Danno e beffe

Danno e beffe Saper spendere Danno e beffe Si acquista del buon vino, se ne pregusta il sapore e al momento dell'assaggio è acido Amore e cure per il vino. Si affrontano chilometri per raggiungere il produttore che garantisce » ottimo vino • ed acquistarlo « a prezzo onesto •, si spendono altri quattrini in damigiane, bottiglioni e tappi; si dedica il poco tempo libero ai travasi e all'imbottigliamento. Infine, dopo mesi di acquolina in bocca In attesa della prima degustazione, la sorpresa: il vino ha un sapore acido, preoccupante. E' una disavventura comune a molti cantinieri dilettanti come Il signor Mario. Scrive: » Ho conservilo II vino in damigiane travasandolo da queste In bottiglioni da due litri. Ora mi sono accorto che II vino, pur conservando intatto il suo profumo, ha acquistato una punta di acidità. Sono rimasto esterrefatto sia per la bella (il produttore mi aveva assicurato la perfetta conservazione e la bontà del suo prodotto), sia per il danno (nell'acquisto ho investito un bel po' di sudati quattrini). Il problema ora è togliere l'acidità. E' possibile? ». L'enotecnico Bruno Rivella non ha molte speranze. « L'acidità volatile — spiega — è composta da diversi acidi tra cui il maggior componente è l'acido acetico. Questo è un acido molto debole, ancor più dell'acido tartarico (componente l'acidità fissa) per cui è necessario asportare tutti gli acidi presenti nel vino prima di neutralizzare l'acido acetico. Questo acido è prodotto dai batteri acetici e la loro attività è inversamente proporzionale all'acidità lissa del vino; in un vino disacidlflcato lavorerebbero grosse quantità di acido acetico. Nella disacidificazione occorrono almeno 48 ore per filtrare il vino e riacidificarlo, non sappiamo se sia conveniente tutto questo lavoro per avere — forse — nessun risultato ». Due sole le possibilità pratiche: » Tagliare il vino spunto con vino sano, imbottigliarlo e consumarlo II più In fretta possibile. Oppure: rifermentare il vino con l'aggiunta di mosto concentrato (6 per cento circa) o con zucchero (essendo vino pe- suo autoconsumo, 3 per cento circa); aggiungere lieviti (meglio se selezionati, accettabili anche se di birra); aggiungere 10-15 gr. per ettolitro di metablsollito di potassio. A fermentazione ultimata travasare e, a vino limpido, riempire bottiglie e bottiglioni. La fermentazione deve essere la più rapida possibile (locale a temperatura tra I 20 e i 25 gradi). Solito consiglio inline: consumare il vino il più in fretta possibile ». E por il futuro una racco mandazione ai cantinieri dilettanti: la damigiana è un recipiente da trasporto ed il vino deve restarci il meno possibile. Per la conservazione si devono usare soltanto bottiglie e bottiglioni. » Usando le damigiane — afferma l'enotecnico — / danni e le beffe sono spesso il risultato di pigrizia o di eccessiva economia in cantina ». Catturare il profumo di maestosi eucalipti « Posseggo un discreto pezzo ai terra — scrive l avv. t-erruccio buratti di Lido di Cantatore — con motte piante ai eucalipto, lune le volte che sono costretto a bruciare rogne tronae caaute sento il desiderio di conservare in qualche modo il profumo che esse emanano, solo per uso tamiglia e per gii amici. E' possibile? ». ** Il fascino discreto di una pianta racchiuso In un flacone di profumo è un piacere raffinato ma forse irrealizzabile. Spiega la dott. Elena Accati: « GII eucalipti contengono nelle foglie oli essenziali, la cui composizione e resa sono differenti da specie a specie. Tali oli, come cinedo, fallandrene, plnene, terplneolo, vengono estratti in corrente di vapore mediante lo impiego di bollitori metallici, quindi sono raffinati mediante distillazione dando luogo a prodotti che trovano impiego In diverse industrie. L'estrazione di un profumo da queste foglie è complessa e la sua realizzazione casalinga estremamente difficile. L'operazione più semplice è conservare le fronde dell'eucalipto In casa. Non soltanto emettono un gradevole profumo, ma sono anche molto decorative ». Ancora un eucalipto nel giardino delia signora Margherita di Ceriale (Savona). Alto nove metri, maestoso e possente, è l'orgoglio della sua proprietaria. » Un anno fa — scrive la lettrice — sotto questo mio splendido albero di circa tre anni è stato acceso un fornello per il catrame usato in riparazioni del tetto. Ora le foglie presentano strane macchie (ve ne invio un esemplare). Potrebbe essere stato il fuoco o il calore a danneggiare le foglie? Esiste un rimedio? Ancora una domanda: le radici degli eucalipti possono intaccare le fondamenta della casa? Gli alberi sono stati piantati a circa tre metri dalla palazzina ed a tre metri l'uno dall'altro ». ** Risponde la dott. Elena Accati: » Le foglie di eucaliptus inviate presentano danni di origine fisiologica, ad esempio eccesso di umidità del terreno. Non sono visibili invece alterazioni causate da lunghi o da Insetti. Quindi è praticamente impossibile suggerire un rimedio. Le radici dell'eucaliptus, che è un albero maestoso, possono estendersi per una notevole lunghezza e a volte, provocare danni anche a muri assai robusti ». Simonetta

Persone citate: Bruno Rivella, Elena Accati

Luoghi citati: Ceriale, Lido Di Cantatore, Savona