Rischia la cauzione di 5 milioni sconfinando su una barca vela

Rischia la cauzione di 5 milioni sconfinando su una barca vela Disavventura dell'areh. Berlanda nell'alto Adriatico Rischia la cauzione di 5 milioni sconfinando su una barca vela Si è trovato per errore in acque territoriali jugoslave, col pericolo di perdere la somma versata per ottenere la libertà in attesa del processo ■ In Val di Susa: bimbo di 4 anni annega L'architetto Francesco Berlan-da, 55 anni, residente a Torino, dove è stato tempo addietro consigliere provinciale del pei, è stato protagonista, nei giorni scorsi, di una singolare disavventura. Come è noto, l'architetto Berlanda è uno degli imputati nello scandalo edilizio di Parma. Arrestato il 2 aprile scorso su mandato del giudice istruttore perché, secondo l'accusa, implicato nella vicenda del centro direzionale, era stato, per decisione della sezione istruttoria della Corte d'Appello di Bologna, scarcerato il successivo 28 aprile. Come agli altri sei personaggi sottoposti a custodia preventiva, anche all'architetto Berlanda era stata concessa la libertà provvisoria dietro versamento di una cauzione di cinque milioni di -jiire e con l'imposizione di deter- , , è o 2 o a , 8 oerà di i minate condizioni (divieto di re carsi all'estero, obbligo di rendersi sempre reperibile in caso di spostamenti o viaggi in Italia). Ed ecco l'avventura di cui l'architetto è stato protagonista. Appassionato di vela, era uscito in mare, nel golfo di Trieste, con una barca di cui al momento si ignorano le dimensioni. Veleggiando, per cause imprecisate, ma certamente non dipendenti dalla sua volontà, finiva per spingersi in acque territoriali jugoslave. Resosi conto della situazione, il professionista (era ovviamente sprovvisto di passaporto, che gli è stato ritirato) decideva, per prevenire eventuali contestazioni, di prendere terra e presentarsi subito e spontaneamente alle autorità jugoslave chiarendo la propria posizione. Benché in terra politicamente «amica», l'architetto non trovava accoglienze del tutto entusiastiche. La polizia jugoslava lo riaccompagnava infatti immediatamente al confine, affidandolo alla polizia italiana. Risultava subito palese la singolarità della posizione del professionista che, in teoria, non avrebbe potuto giungere in Italia dall'estero, essendo sottoposto ad una inchiesta giudiziaria. Seguiva uno scambio di fonogrammi fra la questura di Trieste e quella di Parma che si interes- sava attivamente al caso. Veniva infine avvisata la magi- stratura parmense. Grazie a que-st'ultima, la vicenda approdava a lieto fine: era infatti evidente l'as-soluta involontarietà dello sconfi-namento; mancava sicuramente qualsiasi volontà o intenzione do- Iosa di espatrio clandestino come j testimoniava la condotta del proI fessionista. Svanito così ogni ipo- tetico rischio di eventuale confi sca dei cinque milioni di cauzione e di applicazione di altre eventua- li misure di sicurezza a carico del1 l'architetto Berlanda, questi pote va ritornare alle sue occupazioni, 1 L'architetto Berlanda, titolare 1 di una cattedra universitaria nella facoltà di architettura di Venezia ! (e recentemente vincitore di un concorso con una cattedra a Torino), era stato chiamato a Parma dal sindaco Baldassi per partecipare alla stesura del piano regolatore nel '69. In seguito era stato incaricato di seguire la fase di progettazione nel centro direzionale da cui erano partiti tutti gli interventi della magistratura in relazione allo scandalo edilizio. * Un bimbo di 4 anni è annegato in un torrente in Val di Susa durante una gita con i genitori. La disgrazia è avvenuta l'altro Ieri presso il rifugio Val Gravio a 1800 metri. Sergio Caimotti, 44 anni, collaudatore alla Fiat Miraflori, ccn la moglie Margherita Brunetti, 37 anni, impiegata, il figlio Davide, di 4 anni, e altri parenti, si era recato in gita sui monti sopra San Giorio. Lasciata l'auto presso la frazione Città, la comitiva era partita per una escursione a piedi fino al rifugio Val Gravio del Cai, distante quarantacinque minuti di marcia. Nel pomeriggio i coniugi Caimotti si sono fermati presso la baita; poco distante scorre il torrente Gravio, che scende dal gruppo dell'Orsiera. Il piccolo Davide, attratto dal torrente, sfuggendo al controllo degli adulti si è messo a giocare sulla riva. A un tratto è scivolato nell'acqua. I genitori, subito accorsi, sono riusciti ad afferrarlo. Sconvolti dall'angoscia lo hanno trasportato a piedi, correndo, fino a Città, poi in auto all'ospedale di Susa. Per un'ora e mezzo i medici hanno cercato di rianimare il bambino. Purtroppo tutto è stato vano. — Venerdì scorso in corso Belgio angolo via Andorno un'autobotte del vigili del fuoco che accorreva su un incendio a Superga, ha travolto e ucciso un pensionato. La vittima, Giovanni Carbone, 62 anni, ex sterratore del cimitero, corso Belgio 51, finì schiacciata contro il muro di una fabbrica dalia pesante cisterna costretta per evitare un improvviso ostaco-lo, a sterzare e a salire sul mar- ciapledl dov'era il pensionato. L'incidente, secondo quanto risulta dai verbali della polizia, fu provocato da una «132» che stava svoltando a sinistra. La vettura era guidata dall'autista Mario Ghione, via Dandolo 21, che ieri è venuto a La Stampa per fornire la sua versione dell'episodio: ci ha detto: «Appena ho sentito la sirena mi sono fermato. Non mi ritengo responsabile delle manovre degli altri automobilisti ». ■iimiiiiiiiiif ■iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii