Agosto 1876, nasce la Ciriè-Lanzo

Agosto 1876, nasce la Ciriè-Lanzo Agosto 1876, nasce la Ciriè-Lanzo II treno fischiò, allora un gran pranzo a tutti Erano giustamente soddisfatti: tra l'appalto degli ultimi 11 chilometri e l'inaugurazione erano trascorsi appena tre mesi o La festa riuscì splendidissima » annotava il 7 agosto 1876 lo scrupoloso cronista della « Gazzetta Piemontese», riferendo sulla inaugurazione della ferrovia Ciriè-Lanzo, avvenuta il giorno prima. Fu un evento memorabile: « Del 400 Invitati pochissimi mancarono; festose e cortesi accoglienze dappertutto; soddisfazione generale ed applausi dei terrazzani ». Risaliva al 1S6S l'inizio della strada ferrata da Torino a Venaria, intrapresa da una società anonima del Canavese che a mano a mano aveva aperto altri tratti. Dieci anni dopo l'opera aveva trovato paladini tenaci, decisi alla costruzione di un ultimo tronco di 11 chilometri da Ciriè al borgo di Lonzo. Tutto fu fatto a tempo di record: il G maggio firmata la concessione, il 6 agosto inaugurazione. « Un vero miracolo » secondo le parole dell'on. Giuseppe ZanardelIl ministro del Lavori pubblici presente alla cerimonia. Il fiore di don Bosco Quel 6 dì agosto erano giunti a Lanzo anche il capo del governo Agostino Depretis e il ministro dell'Interno, Nicotera. La atmosfera politica, con il crollo della destra storica in marzo, era cambiata. Il neo presidente del Consiglio veniva accolto all'arrivo alla stazione di Porta Nuova dal sindaco Rignon e dal prefetto Bargonl, attorniati dalla folla. Sì levavano battimani e grida: « Viva Depretis, viva il ministero di sinistra ». La banda degli operai intonava l'inno nazionale. La « novità » politica traspare dalle cronache di allora: « SI è continuato ad applaudire e a gridare fino a piazza Castello sotto 11 palazzo dell'Hotel d'Europe dove presero alloggio i ministri ». Entusìa smo, eccitazione: « Il presidente ha dovuto presentarsi a salutare la popolazione al balcone per ben tre volte ». In questo clima di euforia la Ciriè-Lanzo divenne un'occasione da celebrare in pompa magna per l politici al potere. Il collegamento della capitale piemontese con le valli ricche di opifici, realizzato in soli tre mesi, assurse a simbolo del nuovo modo di amministrare e di fare gli interessi delle popolazioni. Fu una « festa » tutta piemontese, da additare all'attenzione dell'intera penisola. Seguiamo la cronaca di un secolo fa. Il parroco di Lanzo spruzzò d'acqua santa la vaporiera « e trovò nobili parole, benedicendo al progresso che è la strada di Dio che tutti avvia a miglior sorte ». Poi il corteo delle autorità e degli invitati, scortato da carabinieri a cavallo e a piedi, e dalla banda cittadina, « fece visita al piccolo seminario », il convitto municipale. « I giovanetti che in numero di oltre 200 sono In quell'ampio e amenissimo collegio allevati, fecero udire alcuni canti benissimo eseguiti, e Don Bosco, con singolare cortesia, faceva gli onori di casa parlando continuamente coi ministri e specialmente coll'on. Nicotera, cui fece accettare un flore, che il ministro portò tutto il giorno all'occhiello. Chi lo avrebbe detto? ». Agli invitati venne offerto dai salesiani, nel cortile e nel giardino del collegio, un vermouth, che accompagnò la conversazione per oltre un'ora e mezzo, ben oltre il tempo stabilito dal programma. Poi andarono tutti a pranzo. Il cronista, che era della partita, tesse grandi lodi del padiglione pel déjeneur che era « di ottimo gusto, cosi come 11 servizio imbandito dal si¬ gnor Pregno, della trattoria San Carlo ». Per i curiosi ecco quale fu il « menu tutto leccornia »: Rtz aux champignons ■ Bugano; Truìte de la Stura à l'hollandaise ■ Grignolino 1870; Filets de boeuf en salmis; Suprème ere belle mie; Paté Lafitte o la gelée; Catlles aux cressons - Barolo 1868; Gàteau Savarìn aux pèches; Giace à la napolltalne Champagne Moet; Dessert assorti; Calè et liqueurs. " Grazie Piemonte 1 " Non potevano mancare, naturalmente, l discorsi. L'avvocato Ferraris, benemerito presidente del consiglio d'amministrazione della ferrovia, ringraziò tutti: « Questa nostra è la minore fra le ferrovie italiane; finora è la sola, e sarà sempre stata la prima che vive di vita propria, sorta per assodamento della Provincia e di Comuni (la città di Torino, Lanzo, Noli, Mathi, Balangero, Coassolo, Viù) ». L'oratore non dimenticò di elogiare la brigata ferrovieri « che attese alla posa dell'armamento » e la comprensione del 400 contadini « espropriati dell'orticello e del campo paterno ». Parlò anche Zanardelll: « Il grande ammaestramento di questa ferrovia è che essa fu iniziata senza sussidio di governo. Ancora una volta dobbiamo riconoscenza al Piemonte ». Concluse il deputato Massa a nome della Camera: « Narra la leggenda che per opera di incantesimi in una notte le popolazioni videro congiunte con il ponte del Diavolo le sponde del burrone che le separavano dalle pianure. Ora non sono meno meravigliate di vedersi In pochi mesi legate e in comunicazione con tutta Italia per mezzo di questa ferrovia ». a d V