ll terribile flagello della grandine ha di nuovo infierito sulle Langhe

ll terribile flagello della grandine ha di nuovo infierito sulle Langhe Tra i vigneti devastati nella terra del Barolo e del Dolcetto ll terribile flagello della grandine ha di nuovo infierito sulle Langhe Colpiti i comuni di Serralunga d'Alba, Castiglione Falletto, Sinio, Cravanzana, Feisoglio, Torre Bormida, Bosia, Bergolo, Cortemilia - Danni per miliardi - Raccolti distrutti, case scoperchiate, strade bloccate dal fango - La disperazione degli agricoltori (Dal nostro inviato speciale) Alba, 10 agosto. « Non ho mai visto un temporale simile; è stata una cosa spaventosa: prima buio improvviso, poi vento, grandine e pioggia mai visti. Sembrava la fine del mondo ». Giuseppe Chiaria, 64 anni, da 22 viticoltore a Fontanafredda, ricorda ancora con brividi di paura il nubifragio che ieri pomeriggio ha investito le terre del Barolo, scaricandosi poi nell'Alta Langa. E' andato perduto il raccolto d'una zona vastissima che vive soprattutto di agricoltura. I danni per ora sfuggono a ogni valutazione. « Si possono fare soltanto previsioni di massima — afferma un enologo —. Siamo comunque sull'ordine dei miliardi ». In certi punti vigneti e campi sono andati completamente distrutti; non si può recuperare un chicco di uva, non una pannocchia di granoturco. Là dove c'erano composti filari c'era ora soltanto terra bruciata dalla grandine. Da lontano, grandi macchie color pantano sembrano vasti campi arati di fresco; da vicino si scoprono i resti dei vigneti: nudi pali conficcati al suolo, migliaia di piante sbriciolate dalla grandine: « E' andato perduto il lavoro di anni. Adesso, perché le viti torni- no a dare frutti sarà necessario attendere tre-quattro stagioni », teme Luigi Alessandria, agricoltore di Serralunga. Il temporale si è scatenato intorno alle 17. «Eravamo tra i filari — ricorda un altro viticoltore di Fontanafredda —. Non abbiamo fatto in tempo a metterci al riparo: in pochi minuti l'acqua c'è arrivata alle ginocchia, affondavamo nel fango ». Nel buio squarciato dalle folgori, la grandine e l'acqua hanno sconvolto le brevi colline ricche di viti. Tonnellate e tonnellate di pantano sono scivolate a valle. Torrenti melmosi che hanno investito le strade e invaso le cantine. Ventiquattr'ore dopo il temporale, in certi angoli era possibile trovare blocchi di grandine. Il fortunale ha colpito soprattutto Serralunga d'Alba. Da qui, avanzando su un fronte di circa mille metri, ha investito successivamente Castiglione Falletto, Sinio, Cravanzana, Feisoglio, Torre Bormida, Bosia, Bergolo e Cortemilia. Dalle terre del Barolo a quelle del Dolcetto e delle nocciole. Con filari, campi e frutteti, il temporale ] ha danneggiato anche decine . | ! I di oase, abbattuto comignoli, divelto antenne della televisione, strappato tegole dai tetti e seminandole per le strade. Ci sono state anche lunghe interruzioni nell'erogazione dell'energia elettrica, guasti agli acquedotti e ai telefoni. Nella notte (il nubifragio si è esaurito dopo le 21) sembrava che le dimensioni dei danni fossero | catastrofiche. Le prime luci, stamane, hanno ridimensionato i timori. Restano le spaventose conseguenze per la viticoltura. « Stavamo per avere una vendemmia eccezionale, davvero speciale — afferma ancora Giuseppe Chiaria dall'alto della sua espe- j rienza —. Abbiamo perduto I tutto ». Vittorio Alessandria, sindaco di Serralunga, azzarda un calcolo dei danni subiti soltanto dal suo comune: mezzo miliardo. «Probabilmente saranno maggiori», aggiunge, poi, passando mentalmente in rassegna le aziende colpite. Quelle grandi e quelle a conduzione familiare, unica risorsa per nuclei di persone che non hanno altre entrate al di fuori del frutto del loro lavoro. Vittorio Alessandria ha inviato telegrammi al prefetto e alla Regione per informarli delle conseguenze del nubifragio: «Speriamo che si possa fare qualcosa». Si avvicina a una finestra e la spalanca. Entra un forte odore di terra bagnata, di foglie fradice, di rami spaccati, intrisi d'acqua. Lo sguardo si perde ! sulle colline che si rincorrono I sotto un cielo nuovamente minaccioso. S'indovina senza I danni subiti dagli agricoltori j di Sinio — dice il sindaco Agostino Stroppiana —. C077 \ chiunque parli sento calcola- !fatica la zona colpita dalla, grandine. In direzione di Si- I do si vede la cascina Rivetto,1 una vassa costruzione bianca. ! Ancora ieri, fino alle 17, appa- i rla immersa nel verde. Ades- ; so, tutt'intorno, terra spoglia e pantanosa. ■ «Non riesco a immaginare una cifra con cui definire i ! j Salvano, 70 anni, vicesindaco 3 agricoltore, \ Arnaldo Rivera, sindaco di ! Castiglione Falletto e presi- re danni singoli di quattro cinque milioni». A Sinio il nu bifragio s'è abbattuto poco ! dopo le 18. Ha sradicato albei ri, provocato frane e smotta; menti, portato via tegole e an tenne. Ma soprattutto ha dan■ neggiato i raccolti. «Non ci sono più viti, nocciole, grano! turco, patate», dice Pietro dente della cantina sociale «Le terre del Barolo» parla di «danno considerevole». A suo avviso «ogni valutazione è ancora impossibile: avremo le idee chiare fra tre-quattro giorni. Una cosa è certa: abbiamo perduto un'annata che poteva economicamente significare molto per tutti i nostri paesi». Ovunque si parla di conseguenze gravissime, di danni difficilmente riparabili. Ernesto Bonino, assessore comunale a Torre Bormida, dice: «Sono stati momenti terribili; nessuno ricorda un temporale di tale violenza ». Ci sono state case scoperchiate, ma soprattutto è andato perso il lavoro di anni e anni. Il prezzo pagato alla siccità di luglio è stato veramente duro. Renato Romanelli | Torre Bormida. Vigneti distrutti e chicchi "divorati" dalla grandine (Foto La Stampa)

Persone citate: Ades, Agostino Stroppiana, Arnaldo Rivera, Bosia, Ernesto Bonino, Giuseppe Chiaria, Luigi Alessandria, Renato Romanelli