Coazze: caro-affitti ma il paese è pieno

Coazze: caro-affitti ma il paese è pieno Villeggiature a due passi da Torino Coazze: caro-affitti ma il paese è pieno D'estate, passa da 3 a 20 mila abitanti - Per una casetta, più di un milione - Il sindaco: "Non facciamo reclame, se venissero altri villeggianti dove li metteremmo?" - Pochi i giovani «Ognuno a suo modo» c'è scritto sul campanile di Coazze. Il «modo» di vivere a Coazze durante l'estate — 20 mila villeggianti — è decisamente caro, se guardiamo agli affitti. Epure il paese registra oggi il tutto esaurito e molti hanno già cominciato la caccia all'alloggio per il prossimo anno: si drizzano le orecchie per sentire se qualcuno ha deciso di non tornare e di lasciar libero l'appartamento. Il fatto di essere a 36 chilometri da Torino con una strada in cui gli Intasamenti sono rari e che comunque è percorribile in meno di 50 minuti (qualcuno ce la fa in 35) rende Coazze molto appetibile ai torinesi, soprattutto a quelli che durante la stagione più calda sono disposti a tramutarsi in «pendolari» per dormire al fresco e per consentire alla famiglia di fuggire all'afa ribollente della città. Professionisti, dirigenti, industriali (qualcuno anche nel Gotha dei sequestrabili), ma anche impiegati e operai, moltiplicano per 10 nella stagione estiva la popolazione di Coazze: oltre al capoluogo •occupano' anche le decine e decine di borgate sparse per la montagna, facendo ritornare alla vita gruppi di case che ormai erano destinati a un lento degradamento. Le baite abbandonate anche quassù sono diventate oro sfruttando lo spirito pionieristico represso in chi per II resto dell'anno è costretto a vivere in un condominio con ascensore e servizi centralizzati. I prezzi. Si è praticamente costretti ad affittare per tutto l'anno, perché pochissimi accettano di cedere gli appartamenti soltanto per I mesi estivi. Si parte da un minimo di 120-150 mila lire per vano per salire fino a 3-400 mila. Un miniappartamento (una camera, cucinino e bagno) può costare anche 600 mila lire all'anno, riscaldamento escluso. Una modesta casetta — senza giardino — con possibilità di 4 posti letto supera abbondantemente il milione. Per chi vuole acquistare (e sono molti) non esiste una quotazione di mercato per gli immobili: sono prezzi d'affezione. Indicativo è il fatto che II poco che si costruisce 10 si prenota sulla carta, prima ancora di vederlo. • Coazze ormai è una barriera dì Torino-, dice, spiegando II fenomeno, Tino Casalegglo (amministratore della compagnia di Carlo Campanini), uno degli habitués del Club dei villeggianti. Il circolo è stato fondato nel 1956 •per non annoiarsi-, dicono I soci che ora superano il centinaio. Con una quota a persona di 25 mila lire all'anno sono riusciti ad avere uno •chalet- con campo da tennis (sempre occupato), tre giochi da bocce, ping-pong. Inoltre, c'è un bar per la partita a canasta, o magari soltanto a scopa, e un piccolo ristorante per chi non ha voglia di perder tempo In cucina. •Ci siamo latti tutto da soli — dicono i dirigenti del Club — senza mal riuscire ad avere aiuti dai privati locali. Abbiamo dovuto sopperire all'Iniziativa di chi ci ospita. Intatti, non è mal stato latto nulla per I turisti, per II loro tempo libero, se si eccettua il campo giochi per I bambini. Ci siamo dovuti organizzare noi: con le gare di bocce, con I tornei di tennis o a carte per I pensionati. D'altra parte I locali non hanno bisogno di circuire I villeggianti, quando sono costretti a respingerli per mancanza di posto. Se si facesse ancora qualcosa per attirarli entrerebbero in crisi I servizi per 11 troppo affollamento. E poi, addio pace'. Si è cercato di inserire nel club anche I coazzesi, ma l'esperimento è naufragato. Sono state distribuite venti tessere gratuite fra i residenti, ma allo 'chalet' non se n'è visto uno. «// turista — commentano — è tollerato perché ren de, ma non sì fraternizza. Ci si sente ospiti, non abitanti acquisiti o adottati'. II sindaco di Coazze, il comunista Leo Giorcelli, dice che ci sono dei villeggianti che frequentano il paese da oltre 40 anni. 'Molti — aggiunge — sono nostri emigrati che ritornano. E' vero che non facciamo nulla, che non esiste la Pro loco, ma se attirassimo ancora gente facendo delle manifestazioni romperemmo l'equilibrio del paese. Siamo già contenti di essere riusciti a provvedere acqua per tutti: non è facile passare da 2-3 mila abitanti a 20 mila ». Fra i villeggianti sono scarsi i giovani dai 16 al 25 anni. 'Vengono finché sono bambini — spiega il sindaco — poi vanno nelle località più alla moda, con discoteche e night (assenti a Coazze). Tornano quando mettono su famiglia, magari con i bambini piccoli per i quali il clima del paese, con I suol 750 metri, è l'ideale'. La ricettività alberghiera è scarsa: poco più di cento letti. 9000 li¬ re al giorno la pensione, dalle 4 alle 6 mila lire un pranzo In un ristorante. I prezzi degli alimentari salgono rispetto a Torino del 10-15 per cento, nella piena stagione estiva anche del 20. I turisti non si lamentano eccessivamente, molti hanno preso l'abitudine di fare la spesa a Torino, in una delle periodiche discese al piano. Di sera il paese è -Ipertranquillo'-, dopo le 22 pare una città morta. Per i 'quattro salti' si scende ad Avigliana o a Giaveno. Per il resto, tutti a letto. Forse non è mutato molto dai tempi in cui Coazze, all'inizio del secolo, fu luogo dì villeggiatura anche per Luigi Pirandello. Il suo racconto •Ciascuno a suo modo- è ispirato alla scritta sul campanile. Coazzesi e villeggianti sembrano averne fatto un simbolo: continuano «a loro modo' a trascorrere in serenità le ferie, lontani dai falsi e faticosi allettamenti del consumismo. Quando ritorneranno in città non dovranno, come molti, riposarsi delle ferie. Gianni Bisio Riposo e tranquillità dei villeggianti nel parco di Coazze, a 36 chilometri da Torino

Persone citate: Carlo Campanini, Epure, Gianni Bisio, Leo Giorcelli, Luigi Pirandello, Tino Casalegglo