Incontro a Sauze d'Oulx con gli azzurri

Incontro a Sauze d'Oulx con gli azzurri Incontro a Sauze d'Oulx con gli azzurri Gros è senza complessi "Non temo Stenmark„ [Dal nostro inviato speciale) Sauze d'Oulx, agosto. Dei tre uomini che possono vincere la Coppa del Mondo, uno, Stenmark, non si sa bene dove sia, forse in Svezia, o in vacanza, o in giro per il mondo, gli altri due sono compagni di pallavolo nella piccola palestra di Oulx. Thoeni osserva II servizio dell'avversario, si impegna ma smanaccia come può, alza per Gros che si sente la vocazione della schiacciata, e tutti e due si arrabbiano perché perdono, perché dall'altra parte Thoma e Bieler tanno muro e punti. Un paio d'orette, fiato e divertimento, poi riprende il lavoro atletico più specifico, resistenza generale, potenziamento, base muscolare. Gli slalomisti azzurri sudano senza proteste, corrono e saltano senza barare. Riconoscono la durezza della preparazione, sentono la fatica nei muscoli ma sono allegri e ottimisti, pronti a spaccare il mondo in due. Sono venuti a Sauze per una settimana, dietro le insistenze di Augusto Lelli, che di Pierino è grande amico, e della Polisportiva locale presieduta da Giovanni Menardi. Sette giorni di atletica e camminate prima dello Stelvio, la neve e già qualche paletto. Pierino Gros, ovvio, è il più felice di tutti: gli altri dormono all'albergo Gran Baita, tranquillo e nemmeno troppo assediato da curiosi, lui invece se ne va tutte le sere a casa sua, a riposare nel suo letto, incontra tutti i momenti i suoi amici, gioca a tennis nel suo campo, respira l'atmosfera rilassata e ammiccante del suo paese e della sua gente. E' in gran forma Pierino, tirato nel fisico e deciso nelle affermazioni: « Stiamo lavorando secco — dice — ma va bene. Quest'anno ci sarà da gareggiare molto e spesso, Giappone, America, Norvegia, Spagna, e quindi ci vuole preparazione di base, resistenza. Solo così possiamo recuperare prima, senza soffrire troppo l'inevitabile mancanza di allenamento fra una gara e l'altra ». La preparazione dunque anima e cuore di questa prima fase, e poi le speranze, le previsioni, le pròmssse, gli avversari: « Ho vinto la medaglia d'oro — continua Gros — ma in Coppa quello che conta è la regolarità. Per questo voglio puntare di più sul gigante. L'anno scorso, per un mese di riposo forzato, non ho potuto darmi la base atletica necessaria alla lunga distanza, ora però è diverso. Rimane il rischio del su oerallenamento. forse sarebbe meglio, fra un po', badare maggior mente alla qualità che non alla quantità. Comunque, ora come ora non ho paura di nessuno. Nem- I meno di Stenmark, quel mostro di ] classe: noi ci alleniamo già come pazzi, lui riprenderà solo a settembre, giusto in tempo per farci tirare l'anima tutto l'anno. Sarà una lotta a tre. Gustavo sta bene, me lo vedo davanti tutti i giorni fresco e deciso come mai, io altrettanto. Per questo penso di fa- re anche la libera, condizioni e Icircostanze permettendo ». iPierino Gros. calzoncini corti e maglietta, ha fretta di andare a niocare a tennis. Parla delle norme pubblicitarie per gli sciatori, del- |'a rappresentanza sindacale all'in- ,terno della squadra azzurra, dei suoi sci che rimarranno gli stessi: e anche dell'agonismo esasperato, della psicologia applicata allo sport, dell'uomo che diventa automa nella sua spietata lotta contro il limite: - Questo non mi piace — scuote la testa scappando via — ogni forma di training autogeno mi disturba. Non voglio diventare un robot. Devo pensare alla gara, viverla, soffrirla anche, e non cancellare le tensioni con atto innaturale della volontà ». Gli stessi concetti, sfumati a volte, spesso fra le righe, esprime Alfonso Thoma, l'allenatore. Anche lui è pronto per il tennis ma siede volentieri al tavoli dell'albergo, a I chiacchierare dei suoi ragazzi e ] di tabelle di preparazione. Prima Il programma generale, tanto per andare in ordine: fino al 13 allo Stelvio, dove gli azzurri ritorneranno dal 22 al 29 agosto, a settembre Cervinia o Alagna, negli intervalli uno « stage » atletico al mare e due specifici in montagna. La preparazione, grosso modo, si I dlvlde fn tre jgsj-potenziamento i 0enerale. ritmo (con lavoro su braccia, addominali e dorsali) e rapidità delle gambe. A Sauze Thoma ha portato dodici uomini e | c/0è Thoeni, Gros, Bieler, De Chie , sa, Amplatz, Radici. Noeckler, O- berfrank, Contortola, Senoner, Pietrogiovanna e Presazzi: problemi, dice l'allenatore, non ne esistono e tutto viene svolto In allegria e secondo I programmi, c'è impegno, serietà, fiducia, anche se il lavoro è parecchio e ogni tanto qualcuno mugugna. • E' banale dirlo — commenta Thoma — ma sono pienamente soddisfatto. All'inizio mi pareva tutto difficile, poi ho capito che questi sono ragazzi abituati alla fatica, consapevoli che solo la condizione atletica ottimale può portare a risultati di prestigio. Possono anche lavorare di più: l'anno scorso si sono in genere dimostrati più deboli dall'intermedio alla fine, segno di una precauzione di fondo forse non perfetta, ed il prossimo calendario si presenta piuttosto pesante. Due ragioni che inducono a continuare su questa strada. Poi, ad ottobre, ridurremo la quantità per puntare sulla qualità ». E la quantità, da quanto si può capire stando a Sauze una mezza giornata, non manca proprio: anche la partita di pallavolo, che dovrebbe essere momento di relax, si trasforma in sfida e agonismo. Pierino calcia via il pallone perché non ama perdere, Gustavo sorride sornione: «Allenamento ottimo — commenta —, sto veramente bene, fisicamente e psicologicamente. A Innsbruck è andata male una gara, mica è cascato Il mondo. CI sarò anch'io, niente paura ». Paolo De Chiesa, ancora leggermente sopra peso, commenta I suol esami universitari e promette riscatto, Franco Bieler, Ironico come sempre, fa battute ma pensa allo speciale: « Devo entrare subito nel primo gruppo — dice stringendo I pugni —. In quanto al maggior numero di gare, mi va bene: ho un fisico terribile, o no? ». Carlo Coscia Sauze d'Oulx. Piero Gros nei panni del tennista (La Stampa)