli altri palazzi avrebbero potuto essere consegnati ma dovevamo finire la ristrutturazione ». In ogni caso si procede alla regolare assegnazione, anche senza acqua e fogne. « Per questo primo gruppo di alloggi — dice l'assessore Mancin — siamo riusciti a risolvere il problema. Per gli altri no ». Qui la vicenda si ingarbuglia. « Non abbiamo rilasciato nessun permesso di abitabilità — spiegano in Comune —. L'Iacp, preoccupato per le continue occupazioni, ha consegnato le chiavi spiegando che avrebbero dovuto solo mettere una sedia o altro nei locali e non abitarci. Loro hanno preferito rimanere ». Colpa quindi degl'inquilini? « Non hanno provveduto in tempo a costruire il necessario: rete idrica e fognatura » ribattono. « in verità c'è stata una serie di ritardi nei lavori — spiega Mancin —. Avrebbero dovuto incominciare a maggio e invece hanno atteso ancora un mese. La terra è molle ed hanno dovuto scavare profonde trincee. Adesso ci sono le ferie, la ditta che doveva darci le piastrelle per tappezzare i tubi è chiusa, il personale è ridotto ». A fine settembre, le fognature dovrebbero però essere ultimate. « Ci è stato assicurato — dicono in Comune —. Al massimo supereremo il limite di altri 10 giorni. Appena sono ultimate, anche l'acqua verrà aperla ». « Nel frattempo le grandi buche rimangono un pericolo » protesta un inquilino. L'assessore: « Daremo disposizioni all'Ufficio Tecnico affinché faccia disporre dalla ditta le regolamentari recinzioni. Rivedremo inoltre i piani del centro commerciale, la sistemazione dei cortili ». Nel prossimi giorni tutto il problema del nuovo quartiere verrà riesaminato. « Occorre solo un po' di pazienza e comprensione », dice un funzionario del Comune. « Ne abbiamo già avuta troppa. Avrebbero dovuto pensarci prima » ribatte un inquilino. Adriano Provera I bimbi provvedono ai rifornimento d'acqua e allo scarico delle immondizie nei cortili

Persone citate: Adriano Provera I, De Marchi, Mancin, Umberto Mancin

Luoghi citati: Torino, Venaria